Un nuovo inizio - Parte 2
Markuz, 17 Febbraio 2014

Riprendiamo l'analisi delle lettere di Thom Khavanagh da dove l'abbiamo lasciata, dal nostro giovane saggio alle prese con Peter Beckford, l'uomo per cui lavora in Giamaica.



11. PETER BECKFORD IL VECCHIO

Devo scrivere qualche parola sul mio datore di lavoro, perché è stato a causa delle sue conoscenze che sono andato incontro a tali situazioni pericolose. Peter Beckford era un uomo di grande carisma e orgoglio. Nel 1662 giunse in Giamaica ed in soli 10 anni si procurò velocemente un considerevole appezzamento di terreno che seminò con la canna da zucchero appena fu in grado di farlo.
Al mio ingresso nelle sue cerchie, possedeva - affermava che dipendeva tutto da lui - una delle più grandi proprietà terriere private di tutto il mondo, rivaleggiata in dimensione soltanto da re e imperatori. Questo stesso sfarzo si applicava al numero di schiavi al suo servizio;- mentre era arrivato in Giamaica con un accompagnamento di tre (schiavi) , ora ne possedeva circa trecento.

Uomo d'affari scaltro e implacabile, il signor Beckford era conosciuto anche per essere soggetto a un temperamento dotato di potenza ciclonica;- Collera e furia e ostilità erano i principali mezzi con cui venivano portate a termine le discussioni che non si chiudevano immediatamente a favore del signor Beckford. Comunque è sempre stato gentile con me e tanto cordiale quanto si potesse sperare da un datore di lavoro. Ma voglio attribuire questo alla mia reputazione ai suoi occhi;- era un uomo tradizionale con un rispetto per il ceto sociale e per il lignaggio.

In passato era stato governatore de facto dell'isola, ed anche se non era più un uomo di stato al mio arrivo, portava ancora i segni di un uomo che si sentiva in dovere naturale di comandare. Inoltre, dava ai suoi legami politici lo stesso profondo valore che dava al suo zucchero ed al denaro che questo gli portava;- e fu in questa situazione, in seguito all'arrivo di un soldato spagnolo, che incontrai l'uomo che avrebbe cambiato la mia vita in peggio, per sempre - un giovane di nome Laureano Torres



“Hai intuito bene Adé, ho appena sentito uno
degli uomini di Beckford che parlava in maniera
pomposa della sua piantagione”
Il nostro Saggio riprende da dove aveva lasciato e dedica l'undicesima lettera a Peter Beckford, il suo datore di lavoro. Thom dunque giustifica in termini di trama ed anche storicamente come sia arrivato ad avere a disposizione i suoi possedimenti ed anche la sua collezione di manoscritti e manufatti.

Rimanendo in tema Beckford, la versione italiana ne dà una rappresentazione più negativa rispetto a quella inglese. Nell'originale infatti non si parla del "malcelato disprezzo" per le origini di Thom indicato nelle lettere italiane, né si fa riferimento al fatto che la posizione sociale di Thom sia "infima" secondo Beckford, anche questo presente nei file nostrani. Inoltre, nel finale della lettera in italiano si afferma che Beckford "godeva di amicizie politicamente influenti che aveva instaurato grazie al proprio denaro" una caratterizzazione negativa ed una traduzione errata rispetto all'originale "his political Connexions he valued as deeply as his Sugar and the Money it brought him" che indica semplicemente come Beckford desse tanta importanza alle sue conoscenze politiche quante ne dava allo zucchero (neanche menzionato nella traduzione italiana) ed al denaro che da questo derivava.

Come affermato nella precedente lettera sembra davvero che a questo punto Thom abbia messo da parte le voci ed i ricordi che aveva sentito in giovane età, ma è proprio in questo momento che interviene uno nei protagonisti della trama principale di AC4, ovvero Laureano Torres, il Gran Maestro dei Templari nei Caraibi, in questo frangente ancora un semplice soldato spagnolo.

12. ARRIVA IL TEMPLARE
Concept art di Laureano Torres
Fu nel mese di aprile del 1673 che scorsi il galeone nel porto di Kingston, che batteva i colori olandesi,cosa che mi sembrava strana ma non improbabile. Era comunque uno stratagemma, perché il carico della nave era quasi sicuramente spagnolo; - un gentiluomo di nome Torres, una volta soldato dell'esercito spagnolo , ora emissario per conto del suo re. O almeno così disse a Peter Beckford. Seppi successivamente che si definiva Templare , e che aveva fatto visita alla piantagione di Beckford per dare un'occhiata alla strana collezione dei manoscritti raccolti da mastro Beckford.

Torres si trovava dal signor Beckford da due giorni quando un altro oggetto attirò tutta la sua attenzione;- vale a dire, me. La vista del mio viso stimolò in lui una strana sorta di eccitazione, che trovai del tutto spiacevole in un primo momento, fino a quando non mi ha tempestato di domande che mi hanno colpito nel profondo del mio animo. Mi ha detto, una sera dopo cena, "Sentite delle voci, signor Kavanagh?" - "In che senso?" ho risposto, fingendo ignoranza, anche se in realtà ero profondamente scosso. "Voci dal buio della vostra mente. O ricordi, per essere più chiaro, come se provenissero da una vita completamente diversa". E qui rimasi terrorizzato.- Com'era possibile che quest'uomo conoscesse lo strano enigma della mia vita come se fosse un banale fatto storico?

"Non capisco cosa intendiate, mastro Torres", ho detto io, e presi congedo da lui, in maniera tanto ansiosa quanto lo ero io. "Buonanotte a voi, signore" disse lui, mentre me ne stavo andando. "Parleremo di nuovo quando sarete riposato e pronto a parlare". Ancora scosso, gli augurai la buona notte e mi diressi alla mia camera da letto, sentendo che un'altra visione stava arrivando impetuosamente. Quando raggiunsi il mio letto, caddi in entrambi ..


Thom in questa lettera ci dà subito un riferimento temporale: ha 21 anni quando incontra per la prima volta Torres, che si presenta inizialmente come emissario del re di Spagna (correggendo la definizione di soldato data nella lettera precedente) e successivamente arriva addirittura a far sapere di far parte dei Templari. La ragione per cui Torres si presenta da Beckford è la consultazione della sua grande collezione di manoscritti, motivazione che dà ulteriore importanza agli stessi tanto da non renderli dei meri oggetti collezionabili dato l'interesse dei Templari. Inoltre da questa lettera sappiamo che nel 1673 i manoscritti erano ancora riuniti sotto Beckford mentre nel 1715 (anno in cui iniziano le vicende di AC4) sono già sparsi per le isole caraibiche, il più delle volte protetti da guardie. Questo significa che i manoscritti in qualche modo sono stati trafugati (forse era questo l'originale intento di Torres?) e poi in qualche modo sono andati dispersi esattamente come è successo alle pagine del Codice di Altair.

Torres, però, si dimostra molto fortunato, perché qualunque fosse il suo intento con la collezione di Beckford, trova Thom e riconosce in lui la figura di un Saggio, oggetto delle attenzioni dei Templari (e degli Assassini) ben più dei manoscritti di Beckford.
“Sono passati quarantacinque anni da quando è
stato visto l'ultima volta un vero Saggio”
Torres si agita per questa scoperta e inizia a tempestare Thom con domande più che dirette sulle sue voci e sulle sue visioni, arrivando addirittura a parlare di tali eventi come appartenenti ad una vita diversa da quella di Thom stesso. Questo significa che i Templari già nel 1673 sapevano bene come funzionasse la vita di un Saggio (eterocromia, caratteristiche facciali, ricordi e voci provenienti dall'epoca CVP ed anche l'eventuale collegamento all'Osservatorio). In base alle sue domande, inoltre, possiamo anche dedurre che Torres già più di vent'anni prima di AC4 fosse un templare di alto rango, (dalla lettera 17 verremo a sapere che è già Gran Maestro), tale da avere accesso a tutte queste informazioni. E' questa, dunque, la comparsa di un vero saggio risalente a 45 anni prima di cui parla Du Casse all'inizio di AC4.

Thom rimane terrorizzato da quanto Torres sappia della sua condizione senza mai averlo conosciuto. E' un Thom molto diverso da quello ormai esperto del 1706 che nella prima lettera scrive di voler fare da "voce amica" per eventuali altre persone nel mondo che soffrono il suo stesso turbamento d'animo. Qui Thom ancora crede di essere unico al mondo, in una condizione difficile ma ancora sopportabile e che addirittura è riuscito ad allontanare da sé per qualche tempo. La reazione di terrore è dunque giustificata e dunque anche il suo allontanarsi pieno d'ansia. Le domande di Torres, dunque, riportano alla mente di Thom tutto quello che aveva accantonato, da qui il motivo del riaffiorare delle visioni come quella della lettera successiva.


13. UN'ALTRA SPAVENTOSA VISIONE

Di seguito riferisco un'altra visione..

IO E UNA DONNA ; -

"Mio amato " disse lei, con una voce così intima e familiare." I nostri colleghi cospirano contro di noi. Tergiversano e sospirano, rassegnati al loro destino, contenti di sostenere gli umani. Ma c'è speranza per noi; c'è la possibilità che possiamo abituare i nostri corpi al gelido mondo, all'atmosfera avvelenata, ed alla stessa guerra. Mi aiuterai? Ti sottometterai?"

E qui, sento la mia voce in risposta: - "Sì , Mia amata. Che cosa devo fare?"

"Trasferimento" disse lei "Il trasporto delle nostre menti da questi nostri vecchi corpi a forme nuove. Corpi meccanici , forse ,o in quelli dei nostri strumenti, i nostri umani. In poche parole , credo che ci possa essere un modo per trasferire tutto quello che sappiamo e tutto ciò che siamo in altre forme, in questo modo potremmo sopravvivere al cataclisma imminente e vivere per vedere la nostra gente ripopolare la Terra, e recuperarla da coloro che abbiamo stupidamente liberato su di essa."

"Trasferimento" dissi ad alta voce. "Le nostre menti in contenitori alternativi? Una prospettiva pericolosa, ma ragionevole."

"Sì!" disse lei, "E chi meglio per fare questo salto nel buio di te, il mio amato marito. Con un'intelligenza senza precedenti. Una costituzione fisica senza rivali. Architetto dell'Osservatorio, Supervisore degli strumenti dell'Eden, la luce più brillante della nostra civiltà. Se non sei in grado tu di fare questo salto, forse nessuno lo è .."

E qui io risposi;-- "Io farò questo per te, mia amata. Per noi e il nostro popolo.."



Come mostrato nelle prime lettere, la locuzione "mio amato/a" (o meglio ancora la versione inglese "beloved") contraddistingue, almeno in AC4, il modo in cui Giunone ed Aita si definiscono. Da qui dunque, si capiscono subito i due interlocutori del dialogo.

Giunone, dunque, nel suo classico amore per gli umani e per i propri simili, parla con Aita, affermando che i loro colleghi CVP si sono rassegnati alla sconfitta ed al loro destino affidandosi agli umani stessi. Con questa frase riprende il discorso di Tinia alla lettera 8, con la sua rassegnazione all'estinzione nel giro di un secolo ed il suo sostegno all'idea di Minerva del trasferimento di generazione in generazione delle informazioni apprese dagli uomini. Il discorso presente in questa lettera, dunque, va considerato di poco successivo a quanto visto nella lettera 8.

L'espressione da "amore per gli
umani" classica di Giunone
Di fronte a questa prospettiva, Giunone propone un'alternativa dedicata alla salvaguardia dei CVP piuttosto che degli umani: la possibilità di "abituare" i loro corpi, o meglio le loro essenze, alla guerra ed all'atmosfera "velenosa" intesa probabilmente come l'atmosfera successiva all'imminente catastrofe.

E' qui che Giunone propone quello che poi si sarebbe rivelato essere il sesto metodo, ovvero quello della trascendenza, qui chiamata trasferimento. L'idea di Giunone è, come già avevamo visto in AC3 ed analizzato nell'articolo dedicato ai sei metodi di salvezza quella di trasferire la mente e dunque la coscienza dai corpi dei CVP ad altri contenitori, per esempio meccanici (come le macchine del Grande Tempio in cui Giunone trasferirà la propria coscienza) oppure direttamente gli "strumenti" dei CVP (come si è visto con Consus in Project Legacy). Vorrei inoltre far notare la definizione di strumenti relativa agli uomini, che torna dopo la citazione di Tinia, sempre nell'ottava lettera - anche in questo caso assente nella traduzione italiana.

La risposta di Aita, anche in questo caso come nel discorso dell'ottava lettera sembra inizialmente più di carattere tecnico, volta a valutare la fattibilità del progetto piuttosto che le motivazioni o le conseguenze che ne dipendono. Aita, anche in questo caso, afferma che si tratta di un’idea fattibile anche se ne sottolinea la pericolosità.

Forse vedendo un filo di dubbio, forse per cercare di ingraziarselo o forse semplicemente per lusingarlo, Giunone inizia a tessere le lodi di Aita affermando che solo lui può essere in grado di realizzare l’idea della trascendenza. Dalle lodi di Giunone, infatti, veniamo a sapere diverse informazioni sulla figura di Aita che ne elevano l’importanza: non solo Aita è dotato di intelligenza e costituzione fisica diversa dal normale, ma è anche stato l’Architetto dell’Osservatorio ed il Sovrintendente degli strumenti dell’Eden, ed in quanto tale è la luce più importante della (Prima) Civiltà. Entrambe le ultime informazioni sono importanti perché in prima istanza l’essere “architetto” dell’Osservatorio implica aver progettato all’epoca di questa conversazione tutte le funzioni dell’Osservatorio stesso (tranne quelle relative ai saggi), dalla sfera armillare all’insieme di fiale al sistema di sicurezza.
Vista dall'alto dell'Osservatorio
Questo significa inoltre che l’Osservatorio già ai tempi era avviato e funzionante e dunque che anche la sua funzione era richiesta ed utilizzata già allora. Chi spiavano dunque i CVP tramite l’aiuto tecnologico di Aita?Altri CVP? O forse l’Osservatorio è nato nelle vicinanze della guerra con gli umani per “scopi bellici”? Forse la seconda possibilità ha maggior peso perché l’Osservatorio presenta diverse file di posti a sedere intorno all’altare centrale e questo significa che probabilmente l’attività di osservazione potesse essere effettuata da qualsiasi CVP o per lo meno da molti, non necessariamente una cerchia ristretta come è avvenuto per i metodi di salvezza.
In seconda istanza Giunone ci dice che Aita è stato supervisore / responsabile di quelli che chiama “strumenti dell’Eden”, facilmente assimilabili ai Frutti dell’Eden. Il fatto che ci sia Aita dietro la realizzazione dei Frutti dell’Eden, inoltre, dimostra la sua potenziale importanza nella saga, soprattutto per le uscite future, dato che se ha fatto da supervisore conosce tutti i segreti e le abilità di questi manufatti e questo quasi sicuramente è ad appannaggio anche dei Saggi. La menzione "strumenti dell'Eden", inoltre, come segnala il nostro Hephaestus potrebbe essere un appoggio all'idea che intende i Frutti dell'Eden come nati/provenienti dall'omonima struttura che abbiamo visto nel video della Verità di AC2.

L’ultimo importante elemento di questo dialogo è la frase pronunciata in chiusura da Aita. Il nostro CVP infatti è d’accordo con Giunone, o meglio afferma che tenterà la realizzazione del trasferimento / trascendenza per lei, per loro e per il loro popolo. In questa frase si vede un Aita che lavora per salvare la propria civiltà, molto più incline ai propositi di Giunone (quelli di salvaguardia dei CVP, non quelli di odio verso gli uomini) rispetto all’Aita della lettera 8, in cui sosteneva la fattibilità dell’idea di Minerva e veniva fortemente contrastato dalla sua amata Giunone. Possibile dunque che sia bastata un’adulazione per fargli cambiare idea? O è successo qualcos’altro che non sappiamo?


14. L'ASSASSINO

Perso come ero nella mia visione, non vidi la busta scivolata al di sotto della porta della mia camera da letto. Diceva così: "Egregio signore, perdonate l'allarme che devo aver sollevato con le mie domande, ma voi avete lo stesso aspetto di un uomo che i miei colleghi ed io abbiamo desiderato fortemente di incontrare. Consentitemi un'udienza e vi spiegherò tutto. Il vostro amico, Laureano Torres"

Ponderai su questa Lettera per un po' di tempo quella sera, chiedendomi che cosa potesse significare che io avessi lo "stesso aspetto" di un uomo che conosceva, e perché questo avrebbe dovuto sollevare così tanta attenzione. Pensai a questo per ore, camminando per la stanza con l'idea di scivolare via dalla mia camera, quando ad un tratto sentii una rapida successione di colpi di pistole e fucili, fuori in giardino. A sentire le mie orecchie sembrava che fosse scoppiata una guerra con me come passante al suo centro..

Caddi in ginocchio e mi nascosi sul lato opposto del mio letto, lontano dalla finestra, e chiusi i miei occhi. Ma mentre facevo tutto questo, una voce mi chiamò dalla porta della mia camera. "Signor Kavanaugh!" disse. Alzai la testa ed aprii i miei occhi e vidi una figura che definiva un terribile profilo;- incappucciato e vestito di terra di Siena scuro, l'uomo alzò un piccolo tubo alle sue labbra e soffiò. Sentii una puntura sul collo, come se fosse stata causata da una zanzara. Aprii la mia bocca per protestare, ma allora mi colpì una ondata di fatica e mi addormentai.


Thom conferma la sventura che gli porta Torres con questa lettera. Il Templare gli lascia una lettera per cercare di portare Thom dalla sua parte per spingerlo a parlare e raccontare di se stesso, essendosi accorto di aver spaventato il nostro protagonista. Thom legge la lettera, soffermandosi sul particolare dell'aspetto identico ad un'altra persona indicato da Torres, e rimane a pensarci per ore con l'idea di fuggire quando improvvisamente sente una sparatoria al di fuori della propria camera. La lettera termina con l'ingresso in scena di un incappucciato, l'agente assassino che ha guidato l'assalto alla camera di Thom e che mostra di conoscere il suo nome. Subito dopo il nostro viene colpito da quello che sembra essere un dardo soporifero (nella versione italiana viene detto apertamente) e cade immediatamente addormentato.

E' interessante vedere come l'attacco degli Assassini si sia verificato solo poche ore dopo che Torres si è accorto del fatto che Thom fosse un Saggio a causa dei suoi lineamenti e non prima. E' dunque lecito ipotizzare che fossero presenti delle spie assassine presso le piantagioni di Peter Beckford (magari anche loro interessate alla sua collezione) oppure presso il seguito di Torres o lungo la sua rete di contatti, nel caso Torres avesse informato qualche collega templare di quello che aveva trovato.


15. IL RIPOSO E RISTORO

Mi svegliai qualche giorno dopo, in un vivace villaggio di nativi in presenza di quello stesso uomo, molte leghe dal luogo che chiamavo casa. Nativo anche lui, con un viso forte e serio ma gentile, disse di chiamarsi Bahlam, e mi disse di non avere paura.

Stranamente, non ne avevo;- perché il suo comportamento era calmo e le sue parole erano gentili. Gli chiesi perché mi avesse portato in quel posto. La sua sorpresa sembrava genuina , e mi disse: "Tu sei un Saggio. La tua faccia lo dice chiaramente;- I tuoi occhi soprattutto." Non sapevo cosa fare di questa ipotesi. Continuò;- "Sei soltanto uno dei tanti appartenenti ad una lunga stirpe di uomini identici;- uomini nati fuori dal loro tempo originale. Il tuo aspetto e la tua anima sono un modello, ripetuto attraverso i secoli. Spesso passano uno o più secoli senza la comparsa di un saggio; altre volte ne nascono due nello stesso decennio. Non sappiamo perché".

E che mi prenda un colpo, ma capivo tutto quello di cui parlava in qualche maniera intrinseca, eppure ciò mi spaventava lo stesso. Come poteva essere che fossi un uomo rinato? Come poteva essere che io avessi già vissuto una vita e stessi arrancando lungo una seconda mentre ancora meditavo sulla prima? Trascorsi molti giorni con questo Bahlam, ed in quel periodo mi raccontò tutto quello che sapeva, e poi mi fece delle domande a sua volta a cui sperava che potessi rispondere...



Anche qui purtroppo devo segnalare un errore di traduzione. Mentre nell'originale Thom chiede al suo rapitore perchè sia stato portato dove si trova adesso e quest'ultimo gli risponde che lo ha fatto perché è un Saggio, continuando poi con la spiegazione, nella versione italiana Thom chiede in che luogo si trovi, domanda per cui la risposta "Tu sei il Saggio" risulta per forza di cose illogica.

Artwork di un villaggio nella giungla
Thom si risveglia qualche giorno dopo in un villaggio di nativi insieme all'assassino che dice di chiamarsi Bahlam. Stranamente Bahlam non gli ispira paura come era successo con Torres, anche ascoltando le sue parole. Bahlam finalmente racconta a Thom alcune nuove informazioni su quello che sta vivendo: lo definisce per la prima volta "Saggio" e gli dice di far parte di una lunga stirpe (anche se il termine non è corretto come vedremo, perchè i Saggi non hanno legami generazionali tra di loro) di uomini identici, con gli stessi tratti somatici, in cui l'aspetto e l'anima (intesa come la personalità e l'insieme dei ricordi) sono un modello ripetuto costantemente nel tempo. L'assassino, inoltre, aggiunge l'importante fatto che i Saggi sono esseri nati fuori dal loro tempo originale ed anche che la comparsa dei saggi è casuale: a volte appaiono a distanza di un decennio (e non "altre volte ne nascono due assieme", come indicato nelle lettere italiane, cosa che poteva lasciar pensare anche ad un parto gemellare di Saggi), altre a distanza di più secoli.
Questo dialogo ci fa capire quanto gli Assassini sapessero dei Saggi già nel 1700 e quanti fossero i dati in loro possesso. Gli incappucciati infatti dovevano aver incontrato o aver saputo di molti Saggi per poter calcolare la distanza temporale tra le loro comparse e dovevano anche averci parlato per sapere che fossero " fuori dal loro tempo originale" ed in qualche modo intendere non solo che avevano ricordi e visioni che a loro non appartenevano ma anche che gli stessi ricordi e visioni fossero gli stessi per ogni saggio.


16. L'OSSERVATORIO

Per diversi giorni ho soggiornato con il mio rapitore, Bahlam, chiedendogli ogni sorta di domande mentre lui faceva lo stesso con me;- e per tutto il tempo mi chiesi che destino avesse previsto per me. Infine, nel settimo giorno rivelai ciò che pesava sul mio cuore.

"Cosa volete da me, Signore, dato che mi tenete prigioniero in questo modo?" Ed a questo, Bahlam rise e rispose "Tu non sei prigioniero, Saggio! Puoi andartene quando vuoi. Dicci solo dove vuoi essere lasciato, e se rientra tra le nostre possibilità, noi ti ci porteremo."

Questa risposta mi sorprese, e poi mi fece infuriare;- "Perché allora mi avete portato via in un modo così diabolico? Rapendomi, oltretutto!" E lui mi disse in risposta "Il tuo padrone ospitava un Templare, e potrebbe esserlo lui stesso ora. A questi uomini non deve essere affidata una ricompensa così preziosa quanto te. Evitali, perché cercano la conoscenza che si nasconde nella tua mente. I tuoi sogni, i tuoi ricordi, e la posizione di un luogo, una volta a te caro... l'Osservatorio"

Questa parola risuonò nelle mie orecchie, perché l'avevo già sentito prima. Un'altro ricordo di un tempo molto lontano. "E che cosa desiderate VOI da me, signore?" Gli chiesi. "Anche voi volete carpire i segreti sepolti dentro di me?" Bahlam sorrise;- "Io non li eviterei, ma condividerli è una cosa che devi decidere tu. I tuoi segreti sono di tua proprietà... e solo a te sta se decidere di condividerli"


Thom rimane per qualche giorno con gli Assassini, conversando con Bahlam e con sua sorpresa scopre che sebbene sia stato rapito, lui non è prigioniero. Bahlam spiega che la motivazione del suo veloce rapimento è da ascriversi alla presenza di un templare alla corte di Beckford, ovviamente Torres. Bahlam sostiene che i Templari siano alla ricerca delle informazioni presenti nei suoi ricordi e che siano interessati a lui per ottenere la posizione dell'Osservatorio, lo stesso luogo obiettivo della ricerca dei protagonisti di AC4. La parola "Osservatorio" riecheggia nella mente di Thom perchè l'ha già sentita in uno dei ricordi di Aita, nello specifico quello presente nella lettera 13.
La lettera si chiude con Bahlam che non nega che accetterebbe di conoscere i segreti di Thom, ma che lo lascia nella piena libertà di condividerli o meno, in linea con la libertà di pensiero e comportamento proposta dalla filosofia assassina.


17. IL MIO CONGEDO

Dopo il mio difficile discorso con Bahlam , mi presi un giorno per rimuginare su quello che si sarebbe dovuto fare. Idee strane ed incerte combattevano nella mia testa per la supremazia, e non rimanevo su un idea per molto prima che la sua opposta mi sembrasse una scelta migliore. Eppure, alla fine presi la mia decisione.

"Signore, siete stato gentile con me" Gli dissi;- "E la mia fiducia in voi è completa. Eppure non posso condividere le mie visioni ed i miei ricordi, senza prima capirli io stesso. Devo quindi prendere congedo e viaggiare in segreto verso un luogo che ha occupato i miei pensieri molti anni."

Bahlam sorrise e disse:- "Capisco bene, e credo nella tua causa. Trovare l'origine delle tue visioni ti farà molto bene. Va', dunque, e rispondi a questi enigmi. Ti forniremo tutte le provviste affinché tu possa viaggiare in sicurezza." Al che io risposi; "Grazie, signore. E se quello che troverò mi soddisferà, tornerò qui e vi fornirò risposte che possano soddisfare anche voi."

Nei giorni successivi, Bahlam fu fedele alla sua parola. Con il suo giovane figlio, Ah Tabai, a seguito, mi portò per prima cosa in un villaggio di pescatori vicino alla sua zona e mi diede mappe e denaro prima di pronunciare un avvertimento. "I Templari sono recentemente arrivati nelle Indie Occidentali, e questo Torres è il loro Gran Maestro;- Ed anche se adesso sono pochi in numero, presto ce ne saranno altri. Stai attento a loro, e non fidarti delle loro suppliche. Perché quello che non riescono ad ottenere tramite la conversazione, lo prenderanno con la forza."

E con questo, ed un caloroso commiato, mi congedai da questo "Asssassino" e partii verso luoghi sconosciuti, con un vago senso di determinazione che mi portava avanti...



Artwork di Tulum
Il discorso con Bahlam citato nella lettera precedente rende pensieroso Thom il quale impiega un intero giorno prima di prendere la sua decisione. Il nostro Saggio decide di non condividere quanto in suo possesso dei ricordi di Aita fino a quando non sarà anche lui in grado di comprenderli e per fare ciò fissa come suo obiettivo il luogo che ha occupato i suoi pensieri per molti anni, ovvero l'Osservatorio (in italiano ancora una volta il riferimento è perso perché la frase corrispondente è "Pertanto devo andarmene di qui e trovare un posto sicuro in cui sondare i miei pensieri per lungo tempo"). Bahlam sorride e mantiene la promessa della lettera precedente in cui aveva detto che lo avrebbe dotato di tutto punto per poterlo condurre fino a dove poteva. E così fa, portandolo ad un villaggio vicino al complesso degli Assassini "con il suo giovane figlio, Ah Tabai, a seguito". Da questa lettera veniamo dunque a sapere che Bahlam è il padre di Ah Tabai e tenendo conto che Ah Tabai è il Mentore degli Assassini di Tulum nella prima metà del Settecento, allora possiamo ipotizzare con un certo grado di sicurezza che Thom al momento si trovi proprio a Tulum ed anche che Bahlam sia un assassino di alto livello se non Mentore a sua volta. Ciò sarebbe avvalorato dalle informazioni in suo possesso sui movimenti dei Templari, da quello che sa di Torres ed anche dalla sua presenza nell'attacco alla residenza Beckford.
Come ultimo dialogo Bahlam avvisa Thom di stare alla larga dai Templari perché pur di ottenere quello che vogliono useranno la forza. Thom probabilmente accetta il consiglio e con un caloroso saluto si congeda dagli Assassini verso la sua meta finale.


18. LA MIA RICERCA

Dopo aver lasciato Bahlam, mi imbarcai su una nave di mia proprietà e viaggiai per circa un anno nelle Indie Occidentali, navigando con un piccolo equipaggio in ogni tipo di giungla, playa e spiaggia, cercando un segno, o una forma particolare del terreno che potesse suscitare in me un ricordo.

Lungo la mia strada incontrai molte brave persone che mi fecero dei grandi favori, e offrivano lavoro in cambio di ulteriori provviste. In questo modo, fui in grado di conoscere la gente del nuovo mondo e del vecchio, e trovai in tutti loro le stesse speranze e desideri. Viaggiare è davvero la migliore educazione.

Poi , dopo il mio tredicesimo mese in viaggio, trovai il mio obiettivo nel profondo entroterra, su un'isola conosciuta;- ecco era qui, il luogo che Bahlam aveva chiamato l'Osservatorio. Oh, quali ricordi mi suscitò quel luogo! Ben prima di gettare gli occhi sulla sua struttura, sapevo di essere arrivato al posto giusto. Lasciando i miei uomini a riva, passai da solo attraverso giungle e profonde caverne, arrivando finalmente al luogo, e mi meravigliai alla sua strana e potente presenza.

Senza suggerimenti, sapevo cosa fare;- feci pressione col mio dito su quello che sapevo essere un portale, ed alla sua apertura, entrai. Quello che vidi in quel luogo, però, dovrà rimanere un mistero, perché il mondo non è ancora pronto per sentire i miei racconti, che dovrebbero suonare come stregoneria per tutti, tranne che per il mio amico, Bahlam, e forse per i Templari che probabilmente mi stanno ancora cercando..



Artwork dell'esterno dell'Osservatorio
La diciottesima lettera è dedicata alla ricerca dell'Osservatorio da parte di Thom. Il suo viaggio dura un anno circa in cui lui con la sua piccola ciurma vaga di isola in isola per trovare l'agognato luogo fino a quando nel tredicesimo mese di ricerca arriva finalmente a Long Bay, Giamaica. Il luogo stimola in Thom una profusione di ricordi tale da fargli capire di essere nel posto giusto prima ancora di vedere l'edificio di stampo CVP, ed anche da fargli sapere cosa fare (per esempio per entrare) senza ulteriori suggerimenti. Purtroppo, però, Thom non ci racconta cosa fece o vide durante la sua visita all'Osservatorio. Sicuramente c'è stata qualche interazione coi CVP o con la loro tecnologia dato che il nostro Saggio afferma che ciò sarebbe sembrato una stregoneria per chiunque altro che non fossero gli Assassini o i Templari. Anche qui purtroppo la lettera in italiano vede travisata l'ultima frase, che è diventata "Verrei scambiato per uno stregone, o nel migliore dei casi un folle, e i Templari tornerebbero a cercarmi". La versione italiana, dunque, si perde il riferimento a Bahlam ma soprattutto il fatto che Thom sia conscio che solo Assassini e Templari (che sembra abbiano smesso di cercarlo da come è scritta la frase in italiano) crederebbero a quello che ha visto.


19. SULL'ESSERE UN "SAGGIO"

Rimasi solo presso il luogo dell'Osservatorio, carpendo i suoi segreti, per tutto il tempo assediato da un tale afflusso di visioni che sarebbe necessario un tomo grande due volte le dimensioni di una Bibbia per raccontarle tutte. Basti dire che sono riuscito a capire la natura delle due anime dentro di me, ed ora sono soddisfatto.

Dopo circa una settimana in quel luogo, ricevetti visita da un gruppo di nativi dall'isola, gente della tribù Taino, credo. Mi hanno avvistato prima, e avrebbero potuto uccidermi subito, se la mia assoluta sorpresa non avesse allargato i miei occhi a tal punto che le loro qualità inusuali fossero viste da tutti. A vedermi così, gli indigeni si fermarono e si lasciarono cadere in ginocchio con gesti lenti. Capii subito che questi uomini avevano giurato di proteggere questo luogo, e dalle mie altre conversazioni con loro da allora, ho ricavato che fu un Saggio PRECEDENTE ad aver dato loro questo compito;- o, più precisamente, dovrei dire dato ai loro antenati questo compito, poiché quasi 150 anni erano passati dall'ultima volta in cui un "Saggio" era giunto a questo luogo. Mi hanno detto che la sua tomba si trova nelle vicinanze, ma non è segnata ed è inaccessibile.

Sono passate ormai più di quattro decadi dal mio arrivo in questo luogo sacro, e solo una domanda ancora indugia nella mia mente;- quanti altri miei simili sono stati qui in totale? Circa ottanta millenni sono passati dalla nostra nascita, e sono incline a credere che il numero sia piuttosto alto. Ma non posso saperlo per certo.

Ma non lasciare che questo ti turbi, o lettore;- perché se hai seguito la mia storia per intero, cerca la mia missiva finale nel luogo in cui presto giacerò. Nascosto nei pressi dell'Osservatorio, dove ho incaricato i custodi di questo luogo di seppellirmi quando il mio passaggio attraverso le vicissitudini della vita sarà giunto al suo termine. Pertanto, fino ad allora, addio.



Stiamo raggiungendo ormai il termine delle lettere del signor Kavanagh ma questi non si esime dal lasciarci dati più o meno importanti. Per esempio trolla il lettore affermando che all'interno dell'Osservatorio è stato sottoposto ad un afflusso tale da poterci scrivere due libri consistenti - ma dato che il lettore non ci crederebbe, come detto nella lettera precedente, non li riporta. L'unica cosa che ci dice a riguardo è che finalmente ha capito le motivazioni per cui lui possiede una doppia anima e per questo si dice contento e soddisfatto. Thom dunque grazie all'Osservatorio ed ai ricordi che questo ha stimolato in lui, finalmente riesce a comprendere l'esistenza di Aita e dei ricordi presenti nella sua mente, diventando un elemento ancora più importante per Assassini e Templari.

Render di un guardiano di Long Bay
Dopo circa una settimana passata presso l'Osservatorio, Thom fa la conoscenza con i guardiani Taino di Long Bay che in un primo momento sono pronti ad attaccarlo come succede con Edward in AC4 e poi gli si prostrano ai piedi dopo averlo riconosciuto come Saggio grazie ai suoi occhi (elemento non menzionato nella versione italiana). Da allora Thom in qualche modo è riuscito a dialogare con loro arrivando a sapere che i Taino facevano da guardiani all'Osservatorio perché un Saggio precedente 150 anni prima aveva chiesto ai loro antenati di farlo. Thom sottolinea anche che la tomba di questo Saggio si trova a Long Bay o nelle sue vicinanze, ma non ci sono indicazioni per raggiungerla, né è accessibile (forse anche per far modo che il suo corpo fosse irreperibile).

Tra le righe Thom ci fa anche sapere di aver deciso di rimanere con i Taino a Long Bay, avendo soddisfatto lo scopo dei suoi viaggi, ovvero trovare l'Osservatorio e dare risposta alle sue domande relative alla duplicità della sua anima. Così in una riga Thom afferma che sono passati quarant'anni da quando è approdato a Long Bay e che, nella soddisfazione di tutti i quesiti che lo attanagliavano, gliene è rimasto solo uno, che concerne il numero di Saggi che hanno completato il loro obiettivo raggiungendo l'Osservatorio (al contrario, la versione italiana fa si che Thom si chieda quanti Saggi siano vissuti in generale, senza far riferimento all'essere arrivati a Long Bay). A questo dubbio Thom cerca di dare una risposta ipotizzando che siano stati tanti i Saggi a raggiungere l'Osservatorio, tenendo conto del fatto che gli umani sono stati creati circa 80.000 anni prima. Il nostro con questa ipotesi mostra indirettamente anche il grado di conoscenza delle informazioni sui CVP ottenuto con le sue visite all'Osservatorio: sa infatti che gli uomini sono "nati" 80.000 anni prima e quasi sicuramente sa come siano nati. Thom, inoltre, con questa frase forse si riferisce anche al modo in cui nascono i Saggi, intendendo che sebbene la probabilità di comparsa di un Saggio sia incerta (come vedremo alla prossima lettera), in 80.000 anni saranno nati molti Saggi e dunque è possibile che una parte di questi sia riuscita ad arrivare all'Osservatorio.

Thom chiude la lettera incoraggiando il lettore che ha trovato tutte le sue missive a cercare l'ultima, che avrebbe collocato nei pressi del luogo in cui lui ha chiesto di essere seppellito, avendo previsto che i suoi giorni sarebbero presto finiti.


20. UN SEGRETO INCOMPRENSIBILE

Mentre scrivo, l'anno è ormai quasi il 1706, e io sono malato e in cattive condizioni, e così devo dire quel poco altro che posso della mia situazione;-- tutto quello che dico qui, è stato ripreso dal vuoto oscuro della mia memoria. Non posso confermare o dimostrare quello che sostengo, ma forse se altri come me dovessero leggerlo, anche loro capirebbero, e non si sentirebbero soli come così spesso mi sono sentito io.

Nella mia vita originale, sono morto nel pieno dell'esperimento della mia amata. Questo metodo di cui parlava - del Trasferimento della mente in una macchina, e da lì in un corpo umano - fu un fallimento. Eppure, fu un fallimento istruttivo, credo. Perché nei miei ultimi momenti, mi ricordo il suo conforto nei miei riguardi, ed una chiara promessa che la mia morte non sarebbe stata una fine, ma un inizio.

"C'è un altro modo,mio amato" mi disse: "imperfetto, ma possibile. In primo luogo, acconsentirò ad effettuare gli esperimenti di Minerva, il suo terribile dono per gli umani. Eppure il mio scopo sarà contrario;-- Il mio scopo sarà la tua immortalità! Mentre raccoglierò i campioni del codice presente nel sangue degli umani, io inserirò delle aggiunte;- campioni del tuo codice, trasfigurati in modo tale che quando compariranno i giusti elementi, si potrà ulteriormente trasformare lo zigote di un figlio appena concepito. In questo modo, potrai rinascere più e più volte nel corso dei secoli. Con un po' di fortuna, questa ricorrenza recessiva non verrà mai a scomparire, ma viaggerà come una zattera scorre verso valle lungo la corrente del patrimonio genetico."

Stavo morendo mentre lei parlava, lì tra le braccia della mia amata, ma capii bene quello che intendeva. "Cercami, mio amato! La tua morte non sarà vana. Perché io SARO' ancora con te. Rinchiusa. In attesa! Pronta a riemergere quando sarà il momento giusto!"

Poi mi trafisse il cuore, terminando così la mia vita. Che cosa veramente bizzarra;-- è un'idea ridicola il poter affermare di avere memoria della mia morte. Eppure so che è successo, e che ora vivo di nuovo, molti secoli dopo quel momento, in attesa che l'elemento finale di questo enigma si riveli.. ma sul come questo avverrà, non posso pronunciarmi.

Così, per tutti coloro che hanno letto questo scritto e capito poco;- non siate turbati. Perché c'è più mistero che comprensione nel mondo, e il nostro unico scopo è quello di sopportarlo! - T.K. 1706



Thom termina i suoi scritti col botto con una lettera conclusiva lunga e piena di dettagli. L’anno è il 1706 e con questo Thom conferma di aver scritto tutte le sue lettere nello stesso anno (data la menzione del 1706 anche nella prima lettera), probabilmente nello stesso periodo dell’anno, il che porta a pensare che le lettere siano state sparse per i Caraibi quasi sicuramente dopo la morte del nostro Saggio, anche questa probabilmente avvenuta nel 1706.

E’ una lettera conclusiva densa di spiegazioni e di rimandi a quelle precedenti. Thom rinnova l’intento delle lettere come strumento di aiuto per altri saggi che potrebbero sentirsi soli al mondo o essere allontanati dalle “coste più tranquille dell'integrità mentale”, come citato nella prima lettera, ma è solo l’inizio perché subito dopo Thom relaziona l’ultimo ricordo delle sue lettere, che è anche l’ultimo ricordo della sua vita passata nei panni del CVP Aita.

Thom racconta che Aita è morto durante l’esperimento della sua amata Giunone (ancora una volta torna il termine che contraddistingue i due piccioncini). L’esperimento di Giunone, come raccontato nella lettera 13, consisteva nel metodo della trascendenza, ovvero del trasferimento della coscienza, previsto prima dal corpo dei CVP a delle macchine e poi da queste macchine al corpo di un umano. In base ai ricordi di Aita l’esperimento fu un fallimento. Il riferimento diretto è al quinto metodo di salvezza mostrato in AC3, in cui abbiamo visto Giunone ed Aita dialogare e quest'ultimo sottoporsi volontario a quanto, nel frattempo, veniva narrato da Giunone a Desmond. Il modo in cui ho interpretato l'accaduto in tempi non sospetti nel pezzo dedicato ai metodi, ovvero la bioingegneria ed il tentativo di modifica dei corpi dei CVP tramite altre macchine, dunque, si è rivelato sbagliato, forse anche influenzato dalla guida di AC3 che lo descriveva proprio in questi termini. In effetti Giunone nella spiegazione del metodo fa riferimento ad un mondo avvelenato (esattamente come afferma nella lettera 13 - "c'è la possibilità che possiamo abituare i nostri corpi al gelido mondo, all'atmosfera avvelenata"), all'idea di cambiare quello che "erano" i CVP e che Aita fu fatto prigioniero delle macchine, ma il concetto era completamente diverso.

Il momento dell'uccisione di Aita (by XCVii007r1)


Il quinto metodo, per cui Aita ha fatto da volontario, era dunque in realtà una prima e forse più evoluta ma fallimentare versione di quello che sarebbe stato il sesto. In entrambi i casi, infatti, il progetto aveva alla base il trasferimento della mente dei CVP dal loro corpo ad un contenitore esterno. Nel quinto metodo l'idea era di trasferire la coscienza a delle macchine e poi al corpo degli strumenti dei CVP, ovvero degli umani, mentre il sesto metodo prevedeva il "semplice" trasferimento della coscienza a delle macchine che fossero in grado di durare nel tempo. Nello specifico le macchine menzionate per entrambi i metodi sono diverse: mentre nel quinto metodo, a leggere l'idea di Giunone nella tredicesima lettera, le macchine sono dei corpi meccanici, nel sesto metodo le macchine sono da riscontrarsi nei monoliti che vengono mostrati nel relativo video o, come spesso viene interpretato, in tutto il Grande Tempio.

In ogni caso il quinto metodo ottiene un ruolo di primo piano che prima non aveva, rimanendo comunque in linea con quanto detto da Giunone in AC3 (forse un po' meno con la guida). Per questo metodo, che abbiamo visto concepito nella lettera 13 da Giunone, Aita fa ufficialmente da volontario (su proposta di Giunone, quindi proprio volontario non è...). La sua coscienza viene trasferita dal suo corpo alle macchine e dalle macchine al corpo umano, ma come dice Giunone nella spiegazione del quinto metodo, Aita - o meglio la sua coscienza - "fu fatto prigioniero delle macchine",
L'iniezione di Giove
intendendo che il trasferimento è avvenuto nel contenitore umano ("il corpo avrebbe potuto sopravvivere"), ma la sua mente / coscienza nel frattempo è diventata "fragile" ed è questo che ha segnato il fallimento del quinto metodo. Questo - col senno di poi ovviamente - va inoltre a rispondere al dubbio di alcuni fan che avevano ipotizzato un design svogliato nel personaggio di Aita mostrato nella spiegazione del quinto metodo, che appariva uguale agli altri umani presenti nelle altre spiegazioni: l'Aita mostrato in quel video è già il contenitore umano della sua coscienza dall'inizio del video o, forse più probabile il momento vero e proprio in cui viene trasferita la coscienza nel corpo dell'umano è quello in cui si vede Giove iniettargli qualcosa con una misteriosa siringa.

Aita chiede a Giunone di porre
fine alle sue sofferenze
Come raccontato da Giunone a Desmond, Aita le chiede di porre fine alle sue sofferenze, ma Giunone cerca per mesi inutilmente di salvarlo. Mentre nella spiegazione del quinto metodo il passo successivo è quello dell'uccisione di Aita, dall'ultima lettera di Thom veniamo a sapere di un ulteriore tassello che non conoscevamo. Prima di ucciderlo e liberarlo dalla sua sofferenza Giunone mostra di aver trovato un modo per salvarlo. Quest'ultima dovrà acconsentire all'idea di Minerva (presentata alla Lettera 8) della trasmissione genetica della conoscenza al fine di avere per le mani dei campioni di DNA umano da manipolare (non si tratta dunque di un atto unilaterale dei CVP in cui Giunone non viene ascoltata, come poteva facilmente sembrare leggendo solo l’ottava lettera). A questo punto potrà aggiungere al DNA umano alcuni campioni del DNA di Aita modificati in modo tale che, nelle giuste condizioni (non meglio specificate), al concepimento di un figlio lo zigote si trasformi portando con sé in tutto e per tutto i caratteri di Aita ed i suoi ricordi.

Apro l'ennesima parentesi sulla traduzione anche per questa lettera perché purtroppo è importante (almeno per i nerd della trama). A differenza di quanto sopra esposto, in italiano le parole di Giunone sono "(...) in modo tale che quando tutti i pezzi andranno al loro posto sarò in grado di modificare il patrimonio genetico di un feto". Mentre nell'originale si indica come l'esperimento funzionerà ogni volta, nel caso si verifichino le giuste condizioni, nella versione italiana Giunone afferma che sarà lei stessa a modificare (in maniera generica) il patrimonio genetico di un feto (anche questo generico). Dalla versione italiana, dunque, sembra che Giunone modifichi ogni volta un feto per far nascere un Saggio.

Tornando al discorso, Giunone parla di ricorrenza recessiva (termine che neanche compare nella versione italiana) - e dunque non dominante - a sottolineare la bassa probabilità con cui un tale evento si sarebbe potuto verificare ed è per questo che afferma che servirà un po' di fortuna affinché questa modifica del genoma umano non vada a perdersi col tempo. E' questa la vera e propria nascita dei Saggi e a vedere dalla loro presenza anche nel presente pare che Giunone sia stata fortunata.

Il "contenitore" in cui è rinchiusa Giunone
L'ultima frase che pronuncia Giunone è tanto semplice quanto diabolica. Nel dire di cercarla, infatti, lascia ad Aita ed ai suoi futuri cloni il loro compito di cercarla nelle ultime parole ascoltate prima della sua morte, con l'intento di tornare a stare insieme. Ma questo non basta, perché Giunone prima di uccidere il marito liberandolo dalle sue sofferenze, afferma che attenderà rinchiusa, in attesa di riemergere. Questo significa che poco tempo dopo il fallimento del quinto metodo, Giunone aveva già in mente il suo piano millenario (o almeno una parte), il tutto condito con l'esperimento dei Saggi e la loro diffusione nel mondo. Alla faccia di chi diceva che il piano di Giunone non potesse essere così complicato come ipotizzato nel post AC3.

Questo conclude l'analisi delle lettere, ma c'è ancora una cosa da vedere sull'argomento "Saggi". Una volta raccolte tutte le lettere, la voce a loro dedicata nel database dell'Animus si aggiorna, dando una spiegazione più chiara per gli utenti che non hanno fatto tutti i collegamenti:


Gli archivi della Abstergo contengono alcuni riferimenti a uomini chiamati "Il Saggio" o "Un Saggio" ma sono pochi e lontani tra loro. Ogni citazione sembra riferirsi ad una persona diversa che vive in un tempo ed un luogo molto diverso. L'esempio più antico è stato ritrovato su una tavoletta di argilla sumerica in scrittura cuneiforme, mentre il più recente riaffiora solo come una nota in uno dei diari personali di Laureano Torres , datato gennaio 1704. In tutto, secondo la ricerca esistente di Abstergo, sette diversi "Saggi" sembrano aver graziato il palcoscenico del mondo negli ultimi 1200 anni . Ma il numero reale è probabilmente più elevato.

Forse, l' aspetto più strano che collega ciascuno di questi diversi avvistamenti è il fatto che, in ogni caso, le descrizioni visive di ogni Saggio sono estremamente simili. Così simili, infatti, che non si avrebbe colpa nell'assumere che si stia parlando di un solo uomo immortale. Tuttavia, in due delle sette citazioni, è fatta esplicita menzione della loro morte e della loro sepoltura. Siamo quindi di fronte a qualche bizzarra forma di reincarnazione? O qualche spiegazione più semplice che ci sfugge al momento? È necessaria ulteriore ricerca.

AGGIORNAMENTO (a seguito del raccoglimento delle 20 lettere):

Grazie in gran parte ad una serie di lettere acquisite attraverso gli sforzi dei nostri ricercatori, ora abbiamo un'idea di ciò che costituisce un "Saggio".

Sembra che una tale persona, sempre un uomo, sia il risultato di un esperimento bizzarro perpetrato da "Giunone", una dei luminari della cosiddetta "Prima Civiltà", con l'aiuto del marito "Aita". A quanto pare usando il DNA di suo marito come base, Giunone ha manipolato il materiale genetico per creare un programma che ha inserito come "DNA spazzatura (non codificante)" nel genoma umano.

Anche se innocuo in apparenza, questo programma poteva - nelle giuste circostanze - attivarsi improvvisamente durante il concepimento di un bambino umano e, letteralmente, riconfigurarsi nel genoma del marito. In questo modo, una replica quasi perfetta o clone della personalità e dell'intelligenza di quest'uomo, con tutti i suoi ricordi intatti, sarebbe apparso al posto del vero bambino che sarebbe stato il risultato di questa unione.

Non si sa al momento perché Giunone abbia voluto che l'apparenza del marito si ripetesse continuamente nel corso dei secoli e dei millenni, soprattutto alla luce della rapida estinzione della Prima Civiltà appena 100 anni dopo che Giunone e la sua razza si trovavano sulla Terra. Eppure resta interessante il fatto che ci sia una probabilità molto alta che una tale replica di questo "Aita" sia viva e cammini sulla Terra in questo momento.



Ha ha ha... no dai, questa non si può vedere…
A questo finalmente possiamo trovare una risposta al quesito iniziale: chi sono questi Saggi e perché sono così importanti, anche nel presente?
Riassumendo, il Saggio, che appare sempre come uomo (e non come nella versione italiana "si tratta di un solo uomo", frase che lascia intendere che il Saggio sia sempre lo stesso in tutte le epoche) è il risultato di un esperimento di Giunone con il DNA di Aita. Come visto poco fa, con il pretesto di acconsentire al progetto di Minerva, Juno ha inserito il DNA del marito in quello di uno o più uomini in qualità di "Junk DNA". Il termine "DNA spazzatura" (anche questo non presente nella versione italiana), per inciso, è stato introdotto soprattutto dalla stampa negli anni '60 per definire le porzioni del genoma che non mostrano di avere una funzione identificabile. Ovviamente con questo non intendo che questo fosse il significato inteso da un "essere superiore" 80.000 anni prima dei tempi moderni, ma è possibile che McDevitt, usando proprio questa terminologia, abbia cercato di farci capire come dovesse apparire il DNA di Aita all'interno delle "cavie umane" di Giunone. Dopotutto era possibile che tali cavie potessero tornare tra le mani di Minerva e che questa rischiasse di scoprire quanto perpetrato dalla moglie di Aita.

In ogni caso, l'esperimento di Giunone prevedeva che in certe condizioni lo zigote di un figlio appena concepito si sarebbe riconfigurato in quello di Aita, riportando nel bambino i suoi stessi tratti somatici ed i suoi ricordi. L'esperimento assume dei caratteri probabilistici, perché sebbene non le definisca, implica che la riconfigurazione sarebbe avvenuta al raggiungimento di certe condizioni e, trattandosi di una ricorrenza recessiva, si indica implicitamente che la probabilità della nascita di un Saggio fosse molto bassa già in partenza, nel periodo contemporaneo alla guerra in cui si sono svolti questi ricordi. Da questa bassissima probabilità deriva, dunque, il motivo per cui i Saggi sono sempre stati molto rari da trovare, però c'è un'osservazione da fare in merito: i database Abstergo annotano la presenza di sette saggi confermati negli ultimi 1200 anni (purtroppo in italiano c'è scritto "nel corso degli ultimi dodicimila anni"), ma la stessa persona che ha redatto il documento afferma che probabilmente sono stati di più. Questo è plausibile perché per quanto questa probabilità fosse bassa, al progressivo aumentare della popolazione col passare dei secoli, è aumentato statisticamente anche il numero dei Saggi. Per fare un esempio facile, se la probabilità fosse stata dell'1%, su una popolazione di 100 persone sarebbe comparso un saggio, su 1.000 persone se sarebbero comparsi 10, su 10.000 ne sarebbero comparsi 100 e così via.

Questo ovviamente è un esempio facile e probabilmente non adatto per cercare di spiegare l'intento di un essere superiore dotato di tecnologia avanzatissima per un esperimento fantascientifico, però almeno dovrebbe rendere l'idea del fatto che all'aumentare della popolazione mondiale, col passare del tempo le apparizioni di uno o più Saggi probabilmente sono aumentate. Il motivo per cui più volte si sia esplicitato che non si sono visti Saggi per più di due secoli è probabilmente da attribuirsi al caso ed alla recessività della ricorrenza, oltre al fatto che si parla di Saggi "confermati" e quindi avvistati da Assassini o Templari, molti Saggi potrebbero non essere stati " ufficializzati" perché mai rilevati oppure perché potrebbero aver perso la vita da giovani o per qualsiasi altro motivo che li potrebbe aver resi non rilevabili.

“Oh... colei che giace in attesa. Ho sperato
di trovarla, di vederla di nuovo. Di aprire la porta
del tempio e sentirla ancora una volta
pronunciare il mio nome. Aita...”
Ogni saggio, dunque, nasce con l’apparenza fisica di Aita (da quando è bambino fino a quando diventa adulto), ma, come abbiamo visto dalle lettere di Thom che al momento sono l'unico spunto che abbiamo per sapere cosa pensa un Saggio, nasce e cresce come un bambino normale, influenzato dal periodo storico in cui vive. Quasi normale, a dire il vero: i ricordi di Aita, benché non comprensibili dal saggio, sono in qualche modo presenti nel Saggio sin dall'inizio. Lo si vede dalle prime parole pronunciate da Thom, "Amore mio" e "Mia amata", ovviamente inusuali per un bambino di un anno, ma un chiaro riferimento alla relazione di Aita con Giunone tanto che Thom scrive che i suoi genitori hanno preso tali parole come un buon auspicio ma non sarebbero stati così contenti sapendone il significato (e adesso sappiamo perchè). L'influenza dei ricordi di Aita non riguarda solo i pensieri del Saggio, ma anche il suo comportamento, soprattutto nella giovanissima età quando ha poca coscienza di se stesso, infatti abbiamo visto come il giovane Thom gesticolasse in maniera strana disegnando simboli (i glifi?), non piangendo mai e chiamando i genitori per nome.

Già in tenera età, però, il Saggio comincia a visualizzare i "ricordi naturali" di Aita, o visioni, nelle parole di Thom. L'effetto di queste visioni è molto particolare nel Saggio, il quale è a tutti gli effetti un umano con un doppio set di ricordi, uno dei quali appartenente niente meno che ad un CVP. Ci troviamo dunque, come già accennato in precedenza, di fronte ad una sorta di effetto osmosi più forte di qualsiasi altro visto finora: mentre quello che abbiamo visto fino ad adesso era causato da un elevato ma pur sempre limitato numero di ricordi indotti dalle sessioni nell'Animus, il Saggio viene sottoposto continuamente (almeno dall'età di quattro anni stando a quanto riporta Thom) ai ricordi naturali di Aita per tutta la vita. E' normale dunque ipotizzare come una situazione del genere porti al rischio di pazzia e di sdoppiamento della personalità, come avvenuto per esempio col Soggetto 16, ma ad un livello probabilmente molto più elevato.

“Il tweet di McDevitt
A sostegno di quanto scritto si può notare come sia Thom che Roberts che John più di una volta facciano riferimento a Giunone o a se stessi come se fossero veramente Aita. La differenza tra i tre in merito alla reazione di fronte alle immagini / ricordi ci viene spiegata da McDevitt in persona su Twitter: mentre Thom, come abbiamo visto, ha cercato per tutta la sua vita di combattere e comprendere i ricordi, mentre Roberts si crogiolava in essi / li apprezzava e John ne è stato sopraffatto.

Per quanto riguarda il rischio pazzia, dunque, basta guardare il comportamento di John dell'I.T. ogni volta che le cose vanno anche solo in maniera leggermente diversa da quanto lui si aspetti, fino ad arrivare al finale del presente di AC4. E' probabilmente per evitare situazioni del genere che Thom fa riferimento alle sue lettere come uno strumento di aiuto per altri Saggi come lui, affinché non ricadano nella pazzia:

Eppure c'è una tale quantità di stranezza nel mio sangue che è necessario parlarne, con l'auspicio che una migliore comprensione possa venire dalla mia situazione;- e con la speranza, se ci fossero altri nel mondo che soffrono il mio stesso turbamento d'animo, come ho fatto io sin dalla nascita, che questi possano trovare in me un'anima affine;- e una voce amica per guidarli verso le coste più tranquille dell'integrità mentale

Non posso confermare o dimostrare quello che sostengo, ma forse se altri come me dovessero leggerlo, anche loro capirebbero, e non si sentirebbero soli come così spesso mi sono sentito io.


Ecco perchè, dunque, nel commento alla prima lettera ho accennato al fatto che la traduzione "possa calmare la sua ansia" non renda quello che voleva dire Thom. Il nostro saggio, condividendo la mente con Aita, ed anche per esperienza, conosce i rischi di perdita della lucidità mentale conseguente alla presenza della doppia anima nei Saggi.

Tutti i Saggi, dunque, possiedono un set di caratteristiche fisiche e psicologiche iniziali predefinito, ma hanno anche una parte umana, e si comportano in base al mondo che li circonda ed alle esperienze di vita che ne formano la personalità umana. Questo significa che sebbene partano tutti dallo stesso, la vita potrà portarli a conclusioni completamente diverse. Ora che conosciamo come nasce, come cresce e cosa può pensare, possiamo affrontare le sopracitate conclusioni degli altri Saggi che conosciamo. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia, e la vedremo presto nel seguito di questo articolo.






comments powered by Disqus


SEGUICI SU
FacebookTwitterGoogle+YouTube


PAGINA FACEBOOK


POTREBBE INTERESSARTI

Un nuovo inizio - Parte1



Sei in successione