ROMA
Capitolo 3: FRANCESCO VECELLIO


Protagonista: Francesco Vecellio
Ambientazione:Italia
Periodo storico: 1501 - 1503 d.C.




Video introduttivo del capitolo: "Stiamo sincronizzando il sistema DDS. Ci servirà un momento per verificare la tua gamma emotiva. Concentrati su un ricordo a cui sei affezionato. Bene. Ora concentrati su un ricordo doloroso. Perfetto. Poco prima della morte di Papa Alessandro VI, Cesare Borgia cominciò a perdere la sua presa su Roma. Anche se non si trova alcuna menzione nei libri di storia, abbiamo il sospetto che un potente movimento segreto abbia lavorato per rovesciare la dinastia corrotta. Vedi cosa puoi scoprire."





Primo gruppo di ricordi – MESSA A PUNTO

Da quando il mio maestro è morto, sono stato assegnato a Ezio Auditore. Si tratta di un Assassino assai abile, giunto da Firenze per guidare la Confraternita di Roma. Dobbiamo opporci a Cesare Borgia, che insieme alla sua abietta famiglia controlla tanto la Chiesa quanto la città.


Ricordo 1 – PASSO A DUE
Ezio mi ha insegnato ad aggirarmi tra la folla senza farmi notare, a mimetizzarmi nel flusso dei passanti. Oggi mi chiede di agire. Ha sguinzagliato per le strade alcuni suoi ladri, che portano un segno distintivo verde. Devo rubare le loro borse ricolme di monete senza farmi scoprire. Non sembra poi così difficile...

Individuo il primo mercenario, ha un ciuffo di piume verdi sul cappello. Lo seguo, passando di gruppo in gruppo, avvicinandomi sempre più. Finalmente gli sono addosso, scosto la sua cappa. Non si accorge di me, ma non c'è nessuna borsa da rubare! Che faccia parte della lezione?

Un altro mercenario senza borsa! Alzo gli occhi verso i tetti, sperando di incrociare lo sguardo di Ezio. Ma non lo vedo.

Un'altra ladra! Com'è veloce! In un secondo sottrae la borsa alla sua vittima. La seguo!

Vedo la mia rivale puntare la prossima vittima, ma io sono più vicino! Mi impegno al massimo per arrivare per primo e ottengo in premio una bella borsa ricolma! Scivolo tra la folla prima che lei capisca cos'è successo.

Con la coda dell'occhio vedo la ladra correre via. Senza dubbio sta tornando da Ezio. Un'altra allieva? Mi compiaccio di averla battuta al suo stesso gioco.

Torno da Ezio, non vedo l'ora di mostrargli il mio magro bottino. Allungo la mano verso la borsa, ma è sparita! Ezio ride e poi si scusa. Mi chiede che cosa ho imparato. Gli rispondo che ora so che è facile da predatore diventare preda. Annuisce.

Ricordo 2 – LA VIA SOPRAELEVATA
Ezio mi insegnerà a scalare i muri e a muovermi sui tetti di Roma. Ho fatto un po' di pratica, ma non riesco ancora a stare dietro al mio nuovo maestro. Mentre mi chiedo come scalare una parete, lui è già in cima! Arranco per stare al passo.

Ezio si appende alla grondaia e sale sul tetto. Cerco di imitarlo e per poco non cado di sotto!

Vedo Ezio percorrere tre tetti. Il suo sguardo si sposta in continuazione, cerca sempre la via più agevole. Prima ancora di toccare terra ha già deciso la prossima mossa! Seguo i suoi passi, imito i suoi movimenti. Mi sento goffo, ma inizio a sviluppare una mia tecnica!

Una freccia mi colpisce alla spalla! La raccolgo e mi acquatto dietro un riparo per proteggermi. La punta è imbottita. Una freccia da addestramento? Faccio capolino per individuare il tiratore e un'altra freccia mi coglie in piena fronte. Maledico l'arciere! Ezio mi ordina di continuare a muovermi.

Mi rialzo, attento a dove metto i piedi mentre scatto verso il prossimo tetto. Cerco di individuare l'arciere e lo vedo, è a due palazzi da me. Corro verso di lui!

I suoi colpi sono accurati, ma distanziati: l'imbottitura riduce la precisione, quindi l'arciere ci mette più tempo a scoccare ogni freccia, deve correggere la mira. Riesco a intuire i suoi colpi e a muovermi di conseguenza.

Salto di palazzo in palazzo, finalmente raggiungo il tetto su cui si trova l'arciere. Mi colpisce al ginocchio e perdo l'equilibrio! Ezio sbuca dall'altro lato dell'edificio e mi aiuta a rialzarmi. Non riesce a trattenere un sorriso.

Ricordo 3 – UOMO DEL RINASCIMENTO
Ezio mi ha insegnato a usare aggeggi piuttosto complicati, ma ho dovuto insistere a lungo per farmi mostrare l'arma che cela nella sua manica. Mi dice che non sono ancora pronto a usarla, ma mi manderà da un suo amico che può fabbricarmene una simile. Dietro compenso, naturalmente. Mi costerà parecchio.

Attendo su una panca, incappucciato, nessuno mi nota. Dalla folla emerge un uomo, anch'egli camuffato. Gli dico che sono Francesco, e lui si presenta come Leonardo da Vinci. Gode di gran fama a Roma!

Mi chiede cosa voglio che realizzi. Gli spiego che vorrei una pistola da nascondere nella manica, ma lui scuote la testa e mi dice che Ezio gli aveva anticipato la mia richiesta.

Gli chiedo se può costruire qualcosa di simile, ma più leggero e silenzioso. Mi suggerisce una lama celata, ma ne possiedo già una.

Gli chiedo se può costruire una balestra da portare al polso. Ci pensa un momento, poi risponde che è possibile, ma mi costerà caro. Occorreranno dardi speciali, mi avverte, la gittata sarà limitata e dovrò ricaricarla a mano. Gliene commissiono due.

Gli chiedo se ha altri dispositivi in vendita, e Leonardo risponde che ne ha qualcuno. Al riparo da occhi indiscreti.

Leonardo mi augura la buonanotte e poi si congeda. Che uomo strano, gli importa più dell'arte e delle invenzioni che della politica. A volte vorrei dedicarmi alla progettazione, alla pittura, ma non ho tempo. Ora sono un soldato in prima linea.

Ricordo 4 – MAZZO TRUCCATO
Ci sono volute settimane e il mio corpo ne porta ancora i segni, ma il mio addestramento è concluso. Ezio mi dice che ora ho bisogno di far pratica. Da oggi in poi mi affiderà missioni da compiere in tutta Italia: non vedo l'ora! Per ogni giorno trascorso ad allenarmi, Cesare Borgia è diventato più forte.

Non andrò da solo. Ezio mi comunica che ogni missione verrà assegnata a un gruppo di adepti. Io farò parte del nucleo principale che guiderà le missioni. Spetterà a me scegliere gli altri membri del mio gruppo.

La mia prima scelta è quasi ovvia: voglio l'arciere che mi ha umiliato sui tetti. Cipriano Enu. La sua pelle d'ebano ne rivela l'origine straniera. La vistosa croce al collo lo protegge da persecuzioni religiose qui a Roma. Sfiora con le dita il livido che ho sulla fronte e mi chiede scusa.

Mentre ispeziono gli adepti, una donna mi getta una borsa di denaro. Dice che appartiene a me. Le chiedo come si chiama. Tessa Varzi, risponde. Senza attendere un mio invito, si posiziona accanto a Enu.

Alcuni degli adepti evitano il mio sguardo: non sono ancora pronti per una vera missione. Risparmio loro l'umiliazione.

Non dubito che molti di questi uomini siano più abili di me, ma questa non è una gara. Formo il miglior gruppo possibile.

Siamo pronti. Anche se non useremo l'intero gruppo per ogni missione, siamo in numero sufficiente da supportarci all'occorrenza. Ezio è colpito dalle mie scelte, dice che sono le stesse che avrebbe fatto lui. Ricorda a tutti noi il nostro credo. Ci ringrazia perché ci siamo schierati dalla parte giusta.





Secondo gruppo di ricordi – ABBIAMO I NOSTRI METODI


La nostra Confraternita si cura di equipaggiare i suoi uomini. Quello che ci manca lo prendiamo dai nostri nemici o lo otteniamo dagli alleati in cambio del nostro aiuto. Mentre Ezio muove guerra contro il Borgia qui in Romagna, noi dobbiamo prepararci e approvvigionarci a scapito dei rifornimenti del nemico.

Ricordo 5 – ASSALTO ALLE NAVI
Cesare continua a mandare in esilio i nobili e ne occupa le terre. Ma possiamo rendere le sue conquiste assai meno redditizie. Iacopo Appiano, signore di Piombino, è stato cacciato dalla sua città, fiorente porto marittimo. Ci informa che Cesare intende caricare i beni razziati su diversi mercantili pronti a salpare per Roma. Li saboteremo.

Raggiungiamo il porto di Piombino senza incidenti. Al calar della notte ci avviciniamo alle navi.

I mercenari del Borgia peccano di fiducia in se stessi. Non hanno dovuto lottare per entrare in città, quindi ben poche guardie vegliano sul porto. Che fortuna.

Faccio segno a Enu di eliminare le guardie in assoluto silenzio. Scocca quattro frecce dal suo arco: ogni colpo va a segno! Le guardie cadono a terra morte. Attendiamo qualche minuto, poi saliamo sulla prima nave.

Enu resta di guardia sul ponte, io e Tessa scendiamo sotto coperta. Sgozza gli uomini a bordo con la precisione di un cerusico. Io tappo loro la bocca e muoiono in pochi istanti.

Faccio segno ai miei uomini di seguirmi. Prendiamo tutti gli oggetti di valore che possiamo trasportare e lasciamo la nave, poi Enu lascia cadere una torcia nella stiva. Carichiamo in fretta il bottino sul nostro carro!

Abbiamo recuperato tutto il possibile dalle navi di Piombino e poi le abbiamo affondate. Ai Borgia resta ancora molto da saccheggiare, ma il caos che abbiamo seminato al porto sarà d'ostacolo alle loro operazioni.

Ricordo 6 – IMMIGRAZIONE
Le nostre missioni ben presto ci porteranno in ogni parte d'Italia e oltre. Ci serviranno travestimenti, documenti e valuta straniera. Noi sappiamo tutto dei nostri bersagli e dei luoghi in cui si trovano, ma per tutto il resto ci serve un bravo falsario. Per fortuna ne abbiamo uno di fiducia.

Il vecchio ci dà il benvenuto quando entriamo in casa sua. Enu sorride e avanza verso di lui: da come si stringono la mano, dalla gratitudine negli occhi dell'africano, capisco subito i loro trascorsi. Il vecchio deve avere aiutato Enu ad arrivare a Roma.

Il falsario ci chiede di fornirgli diversi nomi per i documenti falsi. Ci rimprovera per aver scelto nomi altisonanti o di difficile pronuncia. Bisogna scegliere nomi comuni, dimenticabili, che passino inosservati come dobbiamo fare noi.

Ci impartisce una lezione sulle varie valute in circolazione. Ci fa esaminare le singole monete, per riconoscerne il peso e il colore. Per spacciarci per cittadini di una qualsiasi città dobbiamo riconoscere al volo il denaro del posto. I piccoli dettagli sono fondamentali per rendere credibile ogni travestimento.

Il vecchio ci domanda dei prossimi viaggi ed elargisce consigli su acconciature, barba e foggia dei vestiti più adatti. Che scarpe bizzarre ci mostra! I capelli a coprire gli occhi? Che stramberia! E poi la postura: per sembrare dei nobili bisogna stare ben dritti!

Mette alla prova la nostra conoscenza delle lingue straniere. Ognuno di noi ne parla diverse, ma Enu ne padroneggia sette, senza il minimo accento! Tutto merito del vecchio.

Così equipaggiati lasciamo il falsario, ciascuno con nuove identità da utilizzare. Ho compreso l'importanza di un travestimento più curato: non sempre è sufficiente affidarsi al nostro caro vecchio cappuccio!

Ricordo 7 – TOMBE DA SCAVARE
Massa Marittima da tempo è in contrasto con la Chiesa per lo sfruttamento di una preziosa miniera di allume: per questo il papa ne ha scomunicato l'intera cittadinanza. Dal momento che Cesare sta intensificando i suoi sforzi militari, alcuni soldati sono stati inviati a occupare la miniera. Ma noi sbarreremo loro la strada.

Cesare ha mandato uomini inesperti, un gruppo eterogeneo di mercanti e manigoldi pronti ad approfittare delle ricchezze del Borgia. Non si aspettano alcuna resistenza.

Tendiamo loro un'imboscata. C'è una gola sulla via per Massa Marittima. Ci appostiamo in alto e disponiamo gli arcieri.

I mercenari sono nervosi, molti di loro non hanno nemmeno mai combattuto in una vera battaglia. Fanno una gran cagnara! Udiamo il loro vociare mentre si avvicinano.

Enu fa segno agli arcieri. Osserva dall'alto e assegna i bersagli a ciascuno. "Tu colpisci quello grasso col cappello, tu quello con la barba e il mantello viola."

Attacchiamo! Gli uomini cadono a terra come mosche, ciascuno trafitto da una sola freccia. Ne sopravvivono due: Tessa si scaglia su di loro e li zittisce per sempre con la lancia!

Seppelliamo gli uomini lontano dalla casa. Cesare non riceverà mai il messaggio e non avrà accesso alla miniera. I cittadini di Massa Marittima ci hanno ripagato generosamente e siamo certi di poter stringere un duraturo patto di alleanza con loro.

Ricordo 8 – MANEGGIARE CON CURA
Tessa ha un'inquietante passione per i veleni, sa come ottenere il suo scopo, sia esso paralizzare, addormentare, far uscire di senno, simulare una morte apparente oppure, ovviamente, uccidere. Le sostanze che usa non sono facili da reperire, ma ne vale la pena.

Facciamo il giro dei medici di Roma, che vendono dosi extra di medicamenti a prezzi esorbitanti. Tessa insiste che sono soldi ben spesi.

Scendiamo nelle più putride cloache di Roma, dove Tessa stacca dai muri funghi di colore brunastro.

Andiamo a raccogliere fiori selvatici. Alcuni sono bellissimi, ma letali una volta lavorati per estrarne il veleno.

Osservo Tessa separare noci e bacche di varie piante in base al loro effetto. Le suggerisco che avrebbe un futuro come cuoca, ma replica che le sue pietanze risulterebbero alquanto indigeste.

Acquistiamo alcuni minerali che Tessa sminuzza con pazienza. Per non respirarne la polvere si copre la bocca con un panno. Mi suggerisce di fare lo stesso.

Non ho grande esperienza di veleni, ma Tessa mi dice di disporre del necessario per la missione che ci aspetta. Avvolge in un panno dei ferri e delle fiale dall'aspetto sinistro e ripone il tutto nella sua borsa.

Ricordo 9 – TREGUA
Dopo la morte del mio maestro molti dei suoi amici hanno lasciato l'Ordine. Non costituiscono un pericolo, ma non ne conosciamo le intenzioni. Forse anch'essi intuiscono che Cesare Borgia è una grave minaccia per tutti. In tal caso potremmo trovare un accordo.

Gli Assassini si trovano ad Agnadello, dove il mio maestro ha scelto di morire. Il senso di colpa mi assale quando entriamo in città.

Facciamo domande in giro e ci giunge all'orecchio un nome familiare: Rinaldo Vitturi, il guardiano della Sindone.

In meno di un'ora Vitturi ci raggiunge. Gli chiedo perché abbia lasciato l'Ordine. Mi dice che gli Assassini sono troppo cauti, troppo restii a usare il potere di cui dispongono. Gli rispondo che parla come un Templare. Resta interdetto, ma alla fine mi dà ragione.

Gli uomini di Vitturi ci circondano. Non hanno l'aria ostile, ma la minaccia è palese. Lui fa loro segno di allontanarsi. Mi sento sollevato, sono tutti Assassini esperti. Dubito che potremmo affrontarli.

Vitturi mi chiede della Sindone, vuole sapere dove si trova. Non lo so nemmeno io. Ho davanti a me un uomo che ha perso la sua ragione di vita, come i suoi compagni. Li invito a unirsi a noi per sconfiggere il Borgia. Forse le vecchie ferite saranno sanate, forse questi uomini riassumeranno i loro incarichi.

Non so se Vitturi accetterà la mia offerta. Spero di sì: la Sindone sarebbe al sicuro nelle mani di questi uomini.





Terzo gruppo di ricordi – DA LUNGA DISTANZA


La mira di Enu continua a stupirmi. Ezio mi ha assegnato diverse missioni nelle quali sarà decisivo il dono dell’africano. Continuiamo a pungolare Cesare, ma lui diventa sempre più forte e pericoloso. Non basta colpire e poi dileguarsi, ci costringe a mettere a segno colpi sempre più imprevedibili.

Ricordo 10 – OSSERVATORI DEL CIELO
Due studiosi lavorano duramente per comprendere la vera natura del cielo: si tratta di Domenico Maria Novara e del suo giovane assistente, Niccolò Copernico. Sono vicini a una svolta che procurerà grave imbarazzo alla Chiesa, pertanto le loro vite sono in pericolo. Dobbiamo fermare il sicario del Borgia e permettere agli scienziati di proseguire nelle ricerche.

Sappiamo che Cesare ha assoldato un arciere per uccidere i due astronomi. Cercherà una posizione sopraelevata da cui colpirli mentre osservano le stelle dal loro balcone.

Enu si posiziona su un tetto, nell'ombra. Deve tenere d'occhio i tetti, pronto a cogliere ogni minimo movimento senza curarsi degli astronomi. Io invece perlustro l'area attorno a loro.

Le ore passano senza che accada nulla. Forse l'informazione era sbagliata. Un momento! Un'ombra si muove sul balcone vicino!

Enu se ne sarà accorto? Non ne sono certo. Sfodero il mio arco, miro e scocco una freccia che si conficca nel muro, a poca distanza dal sicario dei Borgia. Ora è lui a puntare la balestra verso di me!

Nel petto del sicario si conficcano due frecce in rapida successione! Cade dal balcone, il suo corpo atterra in strada. Enu mi guarda dalla sommità del tetto e gli faccio segno: dobbiamo andarcene in fretta.

Gli astronomi continuano nel loro lavoro, ignari del complotto, ma sappiamo che il papato continuerà a essere una minaccia per la scienza. Alcuni fratelli vigileranno su eventuali nuove interferenze da parte dei Borgia.

Ricordo 11 – APPUNTAMENTO GALANTE
Ezio ha trovato il modo di catturare uno dei sicari di fiducia dei Borgia. Di recente l'ambasciatore veneziano Antonio Giustinian ha scatenato l'ira di Rodrigo Borgia. Per "scusarsi" di aver perso le staffe, il papa ha organizzato per Antonio una cenetta con una delle dame di corte, che sospettiamo essere una sua assassina. Io andrò al posto di Antonio.

Mi vesto da nobile veneziano, con un abito costoso e un elegante cappello. Tessa dice che ci sto prendendo troppo gusto. Porto con me solo le lame celate, altrimenti allarmerei la mia preda.

Enu avanza lungo la strada, passando di tetto in tetto. So che mi sorveglia dall'alto, eppure faccio fatica a individuarlo.

La dama fa la sua comparsa! Non si può dire che sia giovane, ma è piacente. Mi fissa per qualche istante. Rispondo con un sorriso e una galanteria. A quanto pare il travestimento ha funzionato.

E invece no! Mi scaglia contro un pugnale! Schivo, ma mi ferisce di striscio al braccio. Che stupido sono stato! E se fosse stato avvelenato?

La donna corre via in direzione del mercato, facendosi largo tra la folla. Enu tenta un colpo quasi impossibile: non la uccide, ma la ferisce a una gamba! Cade a terra e io la trascino svelto in un vicolo.

Interrogo la sicaria. Come immaginavo, Rodrigo voleva uccidere Giustinian. Ho parlato con l'ambasciatore, gli ho suggerito di stare in guardia. Mi ha risposto che continuerà a mettere i bastoni fra le ruote ai Borgia, se lo proteggeremo da eventuali ritorsioni.

Ricordo 12 – PAROLE DURE
Cesare ha messo gli occhi su Camerino: dobbiamo proteggerla! L'abate Bernardino da anni cospira contro i Borgia all'interno della città, ma la lunga mano della Chiesa sta per colpirlo. Alcuni mercenari sono in viaggio per catturarlo: troveranno noi ad aspettarli!

Incontriamo l'abate e gli chiediamo aiuto per tendere una trappola. Ci mette a disposizione ogni risorsa e stringiamo un'alleanza.

I mercenari si aspettano che le mura di Camerino siano ben difese. In realtà lo saranno meno del previsto: Enu li terrà occupati per distrarli mentre noi sferreremo il vero attacco.

Trasportiamo i cannoni a lato della via d'accesso e li nascondiamo dietro ai cespugli. Io ed Enu percorriamo la strada per assicurarci che non si vedano.

Sono arrivati! Enu e i suoi uomini attaccano, uccidendone parecchi, ma poi devono arretrare per schivare i colpi nemici in risposta. Tutti gli occhi sono puntati sulle mura!

I cannoni fanno fuoco ai fianchi della formazione, sparpagliando uomini e cavalli. I mercenari sono nel panico: si ritirano! Enu ne uccide tre mentre scappano e noi ci occupiamo di quelli rimasti.

L'abate Bernardino per ora è al sicuro. Continuerà a inviarci missive da Camerino, e noi cercheremo di tenere Cesare alla larga dalla città.





Quarto gruppo di ricordi – TOSSICITA’


Ezio ci ha dato diversi incarichi da portare a termine grazie alle doti di Tessa. Sono missioni pericolose, che colpiranno il potere dei Borgia al cuore. Questa è la mia occasione per dimostrare alla Confraternita quanto valgo: saremo la spina nel fianco di Cesare.

Ricordo 13 – SCAMBIO DI CORPI
Cesare ogni mese si dedica a una crudele attività ricreativa: si fa portare dei prigionieri, li raduna in cortile e poi li uccide a colpi di frecce dalla balconata. Intercettiamo il carico di prigionieri, li liberiamo e prepariamo per Cesare una bella sorpresa.

Chiedo a Ezio perché non conficchiamo una freccia nel cuore di Cesare non appena mette piede sulla balconata. Risponde che il nostro scopo è irritare Cesare, spingerlo a commettere errori: dobbiamo far crollare il dominio dei Borgia, ma affrontiamo un esercito che non si disperderebbe alla morte di un solo uomo.

Tessa ha preparato per ciascuno di noi dei piccoli involti di polvere marrone. Non dobbiamo aprirli fino al momento dell'attacco. Ho imparato a fidarmi ciecamente di lei in questo genere di cose.

Le guardie hanno liberato la strada per prevenire eventuali assalti. Per nostra fortuna nessuno si accorge di noi. Avanziamo in silenzio, scivolando di tetto in tetto fino alla via dove passerà il convoglio.

Urlo per richiamare l'attenzione delle guardie, e in quel momento gettiamo loro in faccia la polvere marrone. Cadono a terra, in preda alle convulsioni! Sleghiamo i prigionieri e diciamo loro di dileguarsi senza farsi notare.

Enu taglia la lingua alle guardie paralizzate dal veleno. Le spogliamo e alcuni di noi indossano la loro uniforme. Tessa ci assicura che tra qualche minuto si rialzeranno, quindi aspettiamo. Portiamo le guardie, in grado solo di emettere lamenti, nel cortile del Borgia, lasciando che Cesare completi l'opera.

Le guardie di Cesare urlano e gemono mentre il loro crudele signore si diverte un mondo a bersagliarle. I suoi colpi sono precisi e stermina il gruppo in pochi minuti. Chissà che faccia farà quando scoprirà la loro vera identità...

Ricordo 14 – DIFENDERE LA DUCHESSA
La duchessa di Urbino, Elisabetta Gonzaga, rischia la vita assistendo al Giubileo. Senza dubbio Cesare vede la sua presenza a Roma come un insulto e non resterà a guardare. Dobbiamo assicurarci che la duchessa esca dalla città sana e salva.

Ci vuol poco a individuare la duchessa per le strade di Roma, accompagnata dalla sua piccola scorta. Non è un buon segno: anche il Borgia la troverà in fretta. Le chiediamo di seguirci, ma siamo travestiti da pezzenti e non capisce chi siamo. Annuncia a voce alta che procederà tra la folla, in piena vista!

I suoi strepiti attirano l'attenzione: si avvicinano alcune guardie del Borgia. Il capitano riconosce la duchessa e si prepara ad attaccare!

Getto una bomba fumogena e Tessa intuisce il mio piano. Punge Elisabetta con un ago avvelenato, lei grida ma ben presto perde conoscenza.

La portiamo via dalla folla a bordo di un carro. Quando il fumo si dirada siamo già lontani. Mentre usciamo dalla città incrociamo alcune guardie del Borgia, che non ci degnano di uno sguardo.

Carichiamo Elisabetta su una carrozza diretta a Mantova. Al risveglio si arrabbierà, ma abbiamo pagato il cocchiere perché la porti in salvo.

La duchessa è sopravvissuta al viaggio a Roma e la sua famiglia continuerà a opporsi alle mire di Cesare. Elisabetta Gonzaga sarà una valida alleata in futuro.

Ricordo 15 – LA DISFIDA DI BARLETTA
Charles de la Motte ha messo in dubbio il coraggio della gente italica e ha indetto un torneo per dimostrare la superiorità dei francesi. Ha questionato del nostro valore. I cavalieri combatteranno con onore, ma noi non siamo tenuti a farlo. Non possiamo concedere questa vittoria alla Francia!

Ezio non vuole che partecipiamo al torneo, preferisce trovare il modo di indebolire il nemico prima che esso abbia inizio. Come prevedibile, Tessa ha molte idee a riguardo.

Esprimo dei dubbi sull'utilità della nostra missione. Ezio spiega che essa potrebbe incrinare i rapporti fra Cesare e la Francia, costringendolo ad applaudire i campioni italiani di fronte ai suoi alleati d'oltralpe. Senza contare che Charles de la Motte, che parteciperà alla sfida, è anch'egli un Templare.

Durante la notte c'è un solo uomo di guardia al campo di de la Motte. Come i suoi compagni è molto stanco, di quando in quando si distrae: non è difficile intrufolarci nell'accampamento.

Rovistiamo fra le loro scorte alimentari, cospargendole con piccole quantità di veleno. Tessa mi assicura che i francesi assorbiranno una dose sufficiente e che domani faranno una ben magra figura.

La guardia avanza dritta verso di noi: il piano rischia di fallire! Enu salva la situazione emettendo uno strano verso d'uccello che distrae l'uomo.

Gli italiani hanno sconfitto gli sfidanti francesi. I nostri cavalieri si sono battuti con tale vigore che avrebbero vinto anche senza l'aiuto del nostro veleno. Nessuno ha avuto da ridire sulla vittoria, e i francesi si sono ritirati in buon'ordine.

Ricordo 16 – PROMESSE NON MANTENUTE
Dopo la morte di Marco Barbarigo, la Confraternita ha affidato Venezia ad Agostino Barbarigo, che ha giurato di porre fine alla gestione corrotta di suo fratello e soprattutto al suo legame con i Borgia. Però non l'ha fatto. Tiene molto all'alleanza con il papa ed è diventato famoso per la sua avidità, per le ingiustizie che perpetra. Deve pagare.

Per chiarire la situazione al futuro successore di Agostino, dobbiamo scatenare il panico. Mineremo la sicurezza del doge e lo puniremo in modo esemplare.

La prima lettera consegnata da Tessa contiene semplicemente insulti ed è anonima. Seguiamo Agostino mentre si aggira per la città, interrogando i suoi amici sul senso del messaggio.

La seconda lettera gli comunica che ha un debito da saldare con alcuni "vecchi amici". Terrorizzato, fa visita a diversi usurai e mercenari in città. Salda tutti i suoi debiti in sospeso e si scusa per il ritardo.

La terza è una lettera di minaccia. Gli viene suggerito di osservare bene il cielo, perché presto gli cadrà sulla testa. Si chiude in casa per alcuni giorni, poi si avventura fuori e urla maledizioni al nostro indirizzo, anche se non riesce a individuarci. Le voci girano: ormai è braccato.

L'ultima lettera dice solo: "Addio".

Tessa ha avvelenato Agostino a piccole dosi, mettendo il veleno nelle lettere. Ben presto si ammalerà e morirà. Ci accerteremo che il suo successore capisca bene a chi deve obbedienza.





Quinto gruppo di ricordi – AFFARI IN SOSPESO


Insieme abbiamo sventato molti dei piani dei Borgia in Italia. Per di più abbiamo seminato il terrore tra coloro che avrebbero potuto allearsi con Cesare. Una ritorsione è inevitabile: aspettiamo il contrattacco del nemico.

Ricordo 17 – RITORNO DI FIAMMA
Charles de la Motte ha fatto il suo ingresso a Roma con una banda di mercenari! Che odi l'Italia è risaputo, quindi cosa ci fa qui? Cesare! Se la Chiesa e il suo esercito non lo ostacoleranno, de la Motte scatenerà una vera sommossa in città! Dobbiamo seguirlo.

Come temevamo, gli uomini di Cesare lasciano passare il capitano e i cavalieri francesi. Sono stati invitati a Roma!

Attaccano la gente senza motivo per le strade e la insultano! Sono provocazioni, cercano lo scontro. Vogliono farci uscire allo scoperto.

Molti mercenari romani raccolgono la sfida degli uomini di de la Motte. Le guardie di Cesare minacciano di arrestarli e loro si ritirano!

I cavalieri entrano in una locanda e cacciano anche chi ha già pagato la propria stanza. Il locandiere cerca di protestare, ma viene picchiato.

Una folla inferocita si raccoglie fuori dalla locanda capeggiata dal proprietario in persona. Tra loro ci sono ben pochi uomini d'arme: verranno massacrati!

Siamo sul punto di intervenire quando le guardie del Borgia giungono a disperdere la folla. Sembra che non scorrerà altro sangue questa notte, ma pianificheremo una reazione.

Ricordo 18 – SCELTI CON CURA
I cavalieri francesi si sono divisi in squadroni, ognuno assegnato a una diversa zona di Roma, per costringerci a dividerci. Porto con me Tessa, Enu e un gruppetto degli adepti più abili. Charles de la Motte si pentirà amaramente della sua sbruffonata.

Il gruppo resta unito, a quanto pare conoscono le nostre tattiche. Ma ciò non impedisce che tre uomini cadano a terra colpiti dalle letali frecce di Enu. Spostiamo i cadaveri prima che i francesi si rendano conto che il nostro attacco è già iniziato.

Tessa si aggira tra la folla in abiti civili, offrendo fiori ai cavalieri stranieri. La trattano male, la insultano per le sue origini. Non reagisce agli insulti e scivola via. A quattro uomini ora restano soltanto pochi minuti di vita: l'agonia sarà terribile.

In tre trascinano un mercante in un vicolo per derubarlo del denaro che ha con sé. Io aspetto. Mi scherniscono e si fanno beffe del mio cappuccio!

Zittisco il più spavaldo conficcandogli un dardo in gola: il dispositivo creato da Leonardo funziona davvero a meraviglia!

Gli altri due avanzano verso di me, ma ben presto uno si ritrova il cranio trapassato da una freccia. Gli occhi gli schizzano dalle orbite e cade a terra. Ringrazio Enu e sfodero la spada!

Le budella dell'ultimo uomo si spargono sul selciato e faccio segno ai miei Assassini di raggrupparsi. I piccioni viaggiatori ci portano dei messaggi. Anche gli altri gruppi hanno avuto successo! De la Motte avrebbe fatto meglio a farsi bastare l'avvertimento di Barletta!

Ricordo 19 – FUOCO DI COPERTURA
Enu attira la nostra attenzione facendo il verso di un animale: guai in vista. Convergiamo verso la sua posizione e ci fa segno di tacere, indicando alcuni tetti in lontananza. Gli archibugieri francesi si sono appostati sui palazzi della città e tengono di mira le strade sottostanti.

Estraiamo gli archi, ma Enu ci ferma! Indica la folla sottostante. Ha ragione: se mancassimo il bersaglio le frecce cadrebbero sui passanti innocenti.

Chiedo a Enu se è certo di andare sempre a segno. Annuisce e per tutta risposta uccide un uomo a quattro edifici da noi! Perotto era il miglior tiratore che conoscessi, ma persino le capacità del mio maestro sono nulla a confronto di quest'uomo.

Mi calo su un balcone e procedo lungo le facciate degli edifici. Senza che nessuno mi veda agguanto un uomo dal basso e sento l'osso del suo collo rompersi quando atterra!

Mi hanno individuato! Un francese mi spara, il proiettile si conficca nel muro alle mie spalle. Perdo l'equilibrio e cado, ma riesco ad aggrapparmi a una trave!

La folla grida e si disperde. Con il braccio libero punto all'archibugiere: è lontano, non riesco a ucciderlo con uno dei miei dardi, ma lo colpisco in mezzo alle gambe. Non sarà morto, ma resterà fuori combattimento per un po'!

Enu uccide i francesi rimasti prima ancora che io riesca a mettere piede sul tetto. Abbiamo vinto questo scontro, ma ora de la Motte sa che siamo qui!





Sesto gruppo (segreto) di ricordi – TEMPESTA DI FUOCO


Siamo caduti nella trappola di Cesare! Sapeva che gli uomini di de la Motte ci avrebbero fatti uscire allo scoperto, dando l’opportunità ai suoi di prenderci. Che stupido sono stato!

Ricordo (segreto) 20 – ASSEDIO
I francesi sommati agli uomini dei Borgia sono troppi per noi. Ci trinceriamo nella locanda! Fuori il nemico si schiera e ben presto dalle finestre non vediamo altro che uomini armati fino ai denti.

Blocchiamo la porta con sedie e tavoli. La barricata non servirà a molto, ma almeno avremo qualche minuto in più per pensare!

Una freccia entra da una finestra e mi sfiora il volto! Enu per vendicarsi mutila l'arciere che mi ha quasi ucciso.

Sbarro la finestra con un tavolo per evitare altre sorprese. Il locandiere fa capolino con martello e chiodi e mi aiuta a fissare questa protezione di fortuna.

La porta inizia a cedere sotto i colpi d'ascia dei nostri assalitori. Ci intravedono attraverso le fenditure che hanno aperto, ma ci sono ancora troppi ostacoli, non riescono a sfondare!

Tessa scocca una paio di dardi con la sua balestra, colpendo due uomini. Non si tratta di ferite gravi, ma ben presto i due crollano a terra morti!

Cerchiamo di mettere a punto un piano, ma non abbiamo molte opzioni e il clamore che giunge da fuori non ci aiuta a pensare. Come possiamo comunicare con Ezio? Ci risponderà in tempo?

Ricordo (segreto) 21 – STANATI
La porta cede! Un gran numero di arcieri scaglia frecce infuocate nella stanza. Il locandiere urla non appena si rende conto della situazione: il fumo ci ucciderà ben prima del fuoco!

L'incendio dilaga nella stanza, le pareti e le travi in legno si inceneriscono. Fuggiamo per le scale!

Gli occhi lacrimano e ci manca l'aria! Ci copriamo la bocca con dei fazzoletti, ma il locandiere non ne ha uno a portata di mano. Gli cedo il mio e trattengo il fiato!

Il pavimento crolla sotto di noi, trascinando con sé alcuni Assassini! Urlano mentre scompaiono fra le fiamme. Sento un grido di donna. Tessa!

Enu mi trascina via, la piangeremo più tardi. Non posso pensarci! Com'è potuto accadere tutto questo?

Raggiungiamo l'ultimo piano! Dalle finestre ci investe una pioggia di frecce, come se il fuoco non bastasse!

L'accesso al tetto è bloccato! Possiamo uscire dalla finestra e arrampicarci, ma il locandiere è troppo anziano per farcela. Quando i primi Assassini iniziano a salire, lo capisce subito. Penso a come issarlo lassù, ma sappiamo entrambi che non c'è modo. Ci dice di andare e di non preoccuparci per lui.

Ricordo (segreto) 22 – MARATONA
La luce del sole ci ferisce gli occhi! Esco dalla finestra, ma mentre mi arrampico vengo sfiorato da un proiettile. Tutto attorno a noi, appostati sui tetti, ci sono gli archibugieri dei Borgia. No!

Raggiungo il tetto e cerco qualcosa dietro cui ripararmi. Non c'è niente! Un colpo mi ferisce al fianco!

Enu scocca frecce in rapida successione. Uccide mezza dozzina di uomini, ma ce ne sono dieci volte tanti sui tetti. Anche lui viene ferito, al collo!

Rotolo accanto a Enu e gli tampono la ferita con un fazzoletto. Ben presto si impregna di sangue.

Trascino Enu senza nemmeno sapere dove. Non c'è via di fuga! Stiamo per morire!

Inciampo nei cadaveri dei miei fratelli. Così tanti morti! Ho fallito.

Enu e io ci sediamo schiena contro schiena, lottando per restare coscienti. Siamo sfiniti. Le guardie di Cesare stanno venendo a ucciderci. E all'improvviso... un rumore terribile!








SEGUICI SU
FacebookTwitterGoogle+YouTube


PAGINA FACEBOOK


VIDEO


ULTIMI COMMENTI