ROMA
Capitolo 2: GIOVANNI BORGIA


Protagonista: Giovanni Borgia
Ambientazione: Roma, Italia
Periodo storico: 1503 d.C.




Video introduttivo del capitolo: "Il DDS ti sincronizzerà con i ricordi di un bambino. Questo potrebbe confonderti all'inizio, perché perderai la capacità di trasmettere pensieri complessi, ma la tua mente dovrebbe adattarsi rapidamente. La verità dietro i veri genitori di Giovanni Borgia, l'"Infante Romano" ha lasciato a lungo perplessi gli storici. Ma ancora più sconcertante è la vita insignificante di Giovanni che ne è seguita. Come si fa a rimanere nell'occhio del ciclone e rimanere inviolati? Il tuo compito è quello di scoprire ciò che la storia ci ha nascosto".





Primo gruppo di ricordi – INDOLE CONTRO EDUCAZIONE

Papà mi dice che a Roma non sono al sicuro, che qualcuno vuole fare del male a me e alla nostra famiglia. Gli chiedo perché, e lui risponde che il motivo è che siamo migliori di tutti gli altri. Dice che la famiglia deve restare unita e che mi insegneranno a essere forte.


Ricordo 1 – FORZA
Papà mi insegna a combattere con una spada di legno. Dice che un giorno, quando diventerò bravo, me ne regalerà una vera. Ma lui è violento! Ho paura che mi faccia male.

Papà mi sgrida per aver fatto cadere a terra la spada. Gli dico che mi dispiace. Mi risponde che non devo dispiacermi, devo stare più attento.

Mi dice di sollevare la spada. Lo faccio e lui la colpisce con la sua. La spada mi scappa di mano. Papà si arrabbia di nuovo.

Raccolgo la spada. Papà mi colpisce di piatto sulla testa, poi mi punzecchia la spalla. Mi fa male! Gli dico di smetterla, ma risponde che i nemici non la smettono mai.

Colpisco forte, punto al ginocchio di papà: lui però si sposta!

Scoppio a piangere e lui ride di me! Allora corro verso di lui e cerco di colpirlo alla pancia. Lui schiva, io attacco ancora e ancora! Urlo! Non riesco a colpirlo!

Papà mi dice di calmarmi e che sono stato bravo oggi. Aggiunge che se ho bisogno di piangere e arrabbiarmi per combattere, allora ci penserà lui a farmi piangere e arrabbiare domani. Dice che imparo in fretta.

Ricordo 2 – AMBIZIONE
Oggi sto giocando con la sorella di papà, zia Lucrezia. Di solito ha l'aria triste, ma quando è con me è felice. Dice che oggi mi parlerà del mondo, ma promette di non trattarmi come un bambino. Io prometto di non trattarla come un'adulta e lei si mette a ridere. E anch'io.

La zia mi chiede cosa farei se qualcuno minacciasse la nostra famiglia. Le chiedo perché qualcuno dovrebbe farlo. Mi risponde che tutti ci odiano.

Le dico che affronterei i cattivi con una spada. La zia mi chiede chi sono i cattivi secondo me. Le rispondo che sono tutte le persone che vogliono fare del male agli altri. Di colpo lei diventa triste.

La zia mi insegna che ci sono modi per uccidere la gente senza che nessuno lo sappia, ad esempio, avvelenando il cibo o il vino. Le chiedo se papà ha provato ad avvelenare Fiora, ma lei tace.

Chiedo alla zia se ha mai conosciuto la mia mamma. Mi risponde di sì, mi dice che era molto giovane e non si rendeva conto di ciò che faceva. Le chiedo dov'è ora, se possa incontrarla. Mi risponde che non lo sa, ma che sa per certo che la mia mamma mi ama tanto.

Chiedo alla zia perché la gente ci odia. Mi risponde che è perché siamo ricchi e potenti, perciò tutti ci invidiano. Le chiedo perché non possono diventare ricchi e potenti anche loro, ma lei ride.

La zia mi dice di non fidarmi di nessuno, nemmeno di papà e del nonno. Le chiedo se posso fidarmi di lei. Scoppia a piangere e io la lascio sola.

Ricordo 3 – RELIGIONE
Il nonno mi farà giocare con la Mela oggi! Mi avverte che non è un giocattolo, ma per me lo è. Luccica, emette suoni. A volte mi parla, proprio come Consus.

Il nonno mi chiede di Consus, dice che gli piacerebbe parlargli. Ma ora non c'è, non gioca con me quando sono con il nonno.

Il nonno mi chiede se la Mela parla. Gli rispondo di sì e gli ripeto ciò che dice. "VIENI QUI", mi dice. "LIBERA LA TUA MENTE". Il nonno mi chiede di prenderla in mano.

Raccolgo la Mela. La stanza diventa strana, i muri si deformano, come se respirassero. Il nonno mi grida di smetterla! Si è spaventato. Rimetto a posto la Mela e lui mi chiede scusa.

Mi chiede di riprendere in mano la Mela e di creare un uccello. Non capisco, gli chiedo di ripetere. "Crea un uccello", mi dice.

Penso a un uccello, a un'aquila. Di colpo vedo l'ombra di un uccello sul muro. Non ci siamo ancora. Mi concentro e si mette a volare!

Il nonno ride mentre la mia aquila vola per la biblioteca. La vede anche lui! Inizio a ridere e lei scompare. Il nonno annota qualcosa nel suo libro e mi dice che per oggi abbiamo finito.

Ricordo 4 – UMILTA’
Papà ha chiesto al suo amico Micheletto di farmi lezione oggi. Lui non mi piace, è cattivo. Anch'io non gli piaccio, ma io invece sono buono.

Micheletto mi chiede se so dove colpire un nemico con un calcio. Gli rispondo sul ginocchio. Mi spiega che il ginocchio fa male, ma che c'è un punto dove fa più male, anche nel caso di una donna. Gli chiedo se ha mai dato un calcio a una donna, e lui risponde che l'ha fatto molte volte!

Micheletto mi getta a terra e mi ordina di alzarmi. Ci provo, ma mi schiaccia con il piede! Mi dice che sarò morto prima ancora di poter contare fino a dieci. Dice che spreca il suo tempo con me.

Gli mordo la caviglia! Mi solleva per la camicia e mi tiene sospeso in aria. Chiamo papà, ma non risponde nessuno!

Micheletto dice che mordere è una buona idea se qualcuno ti tiene fermo, ma chiede cosa farò quando mi avrà rotto i denti. Lo imploro di non farlo!

Dice che mi sbatterà contro il muro, ma poi si ferma. Mi chiede se me la sono fatta addosso e gli rispondo di no.

Micheletto mi chiede se ho imparato qualcosa. Gli dico di no, ma è una bugia: ho imparato a odiarlo.





Secondo gruppo di ricordi – OSSESSIONE


Nei miei sogni sono più vecchio. Mi esprimo con parole che da sveglio non conosco, ma nel sogno mi sono chiare. Non so chi sono, ma vedo dei frammenti del mio passato. Ho viaggiato molto e ho ucciso. Sono un messaggero e un imbroglione.

Ricordo 5 - INIZIAZIONE
Cos'ha fatto la Sindone a questo povero bambino? Dovrebbe sognare l'equivalente rinascimentale degli arcobaleni e dei lecca-lecca, non omicidi e intrighi! Non ho mai visto nulla del genere! –Erudito

I fratelli sono in piedi davanti a me. Io non sono ancora uno di loro, ma lo diventerò presto. Stanotte progredirò.

Quando gli altri uomini seguono ciecamente la verità, ricorda: nulla è reale.

Quando gli altri uomini sono limitati dalla morale o dalle leggi, ricorda: tutto è lecito.

Mi incidono un marchio: si tratta di un sacrificio simbolico. Un ferro incandescente mi brucia la mano!

Resta solo il salto della fede. Li seguo, ogni fratello si getta da una torre e atterra sano e salvo in un mucchio di fieno. Sono liberi, come aquile. Non esito: la caduta si trasforma in volo. Che sensazione magnifica!

Perotto! Giovanni nel sogno ha visto i ricordi di Perotto! Questo vuol dire che ora conosce Lucrezia in un modo che farebbe arrossire Edipo! Questo non va affatto bene, ma devi indagare oltre. Cercherò di evitare che tutto questo appaia nei rapporti della Abstergo. –Erudito

Ricordo 6 – MENTORE
I fratelli mi hanno affidato un bambino. La sua famiglia ci è stata a lungo fedele, ma lui è ancora piccolo. Devo insegnargli i principi del nostro Ordine, così come mi sono stati insegnati alla sua età.

Il bambino è pelle e ossa, ma è alto per la sua età. All'inizio non sarà facile per lui, ma il suo corpo si abituerà presto agli allenamenti.

Francesco è sveglio e preciso. Mi fa domande e mi chiede di ripetere ogni concetto mentre studia. Si dedica anima e corpo all'argomento di una lezione finché non è soddisfatto dei suoi risultati. A volte è così puntiglioso da portarmi all'esasperazione!

Francesco si arrabbia facilmente. A volte mi aggredisce senza motivo, sguainando la spada. Io gli faccio sentire il filo della lama sul fianco per mostrargli che so rispondere ai suoi attacchi sconsiderati. Lo esorto a calmarsi. In battaglia ogni emozione è una debolezza.

Rispondo a un attacco di Francesco e gli faccio cadere di mano la spada. La prende male, si accascia e maledice se stesso. Gli raccolgo l'arma e lo esorto a riprovarci, spiegandogli come si fa a impugnarla più saldamente.

I bambini devono stare con altri bambini. Spingo Francesco a giocare con i coetanei del villaggio vicino. Hanno allestito una piccola parata militare e Francesco è il loro comandante. Gli sorrido mentre si pavoneggia con la sua finta armatura!

Credo che Francesco darà un enorme contributo al nostro Ordine. È un ragazzo forte, al di là dei suoi limiti fisici. Parlando con lui si ha l'impressione che sia già adulto. Sembra molto più grande della sua età.

Ricordo 7 – FOLLIA
Sono preda di incubi. Non mi sono mai innamorato, eppure ho provato un amore così forte da levarmi il fiato. Sono un Borgia, ma i Borgia sono miei nemici. Sono un Assassino, ma gli Assassini sono miei nemici. Mio padre è Cesare, ma mio padre è Perotto. Io sono Perotto? O sono Giovanni? Chi sono?

Annego in un mare di lettere. Sento di dover scrivere, eppure non so farlo! Parole che non comprendo sono scritte ovunque attorno a me in inchiostro rosso sangue. Provo a coprirle usando la mia penna. Il mio inchiostro nero scompare fra le chiazze scarlatte.

Papà mi ferisce con la sua spada! Cesare mi pugnala alla schiena! Urlo. Crollo a terra. Voglio liberarmi di lui, ucciderlo! Voglio cacciarmi nei guai. Per Lucrezia! Devo correre dalla zia. Farei di tutto per zia... Lucrezia.

Sono circondato da uomini che indossano cappucci bianchi: devo essere il loro maestro? E come? Sono un bambino. Saranno loro i miei maestri? I miei studenti, i miei boia. Il mio futuro?

So troppo, non so nulla. Sono innocente, sono colpevole.

Cerco un oggetto potente. Non credo che funzionerà. So che funzionerà. Lo curerà. Mi curerà. Mi farà rinascere.

I miei sogni minacciano di farmi scoppiare la testa! Mi sveglierò mai? Riuscirò mai più a dormire?

Ricordo 8 – VISIONE PERIFERICA
Sono di nuovo bambino. Vomito. Muoio. Trasporto mio figlio. Ho la Sindone. Mi avvolge in una coperta. La coperta mormora! La Sindone parla!

SEI TROPPO PICCOLO. Curalo! SOGGETTO NON ADULTO.

Maledizione, curalo! Chi parla? Chi è che grida? AVVICINATI.

Fa male! IL DOLORE È TEMPORANEO. Non capisco. NON SERVE CAPIRE.

RIPARAZIONE POSSIBILE. DIFFICILE. Fallo, avanti!

Tepore! Freddo. Prende la vita da me. Mi sento vivo! È finita? SÌ. Ha funzionato? Dimmi, ha funzionato?

Consus? Ci sei? DORMI, PICCOLO. DIMENTICA QUESTI SOGNI.





Terzo gruppo di ricordi – TROPPO OLTRE


Papà dice che sono un rammollito, si rifiuta di guardarmi. Io piango, gli dico che diventerò più forte, forte come lui. Mi ordina di giurarlo.

Ricordo 9 – DISTURBO DELLA QUIETE PUBBLICA
Papà mi ha mandato in giro con Micheletto. Gli ho chiesto di non farlo, ma dice che è per il mio bene, che devo scoprire come gira il mondo. Ho portato qualcosa con me. Il nonno si arrabbierebbe se lo sapesse.

Micheletto non mi rivolge la parola. Cammina spedito, tanto che fatico a stargli dietro.

Micheletto si ferma a parlare con un vecchio mendicante cencioso. Mi chiedo se intende dargli del denaro. Micheletto me lo presenta.

Il vecchio è gentile, mi dice che gli ricordo suo figlio. Mi chiede quanti anni ho. Cinque, gli rispondo.

Micheletto mi fa cenno di tacere. Ascolto il vecchio parlare. Micheletto sfodera una corda e la stringe al collo dell'uomo!

Micheletto solleva l'uomo per il collo: sta soffocando! Scalcia e sbatte le braccia! Imploro Micheletto di lasciarlo, ma lui sogghigna.

L'uomo è morto! Micheletto mi chiede se mi sono divertito. Gli rispondo di no! Lui sostiene che dopo un paio di volte ci si prende gusto.

Ricordo 10 – LA GIUSTA RICOMPENSA
Scappo via! Micheletto impreca e mi insegue, è troppo veloce! Cerco rifugio in un vicolo, ma è dietro di me!

Micheletto estrae di nuovo la corda: le nocche sono livide da quanto forte la stringe!

Estraggo la Mela! Micheletto rimane interdetto e prova ad afferrarmi.

LIBERA LA MENTE. CREA. Sento la voce di Consus.

Cerco di immaginare qualcosa, qualsiasi cosa. Ma ho troppa paura!

Papà, aiuto! Papà!

Papà cammina lungo il vicolo, si volta verso Micheletto e sguaina la spada! Micheletto si scusa e lascia cadere la corda. Corro verso papà, ma lui scompare e Micheletto fugge via.





Quarto gruppo di ricordi – IN CERCA DI CHIAREZZA


Odio papà. E al nonno importa solo della Mela. Come dice sempre la zia. Voglio andarmene, voglio vivere in un altro posto.

Ricordo 11 – BRICIOLE DI PANE
Un piccione entra nella mia stanza: ha un messaggio legato alla zampa! Lo stacco e l'uccello vola via. Guardo il foglio, ma non riesco a leggerlo.

Consus mi riferisce ciò che c'è scritto. Mi chiede di andare nella piazza della fontana. Sembra una caccia al tesoro!

Nessuno si cura di me. Se faccio piano riuscirò a uscire. Il nonno sta leggendo. Non si accorge di me.

La zia sta piangendo di nuovo. Se andassi da lei smetterebbe. Supero la sua stanza.

Papà è fuori Roma, non mi vedrebbe in ogni caso.

Le guardie sono al loro posto, accanto alle porte. Qualcuno le insulta e loro si lanciano all'inseguimento! Esco indisturbato.

Corro verso la fontana. Una delle statue tiene in mano un altro messaggio! Lo prendo, c'è scritto che devo trovare la mia strada. Mi dice di usare i miei altri occhi.

Ricordo 12 – I MIEI OCCHI
Il messaggio diceva di usare i miei altri occhi. A volte vedo cose che non ci sono. Segni, gesti. Controllo se ci sono segni sulla fontana. Mi piace questo gioco!

Cerco una freccia, o magari delle impronte. Niente. Il messaggio non diceva cosa cercare. Laggiù c'è un uomo che brilla! Lo inseguo!

Corro in un vicolo, ma l'uomo non c'è più. Dov'è andato? Alzo lo sguardo e lo vedo: è lassù in alto! Rido. Mi fa segno di seguirlo.

Com'è veloce! Salta per i tetti. Cerco di raggiungerlo correndo per le strade.

Arriviamo a un altro vicolo. L'uomo alza un braccio, mi fa segno di fermarmi. Poggia un dito davanti alle labbra: devo fare silenzio.

Due uomini luridi mi vedono. Uno è senza denti, l'altro ha un coltello. Mi chiedono dove ho preso i miei bei vestiti. Mi chiedono se ho denaro con me.

L'uomo si getta dall'alto! Temo che si faccia male, e invece no! Atterra sugli altri uomini. Muove le mani e poco dopo dal loro collo sgorga sangue!

Ricordo 13 – RIUNIONE
Dice di chiamarsi Francesco. Ha degli strani abiti, sembra un mago. Mi dice di stare tranquillo, ma io non ho paura. Gli dico che voglio restare con lui.

Mi chiede della Mela, se so dove si trova. Gli dico che papà l'ha nascosta dopo aver scoperto che l'avevo portata con me fuori casa. Non posso più giocarci.

Consus mi dice di fidarmi di Francesco. Dice anche che mi aiuterà.

Non so perché, ma gli dico che lo perdono. Mi chiede di ripetere ciò che ho detto, ma non sono in grado di farlo.

Mi dice che mi condurrà a vivere con i suoi fratelli, ma solo se lo desidero. Certo che lo desidero! Gli chiedo se è un Sassino. Sorride divertito.

Francesco strappa dei cenci da uno degli uomini che ha ucciso. Mi ci avvolge: che puzza! Camminiamo spediti tra la folla. Un cavallo ci aspetta: mi aiuta a montare in sella.

Cavalchiamo come il vento! Chiedo a Francesco se rivedrò mai la zia. Mi dice che dipende da me, ma devo saper custodire dei segreti. Segreti importanti.





Quinto gruppo (segreto) di ricordi – TU QUOQUE, BRUTE?


LA TUA MENTE E’ DANNEGGIATA, BAMBINO. SOGNI EVENTI PASSATI. VITE DI UN TEMPO REMOTO. ALLONTANALE DA TE, ALTRIMENTI TI SMARRIRAI.

Ricordo (segreto) 14 – I RECESSI DELLA MENTE
Ho sognato di nuovo la caverna! Passo le mie mani incorporee lungo i muri e avverto ogni scalfittura. C'è una scritta, ma non riesco a leggerla. È qualcosa di inciso, di marchiato a fuoco in questa oscurità. Nel sogno non trovo risposte.

Volo, non sono più corpo! Sono il vento! No, sono portato dal vento, allontanato dalla città. Sopra campi e foreste. Ancora una volta cerco di fissare nella mente il tragitto, ma so che al risveglio avrò dimenticato tutto.

Li sento. Avvertimenti. Profezie. Incubi! Hanno bisogno di me, ma anch'io ne ho bisogno.

Vedo un volto. Sono io! Anzi no, è mio padre. Il mio Cesare. Alcuni avvoltoi strappano la carne dal suo teschio!

Cleopatra e Cesare si baciano mentre Roma brucia! Urlo a Cesare: "Torna qui! Salva il tuo popolo!".

Ventitré lame. Ventitré chiavi.

ECCESSO DI INFORMAZIONI INUTILI. IRRILEVANTI.

Ricordo (segreto) 15 – INTERFERENZA
Cadiamo in ginocchio, ansimando, mentre cerchiamo di comprendere lo spettacolo che ci si para davanti. Giovanni sta sognando. Bruto è sveglio. Questa caverna ha infestato i nostri sogni. Abbiamo trascorso innumerevoli notti a esplorarla, nel sonno. Dovevamo trovarla.

Qui terremo il consiglio. Qui pianificheremo la caduta del nostro nemico, amico e padre, del nostro eterno dittatore. Siamo in quaranta, tutti senatori. Un solo bambino, che sogna. Combattiamo per la libertà: siamo Assassini.

Il primo consiglio è terminato. Il problema è chiaro, ma non sappiamo come reagire. Cesare si allontana dal Senato, si fida dei regnanti stranieri, è borioso e ostenta il lusso sfrenato della sua meretrice egizia. Cesare si allontana dalla sua famiglia, lascia Giovanni alla mercé del suo cane pazzo.

Cesare non si degna nemmeno di alzarsi mentre ci parla, ride delle nostre paure. Ha dato vita a un suo Senato, composto da imbroglioni, manipolatori, gente che non ha nulla a che vedere con Roma. Papà collabora con questi mostri sanguinari a cui non importa nulla del popolo romano.

I miei fratelli sono assetati di sangue, ma non sono certo di poterlo versare. Finché papà sarà vivo, Roma sarà schiava.

Abbiamo trovato tracce di ciò che ci ha condotto qui. Sussurri. Luci che baluginano fra le fenditure della terra. Una porta che costituisce un enigma: dobbiamo risolverlo.

HAI PERSO LA CONCENTRAZIONE. No, ho trovato il mio scopo. VEDI SOLO IL PASSATO. Niente affatto, vedo il futuro.

Ricordo (segreto) 16 – SONNAMBULO
SVEGLIATI, BAMBINO. Sono sveglio! Vedi? Ho gli occhi aperti. Devo trovare un pugnale. Devo accoltellare Cesare ventitré volte.

Trovo un pugnale nella stanza in cui io e Cesare ci alleniamo con le spade di legno. È appeso a un muro, per arrivarci salgo su una sedia. Non ho il permesso di usare armi vere, ma impugnarne una mi fa sentire forte.

Oggi sono le Idi di marzo. Cesare sarà al teatro di Pompei. Avanzo lungo il corridoio. Cleopatra dorme nella sua stanza.

NON È REALE. CREDO.

Gli altri senatori non ci sono. Avevamo un piano! Avranno avuto paura. Lo porterò a termine da solo!

Cesare russa. Sono piccolo, ma se faccio piano posso ucciderlo nel sonno. Alzo il pugnale e lo guardo in faccia. Papà?

Micheletto mi afferra per un braccio e mi trascina fuori dalla stanza. Mi copre la bocca con la mano, non riesco a urlare! Non volevo farlo! Ti prego, lasciami! IL DOLORE È TEMPORANEO.








SEGUICI SU
FacebookTwitterGoogle+YouTube


PAGINA FACEBOOK


VIDEO


ULTIMI COMMENTI