Ne provammo sei in successione...
Markuz, 11 Maggio 2013


... Una più incoraggiante dell'altra...

Così diceva Giove alla fine di Revelations durante il suo discorso a Desmond.

Ciao, io sono Markuz e faccio parte degli articolisti di ATA dedicati alla trama della saga. A tal proposito con questo nuovo pezzo e sulla base delle parole di Giove inauguro una coppia di articoli che cercheranno di fare più luce sul finale di Assassin's Creed 3 che tanto ha diviso i fan negli ultimi mesi. Affrontare il tema del finale di per sé, però, non è possibile, altrimenti si rischia di perdere pezzi importanti e di non comprenderlo appieno. In particolare gli strumenti per capire il finale di AC3 sono essenzialmente due: la guida di AC3 (i dialoghi del finale sono troppo ermetici per fare certi collegamenti) ed una visione chiara dei sei metodi di salvezza scelti da Giove, Giunone e Minerva e gli altri CVP che li hanno seguiti. Per la guida purtroppo non posso fare altro che indirizzarvi al negozio più vicino mentre per quanto riguarda i sei metodi cercherò di dare un inquadramento con questo articolo. Una volta chiuso l'argomento metodi potremo affrontare completamente il finale di AC3.

Otterrai le tue risposte. Basta che ascolti e io ti rivelerò come. O almeno ci proverò.

Prima di andare a vedere i sei metodi uno per uno è necessaria una premessa che poi sarà anche utile in parte per comprendere il finale.
Dei sei metodi veniamo a sapere per la prima volta appunto da Giove nel finale di Revelations. Con l'intento di salvare il mondo alcuni CVP, ovvero "chi sapeva rifiutare la guerra" secondo Minerva, hanno costruito delle cripte sottoterra per progettare diversi metodi destinati a salvare il mondo dal cataclisma che lo stava per colpire, successivamente definita la Catastrofe di Toba. Le informazioni di ogni soluzione sono state convogliate, come sappiamo, nel Grande Tempio localizzato nei pressi di Turin, New York, ed era compito di Giove, Minerva e Giunone analizzare, selezionare e testare le più promettenti. Giove racconta dunque a noi e a Desmond che il gruppo di soluzioni venne ristretto a sei, una più incoraggiante dell'altra, ma nessuna funzionò e quindi la catastrofe non venne fermata.
Desmond dunque si reca al Grande Tempio come da consiglio / ordine di Giove e trova Giunone pronta ad aspettarlo. Non sapendo del suo piano millenario, e spinto dal padre a mettere nelle posizioni corrette le fonti di energia, Desmond vaga per il Tempio e, incontrando degli oggetti o dei luoghi particolari partono alcune brevi sequenze in cui la "dea" gli illustra i sei metodi fallimentari per fargli capire come siano andate le cose ed anche, come si vedrà nel finale, per fare da contrasto all'unica soluzione funzionante e renderla più "appetibile" al giovane. Andiamo a vederli, quindi, nel dettaglio così da capire veramente cosa è successo ai tempi di Coloro che Vennero Prima (onore agli autori dei video che verranno utilizzati, Otakuman e XCVii007r1).

Primo metodo - Le quattro torri     (da 21:57 a 23:16)
Versione Inglese     (da 10:20 a 11:36)

Il video inizia con Desmond che entra in un'ambientazione simile a quella del giunto sincronico di Revelations che vediamo nella prima immagine di questo articolo. L'oggetto che fa partire il dialogo con Giunone è una sorta di piedistallo a cui sono collegati dei cavi provenienti dall'alto (versione nel giunto e versione nel nel presente)), cavi che con buona probabilità fanno parte del metodo stesso.
Giunone inizia subito il discorso affermando che questo progetto è stato preso in considerazione quando i CVP pensavano ancora di salvare la Terra. Questo conferma una mia vecchia teoria dei tempi di Revelations che affermava che i CVP che avevano saputo rifiutare la guerra erano stati in grado di prevedere l'avvento della catastrofe ben prima della sua realizzazione effettiva. Giunone racconta che il primo dei sei metodi scelti si basava sull'idea di riuscire a contenere la potenza del brillamento solare. Per fare ciò, il progetto richiedeva la costruzione di quattro torri con il fine di attirare la "furia" del brillamento sul Grande Tempio ("to pull her fury into this place" - vedo che le traduzioni arrancano anche in AC3, questa parte è completamente assente) e successivamente di disperdere tutta l'energia accumulata. Giunone, però, sottolinea che anche con tutto ciò che avevano in loro possesso (penso che il riferimento sia alla tecnologia) e con tutta la conoscenza a loro disposizione, la costruzione delle torri avrebbe richiesto troppo tempo rispetto all'imminenza del cataclisma. Il lavoro avrebbe richiesto più di un migliaio di anni (anche qui la traduzione fa cilecca, in italiano viene detto "migliaiA di anni", piccola differenza che potrebbe avere delle ripercussioni su alcune considerazioni che farò a breve) per essere portato a termine ed i CVP non avevano a disposizione tutto quel tempo. Per questo motivo non completarono neanche la prima torre, il progetto fu abbandonato e Giunone, Giove e Minerva e gli altri CVP passarono ad altro.

La prima torre
Giunone, però, alla fine della descrizione del metodo chiude con un colpo di coda così importante da essere poi fondamentale per il finale (almeno stando a quanto riportato dalla guida) e che quindi dobbiamo tenere bene a mente. Mentre Giunone e colleghi di ologramma erano impegnati ad effettuare altre faccende, altri CVP tornarono sul progetto delle torri con l'intento di automatizzare il processo di costruzione, ipotizzando che "il metallo avrebbe terminato ciò che la carne non era riuscita a fare" (anche qui una sorta di svarione nel senso della traduzione, che in italiano risulta meno "misteriosa", ma tant'è). Dunque, la frase di Giunone potrebbe avere più significati. La mia idea guardando questa sequenza in diretta è stata che con "metallo" ci si riferisse all'utilizzo di macchinari (non meglio identificati) dotati di tecnologia CVP in grado di lavorare continuamente tramite qualche tipo di energia alla costruzione delle torri. A posteriori mi è venuta un'altra idea, forse più fantasiosa, ovvero il fatto che con "metallo" Giunone si riferisca al macchinario / contenitore in cui alberga la sua coscienza citato poi nel sesto metodo. Secondo questa teoria, dunque, la dea si riferirebbe a se stessa, affermando che sopravvivendo negli anni e nei millenni è riuscita a far continuare la costruzione delle torri.
In ogni caso, quale che sia la metodologia, tenendo presente come vedremo nel sesto metodo che la coscienza di Giunone è rimasta nel Grande Tempio dai tempi del cataclisma (avvenuto nel 75000 a.C. secondo la timeline di Initiates), che secondo le parole della stessa Giunone per completare le quattro torri sarebbe servito più di un migliaio di anni e che come dice Giove i sei metodi vennero testati presso il Grande Tempio possiamo dedurre che Giunone ha avuto tutto il tempo per coordinare, realizzare e completare le torri in quel di Turin prima dell'arrivo di Desmond. A questo punto a chi non è in possesso della guida di AC3 verrà da chiedersi la motivazione della costruzione delle torri da parte di Giunone. La risposta si trova nel finale di AC3, ma mancano ancora degli elementi per avere il quadro generale e quindi a tal proposito rimando al prossimo articolo.
Tutta questa parte, vorrei sottolineare, per quanto scritta in modo molto ermetico è estrapolabile solo dal filmato del primo metodo e da alcune informazioni di ACR, senza l'utilizzo della guida. Quest'ultima è molto utile per capire i significati e l'andamento della trama, ma tutte le informazioni, presentate in modo più o meno enigmatico, erano già presenti nel gioco.

Secondo metodo - Lo scudo elettromagnetico     (da 24:03 a 25:17)
Versione Inglese     (da 08:51 a 10:05)

Il video del secondo metodo si apre con Desmond che guarda una rappresentazione tridimensionale del sole e Giunone che riprende il discorso esattamente dove aveva terminato con la descrizione del primo metodo. Dopo aver valutato che non era fattibile contenere e assorbire il "crudele abbraccio del sole", i CVP pensarono di poterla respingere. Subito dopo la dea mostra, senza dire niente, l'ologramma di un oggetto azzurro, presente nell'immagine qui sotto.

Donne ed anelli, un'accoppiata letale

Come qualcuno di voi avrà sicuramente notato, l'oggetto azzurro è la rappresentazione del Frammento dell'Eden (Shard of Eden in inglese). Il Frammento, per chi non lo sapesse, è uno dei contenuti sbloccabili di AC3 che si ottiene effettuando le missioni di William Kidd. Ero già pronto con lo spiegone su Kidd ma per quello che ci serve ho riportato solo l'essenziale. Prego.

Un frammento dell'Eden
William Kidd è un capitano scozzese divenuto pirata alla fine del XVII secolo che, in circostanze ancora sconosciute, viene in possesso del Frammento e per questo motivo viene inseguito dai Templari (che in un primo momento ritiene solo militari della Marina inglese). Per questo motivo, anche senza conoscere l'organizzazione segreta crociata, ma fiutando il pericolo, Kidd decide di nascondere ad Oak Island il suo tesoro più prezioso. In seguito Kidd indica la posizione del Frammento in una mappa che divide in quattro parti e invia ai suoi uomini più fidati insieme a quattro lettere che raccontano i suoi ultimi anni. E' grazie a queste lettere e parti della mappa che Connor trova il Frammento e finalmente veniamo a scoprirne le abilità. Il Frammento è un Frutto dell'Eden a forma di anello creato dai CVP che proietta un campo elettromagnetico intorno all'utilizzatore e lo protegge da danni di proiettili sparati da armi convenzionali, come dice la Wikia, respingendoli o deflettendoli.
Tornando a bomba, è su questo principio che si basa l'idea del secondo metodo da parte dei CVP, secondo le parole di Giunone. La dea specifica, inoltre, che i Frammenti servivano a proteggerli nei periodi di conflitto (dunque possiamo assumere che ci fossero conflitti anche prima di quello con gli umani? Magari tra CVP?) mentre sullo sfondo si vede Giove che, indossando il Frammento, assume una sorta di scudo azzurro che copre tutto il suo corpo. E utilizza una pistola laser che demolisce l'alone di mistero e di antichità-tecnologia intorno ai CVP e fa dubitare sul modo in cui abbiano perso la guerra con gli umani (dovevano essere VERAMENTE tanti). Tra l'altro, in riferimento a quanto si vede su Giove, la Wikia cita che i Frammenti potevano essere utilizzati insieme ad una sorta di pistola proietta-scudi che creava uno scudo sferico di colore blu sull'area colpita. Ritengo che questa citazione sia solo una teoria, visto che Giunone afferma che i Frammenti venivano utilizzati in tempo di guerra e che la pistola sembra utilizzata più per fini offensivi che difensivi. Come nota di colore, mi segnalano Simonsens e Hephaestus che l'immagine di Giove con lo scudo e la pistola laser potrebbe avere più riferimenti mitologici e quindi meno incoerenza con la trama di quanto sembri. Mentre i raggi laser sono facilmente assimilabili ai famosi fulmini di Zeus, forgiati dal dio Efesto (che in AC rappresenterebbe quindi il costruttore delle eventuali armi dei CVP e forse dei Frutti dell'Eden), lo scudo generato dal Frammento rappresenterebbe l'Egida, ovvero il mitologico e impenetrabile scudo di Zeus e Atena, anch'esso forgiato da Efesto.
L'idea dei CVP, dunque, era di replicare il funzionamento dei Frammenti sulla Terra, generando un campo elettromagnetico blu di forma sferica (forse da qui arriva la teoria della Wikia) che avrebbe respinto la furia del brillamento solare. Giunone informa Desmond, però, che la soluzione non era realizzabile perché i CVP non avevano a disposizione un'energia tale da creare un campo così grande. Di fronte a questo problema Giunone afferma che "loro" dissero di tentare di applicare la soluzione a metà del mondo. La parola interessante della frase è "loro", perché potrebbe definire probabilmente Giove e Minerva dalla prospettiva di Giunone, o, in alternativa, gli altri CVP che avevano saputo rifiutare la guerra. Addirittura sembra che Giunone parli di questi "loro" come di qualcuno che ordina o che invoca, che urla affinché questa soluzione possa portare a dei frutti, anche se scarsi. Dunque al fallimento del tentativo su metà della Terra i CVP tentarono di applicare lo scudo a un quarto, a un ottavo e a un decimo del mondo, senza successo.
Come per il primo metodo, anche nel secondo Giunone chiude lasciando un'informazione da mindfuck per intenditori. Forse, col tempo, si sarebbe potuto applicare il metodo a una città (che viene mostrata in ologramma) per salvarla, ma questo tempo non c'era e quindi i CVP passarono ad altro. Il collegamento - ipotetico - è d'obbligo. E se con questa "città" Giunone si riferisse all'Eden? Questo potrebbe dare un senso più pratico e meno "filosofico" alle parole di Clay sull'Eden alla fine dei cluster di Brotherhood. A tal proposito ho cercato di effettuare un confronto tra l'Eden di AC2 e la città mostrata da Giunone:

Eden?

Purtroppo a un primo sguardo i due profili delle "città" sembrano differenti, ma resta comunque l'idea (speranza?) che Giunone si riferisse al luogo in cui tutto è cominciato.

Terzo metodo - Il potere suggestivo dei Frutti dell'Eden     (da 14:35 a 16:35)
Versione Inglese     (da 11:48 a 13:45)

Il "giunto" si apre con Giunone che pone una domanda a Desmond. Tenete a mente che si sta parlando di Frutti dell'Eden ed in particolare della Mela.

"Cos'è un fatto? E' fisso? Immutabile? Certo nella sua esistenza e solamente in attesa della sua scoperta? O può essere cambiato?"

Le onde cerebrali durante il discorso di Giunone
Già da qui, tenendo presente i FE e le loro abilità nei confronti della psiche umana, si intende dove Giunone voglia andare a parare. Cosa è un fatto e come viene percepito? Sulla percezione del fatto sappiamo già abbastanza: con i FE è possibile alterare il modo in cui la vittima pensa, vede e comprende ciò che la circonda andando ad agire sul famoso neurotrasmettitore di cui si parla nel glifo 18. Tra l'altro con buona probabilità è a questo che si riferiscono quelle che sembrano onde cerebrali tutte intorno a Desmond e Giunone. Questo è quello che già sappiamo, ma è possibile modificare direttamente il fatto inteso come fenomeno / avvenimento? Giunone dice che i CVP trovarono la risposta a questo quesito (facendo riferimento a una Mela dell'Eden) e in base a questa risposta cercarono di salvare il mondo. Facendo vedere un ben più credibile Giove che usa la Mela di fronte a degli uomini "molto ubbidienti", Giunone afferma che i FE venivano utilizzati per comandare, per controllare e per possedere ma in breve tempo i CVP scoprirono un'altra funzione: quando ad un numero sufficiente di schiavi veniva ordinato di credere a qualcosa, il loro pensiero prendeva forma.

Credete, sciocchi!
Questa frase è interessante per due motivi: la prima è che i CVP scoprirono questa funzione della Mela. Perchè lo scoprirono? Essendo i creatori dei FE non dovevano già essere a conoscenza di tutte le loro particolarità? O semplicemente non furono loro a creare i Frutti dell'Eden? L'altro motivo è che su questa frase si basa tutto il discorso precedente di Giunone sul "fatto". I CVP con la Mela si accorsero che imponendo agli schiavi di credere in qualcosa (possibilmente anche irreale), questa si sarebbe avverata o avrebbe preso forma, contravvenendo quindi alla definizione di fatto immutabile, certo e unico. Giunone porta ad esempio di questa abilità della Mela il fatto che un centinaio di menti (e quindi di schiavi) era in grado di distruggere un muro o di creare un albero e partendo da qui rappresenta il pensiero dei CVP quando hanno deciso di adottare questo metodo. Se un numero così limitato di menti poteva realizzare simili prodigi, chissà cosa avrebbero potuto fare mille, diecimila o un numero ancora più numeroso di schiavi.
In ultima analisi, non avendo ancora commentato sul metodo in sé, vorrei precisare che i fan di vecchia data non dovrebbero trovarsi completamente spiazzati di fronte a questa abilità della Mela. La prima volta in cui abbiamo visto verificarsi questo fenomeno, infatti è stata in Project Legacy, nel primo capitolo dedicato a Giovanni Borgia in uno dei ricordi della sua infanzia. Giovanni si trova insieme al "nonno" Rodrigo che, forse per la prima volta, lo fa giocare con la Mela:

Il nonno mi farà giocare con la Mela oggi! Mi avverte che non è un giocattolo, ma per me lo è. Luccica, emette suoni. A volte mi parla, proprio come Consus.
Il nonno mi chiede di Consus, dice che gli piacerebbe parlargli. Ma ora non c'è, non gioca con me quando sono con il nonno. Il nonno mi chiede se la Mela parla. Gli rispondo di sì e gli ripeto ciò che dice. "VIENI QUI", mi dice. "LIBERA LA TUA MENTE". Il nonno mi chiede di prenderla in mano.
Raccolgo la Mela. La stanza diventa strana, i muri si deformano, come se respirassero. Il nonno mi grida di smetterla! Si è spaventato. Rimetto a posto la Mela e lui mi chiede scusa.
Mi chiede di riprendere in mano la Mela e di creare un uccello. Non capisco, gli chiedo di ripetere. "Crea un uccello", mi dice.
Penso a un uccello, a un'aquila. Di colpo vedo l'ombra di un uccello sul muro. Non ci siamo ancora. Mi concentro e si mette a volare!
Il nonno ride mentre la mia aquila vola per la biblioteca. La vede anche lui! Inizio a ridere e lei scompare. Il nonno annota qualcosa nel suo libro e mi dice che per oggi abbiamo finito.


La concentrazione di Giovanni

Giovanni, dopo aver "liberato la sua mente" raccoglie la Mela e i muri si deformano. Dal testo non si capisce se i muri si deformino sul serio o se questo sia l'effetto illusorio che la Mela ha sull'utilizzatore però è una bella coincidenza che sia Giovanni che Giunone ci facciano riferimento. In ogni caso in qualche modo Rodrigo soffre dell'utilizzo della Mela da parte di Giovanni e gli fa posare la Mela, ma poco dopo gliela fa riprendere in mano e gli dice di "creare un uccello". Giovanni semplicemente pensa ad un uccello, guarda caso un'aquila, che si materializza prima come ombra e poi in maniera più definita e visibile anche da Rodrigo, fino a quando Giovanni si distrae ed il tutto finisce.
Lo schema corrisponde con sufficiente precisione a quanto indicato da Giunone, con l'imposizione di credere in qualcosa (l'aquila) e la realizzazione della stessa tramite un Frutto dell'Eden.
Un simile tipo di situazione si può trovare in uno dei ricordi di Altair di ACR, quello in cui Altair e Darim scortano i fratelli Polo ai confini del villaggio di Masyaf mentre questa è sotto attacco da parte dei Mongoli. Durante la discesa dalla fortezza Altair usa la Mela per difendere i Polo creando degli assassini che attaccano gli assalitori.

Le creazioni di Altair

Il mio primo pensiero era che quelli che questi "assassini" fossero la classica illusione che la vittima subisce quando attaccata (a morte) dalla Mela, mostrati a schermo per far capire al giocatore cosa stesse succedendo. Effettivamente, però, è molto più plausibile che Altair abbia creato proprio questi assassini con la Mela con le modalità descritte da Giunone. Anche il fatto che subito dopo aver adempiuto alla loro funzione questi assassini svaniscano ricollega all'aquila di Giovanni, svanita poco dopo essere stata creata.

Come accaduto per i Frammenti, dunque, l'idea dei CVP fu quella di applicare il metodo su scala globale per salvare il mondo e cambiare quello che Giunone definisce "consensus", che non vuol dire direttamente consenso e non vuol dire "unirci tutti quanti" come dice la versione italiana e forse andrebbe interpretato più come cambiare il destino ormai quasi accettato da tutti .
La decisione dei CVP, quindi, fu di inviare nel cielo (e quindi nello spazio) un Frutto dell'Eden il quale avrebbe "illuminato" (e quindi coinvolto) tutti gli abitanti della Terra. Una volta raggiunto il punto previsto nello spazio, un frase sarebbe stata ad esso convogliata, così semplice nel suo contenuto e così piena di speranza da sembrare quasi ingenua e disperata: "Salvaci" o "Devi salvarci" nella versione italiana. La soluzione, però, non portò i frutti previsti e dunque, come accaduto per lo scudo elettromagnetico, si cercò di migliorare il metodo basandosi sulla quantità e non sul concetto. Il risultato fu che i CVP mandarono nello spazio una dozzina di FE (e non decine come indicato nella versione italiana) per riproporre il metodo, ma in questo caso si verificò un altro problema: "Non c'era alcun modo di mantenere il controllo, di dirigere il flusso / raggio, di asservire il mondo, di comunicare le parole."
L'intenzione dei CVP fu di utilizzare più FE per catalizzare il flusso delle intenzioni forzate di essere salvati da parte di tutti gli esseri viventi senzienti sulla Terra (forse perchè un solo FE non era stato in grado di catalizzare un sufficiente numero di pensieri) ma questo portò il problema della difficoltà del controllo dei FE stessi, per lo più a distanza. In particolare, secondo la mia interpretazione, si verificarono anche problemi nel dirigere il flusso dei pensieri di tutti gli uomini schiavizzati verso i FE nello spazio (dirigere il flusso), forse anche perchè i CVP non disponevano di abbastanza FE per forzare il pensiero su tutti gli schiavi umani nello stesso istante e far richiedere loro di salvare il mondo (asservire il mondo e comunicare le parole). Se la mia interpretazione è corretta verrebbe da chiedere: "Ma non potevate chiederglielo con cortesia?".
Tra l'altro, piccolo appunto personale, uno di questi FE è con buona probabilità il FE5 - Mela di cui si parla nel Glifo 10, recuperato dai Templari il 20 luglio 1969 con la missione Apollo 11. Il buon Clay, a riguardo, pronuncia anche una frase che alla luce delle spiegazioni di Giunone ora ha senso: "C'era qualcosa là sopra.. Qualcosa abbandonato da molto tempo..."
In conclusione Juno, unendosi all'abitudine di tutta la saga di lasciare cliffhanger ovunque, afferma che sebbene questo metodo potesse sembrare strano e pericoloso, quello che fu provato dopo era anche peggio e quindi...

Quarto metodo - La divinazione     (da 16:54 a 17:56 più aggiunta fino a 19:15)
Versione Inglese     (da 14:22 a 15:24 più aggiunta fino a 16:43)

Le cose cominciano a farsi serie e come ho detto per il primo metodo, anche su questo è necessario fare un po' di attenzione perchè da questo dipendono alcuni risvolti del finale di AC3.
Dopo aver pensato a respingere il brillamento i CVP si accorgono che le azioni "fisiche" nei confronti della catastrofe non sono efficaci e quindi, dopo aver tentato con l'accoppiamento volontà - Frutti dell'Eden, continuano a lavorare di fantasia. Il loro primo "istinto" è quello di tornare indietro nel tempo per cambiare il passato e poter rispondere adeguatamente e in tempo alla catastrofe ma non riescono a trovare un modo per attuare questa idea. Giunone racconta che in contrapposizione a questo, però, i CVP potevano guardare avanti e quindi osservare il futuro. Mentre pronuncia questa frase, la "dea" indica una sorta di sfera verdognola come si vede dall'immagine qui sotto:

La mia mano destra è più grande di quella sinistra

L'allusione è che con questa sfera, che la guida di AC3 definisce "Divination device" - "Dispositivo di divinazione" i CVP erano in grado di guardare oltre il proprio tempo ed in qualsiasi parte del mondo, come indica la rappresentazione della Terra che si vede all'interno del dispositivo.
Con questo dispositivo i CVP avevano a disposizione uno strumento molto efficace in termini di potenzialità e di ambiti di applicazione. Il primo utilizzo fu logicamente di controllare se i loro sforzi avrebbero portato al salvataggio del mondo ma, come dice Giunone, il risultato fornito dal dispositivo era sempre lo stesso, ovvero la Terra investita dal brillamento solare, come mostrato all'interno del dispositivo. Il fatto che Giunone specifichi che il risultato fosse sempre lo stesso indica che il dispositivo poteva restituire risultati diversi e che quindi questi risultati potessero essere influenzati da delle variabili. A tal proposito la guida di AC3 indica che il metodo aveva la funzione iniziale (il "primo utilizzo") di predire il futuro tramite macchinari dotati di potere di calcolo avanzato (il dispositivo) al fine di trovare una futura soluzione. Nello specifico le parole sono queste:

Con dispositivi di calcolo dotati di capacità di elaborazione quasi incomprensibile, hanno cercato di scrutare i futuri più plausibili al fine di conoscere la loro salvezza definitiva. Ciò ha portato al fallimento non perché il tempo e lo spazio fossero definiti da un stocasticità che non potevano decifrare - le loro macchine erano perfettamente in grado di interpretare la miriade di variabili del tempo - ma perché ogni tipo di indagine / query portava alla stessa conclusione: la loro civiltà era condannata.

Se ne ottiene dunque che il dispositivo è un macchinario dotato di tecnologia CVP con una potenza di calcolo tale da poter gestire tutte le variabili necessarie per prevedere l'andamento di un avvenimento futuro. La sostanza del metodo è quindi che i CVP cercarono in tutti i modi di vedere se, modificando le variabili a loro disposizione, il risultato potesse cambiare e il mondo si potesse salvare. Purtroppo però, il risultato era sempre lo stesso e quindi i CVP passarono ad altro ma...

... Ma lei rimase. Colei che Desmond e tutti noi conosciamo come Minerva. E questo ha senso, se non altro per il fatto che nel finale di Revelations Giove afferma che i calcoli erano proprio il campo di Minerva e dunque questo era probabilmente un metodo in cui Minerva riponeva molta fiducia.
Col tempo, però, anche Minerva smise di "guardare" ed iniziò invece a "parlare", secondo Giunone.
Veniamo quindi a scoprire, sempre tramite Juno, che il dispositivo non consentiva soltanto di prevedere il futuro ma addirittura di interagirci. Minerva, dunque, inviò dei messaggi attraverso i secoli con la speranza di salvare Desmond, lasciando questi messaggi dove nessuno li avrebbe potuti trovare, a parte Desmond stesso e chi si trovava nel Tempio. Questa parte è fondamentale per capire il finale e soprattutto rappresenta uno dei pochi e succosi collegamenti di AC3 con gli altri episodi della saga. Per chiarire un po' meglio, Minerva si ostina ad utilizzare il dispositivo di divinazione anche dopo che gli altri CVP hanno abbandonato il metodo, ma anche lei alla lunga realizza che il risultato finale è sempre costituito dal brillamento che colpisce la Terra e quindi opta per una seconda soluzione, una soluzione che noi abbiamo imparato a conoscere nei vari episodi della saga. Il dispositivo di divinazione si rivela, infatti, lo strumento con cui Minerva e gli altri CVP hanno lasciato i vari messaggi a Desmond in AC2, ACB e ACR. Ne è la prova anche la simulazione che Giunone offre agli occhi di Desmond di Minerva che parla con Ezio. Simulazione peraltro errata visto che Ezio ha le vesti di ACB quando invece dovrebbe avere quelle di AC2 ma tant'è. Tra l'altro, visto che Giunone dice che Minerva smette di guardare e inizia a parlare, la mia interpretazione è che i suoi non siano messaggi pre-registrati o dotati di intelligenza artificiale, bensì che Minerva parli in diretta con i suoi interlocutori del futuro. Questo porterebbe al dubbio relativo al fatto che il dispositivo cerca di prevedere il futuro e non lo conosce, ma a questo si potrebbe rispondere che Minerva può aver cercato nel tempo le situazioni che si sarebbero verificate con maggiore probabilità in cui gli interlocutori che le servivano potessero svolgere la loro funzione di "messaggeri".

La mia mano sinistra è più grande di quella destra

Altra idea, ben più conosciuta e ipotizzata anche dalla guida di AC3 (e che quindi molto probabilmente schiaccerà la mia) è che i messaggi non siano semplici registrazioni ma costrutti dotati di intelligenza artificiale intesi come "parziale facsimile di chi invia il messaggio". Come dice la guida, questo spiegherebbe la possibilità da parte dell'ologramma di Minerva di interagire con Ezio in AC2.
Il "colpo di scena" di Minerva e delle sue azioni, inoltre, forse fa perdere l'attenzione da una frase che pronuncia Giunone e su cui (devo ammetterlo) la versione italiana è più chiarificatrice di quella inglese. Minerva diffonde questi messaggi per salvare Desmond ( la versione italiana dice "per salvarti") e li nasconde nel tempo dove nessuno sarà in grado di trovarli a parte Desmond e coloro che si trovavano / trovano nel Tempio. Qui gli elementi importanti sono due e vorrei sottolinearli bene perchè potrebbero tornare utili nella valutazione del finale. Il primo è che Minerva diffonde i messaggi (il plurale potrebbe sia comprendere anche quello di Giove sia indicare che ci sono altri messaggi che non conosciamo) per salvare espressamente Desmond e non il mondo inteso come le vite di tutti gli uomini che lo abitano. Ciò è in linea con la visione di "salvataggio del mondo" che ha Minerva e che si vede nel finale, ovvero a grandi linee l'accettazione del brillamento solare e dell'enorme quantità di vite sacrificate affinché la società possa ripartire da zero sotto la guida di Desmond. Dunque è possibile che tutti i tentativi ed i messaggi di Minerva siano stati fatti avendo come obiettivo la ricreazione della civiltà tramite Desmond a partire delle ceneri del brillamento del 2012 e che non ci sia mai stato l'intento di salvare altre vite.
Il secondo punto importante è che i messaggi non erano visibili solo da Desmond ma anche da chi si trovava e si trova nel Tempio da cui questi sono stati inviati. Questo potrebbe avere delle interessanti ripercussioni sul finale visto che indica come Giunone fosse a conoscenza dei messaggi inviati a Desmond da Minerva e Giove, ma per questo ci sarà più spazio nell'articolo dedicato appunto al finale.

La spiegazione del metodo in sè è terminata, ma non si fa a tempo a riprendersi dalla comparsa di Minerva che William Miles commenta. Lo fa per la prima volta subito dopo la spiegazione di un metodo e soprattutto dimostra con il suo "Affascinante..." di essere in grado di ascoltare i discorsi di Giunone, oppure che lei stessa si renda visibile ed ascoltabile da tutti. Nella scena appena successiva vediamo Desmond entrare in modalità "Fan di Assassin's Creed" ed urlare a Giunone di essere stanco degli avvertimenti criptici e delle minacce. Chiede a gran voce a Giunone e più in generale ai CVP di dirgli direttamente cosa vogliono ma Bill gli risponde che in realtà i CVP lo stanno facendo e si mette con nonchalance a citare i Numeri, il quarto libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana:

We saw the Nephilim there. We seemed like grasshoppers in our own eyes, and we looked the same to them.

Inoltre là abbiamo visto i giganti (Nefilim), di fronte ai quali ci sembrava di essere delle cavallette, e così dovevamo sembrare a loro.

La citazione, per inciso, era anche scritta in codice esadecimale sulle enciclopedie di AC3 in versione limitata mostrate da Ubisoft all'E3 2012.


Con Nefilim ci si riferisce a un popolo nato secondo la Genesi dall'incrocio tra i "figli di Dio" ed i "figli degli uomini". I Numeri, inoltre, li definiscono come giganti che abitano le terre di Canaan.
Le teorie di matrice cristiana dietro a chi siano questi "figli di Dio" sono principalmente due, ovvero che siano angeli caduti oppure che si tratti dei discendenti di Set - il terzo figlio di Adamo ed Eva, mentre per quanto riguarda i figli degli uomini ci si riferisce ai figli di Caino e con questo il mindfuck è servito, prego. Questo per quanto riguarda la visione cristiana, ma ci sono altre interpretazioni interessanti. Su Wikipedia infatti viene anche citata una teoria pseudo-scientifica che sostiene che i Nefilim fossero forse un ibrido tra Homo Sapiens e uomo di Neanderthal, ma l'ipotesi più vicina ad AC è quella di Zecharia Sitchin ed Erich Von Daniken. Questi due signori, che molti fan di AC ormai dovrebbero conoscere, sostenevano che la razza umana fosse stata creata tramite l'ingegneria genetica da una razza aliena proveniente dal pianeta Nibiru e che si poteva riscontrare negli Annunaki per i Sumeri e poteva essere identificata proprio con i "figli di Dio" della tradizione cristiana.
Insomma, in poche parole William fa riferimento ai CVP e, da miniera di informazioni e leader operativo degli Assassini mostra un elemento poco presente in AC3, ovvero i collegamenti ad opere d'arte o letterarie, "reinterpretate" a favore della trama. William paragona l'incomunicabilità tra CVP e uomo a quella tra uomo adulto e un bambino di due anni e a quella tra uomo e cavalletta, sottolineando che quando si parla di inconoscibilità della volontà degli dei c'è più verità di quanto non si creda. E' per questo che i messaggi che abbiamo incontrato fino ad oggi sono stati criptici e adesso che sappiamo le modalità con cui questi messaggi venivano inviati abbiamo un'idea più chiara dell'incomunicabilità tra Desmond e i CVP.
Ma non è ancora finita. Apparentemente senza spiegazione Desmond dice di aver ucciso Lucy, mostrando di sentirsi ancora in colpa (dopo tutto sono passati circa due mesi). William gli risponde come avrebbe fatto qualsiasi fan che non è stata colpa sua, che il tutto era dovuto alla Mela che aveva in mano ed a Giunone, ma Desmond, per la prima volta, racconta cosa è successo veramente quella notte. In quello che ad alcuni fan è sembrato retcon, Desmond racconta che mentre aveva la Mela in mano, gli è stato mostrato come sarebbero andate le cose se avesse lasciato vivere Lucy. Lucy avrebbe tradito gli Assassini (come previsto dal Progetto Sirena), avrebbe riportato la Mela all'Abstergo, il satellite Eye-Abstergo sarebbe stato lanciato ma avrebbe fallito negli intenti dei Templari. E' più che probabile che questa "visione" che Desmond ha sia stata in realtà un messaggio inviato da Giunone tramite la Mela proprio con il dispositivo di divinazione in maniera non dissimile dalle previsioni del futuro che rappresentavano la funzione originale del dispositivo stesso ed è per questo motivo che probabilmente Desmond parla di Lucy proprio in questo momento.
A maggior ragione è possibile che questa visione provenga da Giunone perché Desmond afferma che qualsiasi cosa si trovi dietro la porta finale del Tempio beneficerà la dea. Questo implica un ragionamento di Desmond, ovvero che la visione relativa a Lucy, a cui lui comunque ha creduto, gli sia stata mostrata da Juno per tornaconto personale, per farlo arrivare dove lei voleva. Anche questa parte sarà poi importante per il finale di AC3, come alcuni fan hanno già intuito.

Quinto metodo - La bio-ingegneria     (da 13:18 a 14:41)
Versione Inglese     (da 12:30 a 13:53)

Siamo agli sgoccioli, gli ultimi metodi pensati prima della catastrofe. Nelle parole di Giunone, un nuovo mondo si stava avvicinando, un'era fredda e oscura, che avrebbe consumato i CVP perchè erano carne, e la carne è fragile. Con "era fredda e oscura" Giunone probabilmente si riferisce all'arrivo della catastrofe, che tanto fredda non sarebbe stata, ma sicuramente avrebbe cambiato il mondo per come era conosciuto (il nuovo mondo che si stava avvicinando). Un'altra interpretazione è che con nuovo mondo e con era fredda e oscura Giunone si riferisca alla morte, che si stava avvicinando inesorabile mentre i metodi testati continuavano a non portare risultati utili. In ogni caso il messaggio che passa è che i CVP erano preoccupati o per lo meno consci del fatto che non sarebbero sopravvissuti perché la carne è debole e fragile.

Spione di piccioncini ancestrali
o ideatore del quinto metodo?
Mentre Giunone racconta lo stato d'animo dei CVP, a Desmond vengono mostrati gli ologrammi di Giunone stessa, di quello che scopriremo essere suo marito Aita e anche di Giove, che gira loro intorno.
Giove in questo frangente si vede solo per qualche secondo mentre si avvicina come a dire loro qualcosa. I due stanno probabilmente discutendo, Giunone forse sta cercando di convincerlo di qualcosa, avvicinandolo a sè, mentre Aita la guarda, la spinge leggermente indietro con lo sguardo risoluto, determinato a fare qualcosa e fa per stendersi su una sorta di lettino.
Lo sguardo severo di Aita
Giunone prosegue con il suo racconto, affermando che anche se potevano proteggersi con tute e scudi, tali "ornamenti" non sarebbero stati sufficienti, non a salvarli tutti. Il riferimento, secondo me, è ai primi due metodi, nello specifico al secondo, che tratta proprio di uno strumento per creare uno scudo e che nella fase finale della sua descrizione indica che avrebbe potuto salvare forse una città, ma non tutti gli altri CVP.
Dunque, di fronte alla loro morte incombente, e sostenendo l'idea di Giunone che andando avanti i metodi sarebbero stati sempre peggiori e con intenzioni più malsane, i CVP pensarono di cambiare e quindi modificare loro stessi (tramite altre macchine / macchinari) in modo tale da sopravvivere in un mondo che sarebbe stato "avvelenato" (dalla catastrofe).
Mentre la dea racconta, a schermo continua parallelamente la scena con Giunone che accudisce Aita, controlla la sua posizione sul lettino (o comunque il supporto su cui è steso) e lo guarda con forte preoccupazione. Questa espressione di preoccupazione si spiega subito dopo quando Giunone racconta che Aita, suo marito e suo amore, si era reso volontario per testare il quinto metodo ovvero per modificare il suo corpo tramite l'utilizzo di non meglio definite macchine.

La scena parallela su schermo prosegue, mostrando Aita che rimane in attesa e Giunone che, preoccupata, solleva gli occhi verso Giove che non si vede direttamente, ma di cui si intuiscono i tratti per qualche istante, come si vede dall'immagine qui a sinistra. Per pochi secondi, infatti, la telecamera inquadra le braccia coperte dal mantello mentre Giove avvicina un oggetto con una sorta di
L'iniezione
ago al braccio di Aita (la Siringa dell'Eden?). Immediatamente Aita prende ad agitarsi, come se in preda a convulsioni e mentre Giunone sembra sempre più preoccupata per le forti sofferenze del marito, sullo sfondo si vede Giove che, mostrando grande sensibilità, bellamente se ne va, avendo constatato che il metodo al momento non sta funzionando.



Confermando l'ipotesi di cattivo funzionamento del metodo, Giunone racconta che alla fine il metodo cambiò Aita e lo rovinò, facendolo diventare "prigioniero delle macchine". Juno racconta con sentita tristezza - almeno nella versione inglese - che il suo corpo sarebbe anche sopravvissuto (dando quindi un alone di efficacia al metodo ed anche l'idea di un possibile funzionamento in altre condizioni), ma che la sua mente nel frattempo era diventata fragile, a significare che la sofferenza era così grande da sostenere da portarlo alla pazzia.

Coloro che Vennero Prima: simpatia portami via dal 75.000 a.C.

Il dolore era addirittura così grande per Aita che per giorni, settimane e addirittura mesi aveva pregato Giunone di liberarlo dalle sue pene, ovvero di ucciderlo e mentre Giunone racconta questo frangente si vede proprio Aita che le prende la mano per farle capire il suo desiderio di "liberazione". Giunone per contro lo implorava di resistere, di aspettare fino a quando lei e i suoi compagni CVP avrebbero trovato un'altra soluzione, e mentre pronuncia queste parole la si vede a schermo mentre ferma la mano con cui la cercava Aita e la fa riappoggiare allo schienale del lettino (come a cercare di calmarlo), appoggiando la testa sul petto del marito e probabilmente piangendo.
Le ultime parole di Giunone sono, poi, quelle che lasciano di più l'amaro in bocca a chi si è fatto coinvolgere dalla scena:

"... L'ho implorato di darci tempo per trovare un'altro modo. Ma non c'era... Non per lui, non per noi..."

Nella versione inglese, in particolare, la voce di Giunone non è stabile come nel resto della descrizione del metodo ma è "echeggiata", forse a voler dare un tono più serio o per simulare una sorta di tentennamento nella voce della dea, che mentre pronuncia queste parole rivede insieme a Desmond la parte finale della sofferenza di Aita, il momento in cui lei, rassegnata all'assenza di una soluzione per salvare il marito ed estremamente provata dal suo dolore, è costretta ad ucciderlo come lui aveva richiesto.




Un secondo per i feels.
La scena che vediamo a schermo offre diversi risvolti che meritano attenzione per avere ulteriori informazioni sul metodo. Giove si vede all'inizio della scena mentre si avvicina a Giunone e Aita, come abbiamo visto. Sapendo cosa sarebbe successo poco dopo, adesso possiamo ipotizzare che Giove si avvicini per comunicare loro quale sia il nuovo metodo o, visto che subito dopo i due piccioncini ancestrali si mettono a discutere, è anche possibile che Giove li stia informando di essere alla ricerca di un volontario per il metodo, frase che avrebbe innescato la discussione tra i piccioncini all'accettazione da parte di Aita. Giunone dunque nella mia interpretazione cerca di distogliere Aita dal suo rischioso intento ma il marito rimane risoluto nel suo intento "eroico" di salvare i suoi simili. Giunone acconsente quindi a malincuore a lasciar fare al marito da cavia, accudendolo nella preparazione alla sperimentazione del metodo, attuata da Giove tramite un'iniezione nel braccio di Aita. A tal proposito, se nel dialogo Giunone parla di modificare il corpo e di Aita prigioniero delle macchine, è più che possibile che queste "macchine" fossero contenute nella siringa, e da qui l'ipotesi che si possa trattare di macchine di dimensione molto ridotte utilizzate per modificare il corpo dall'interno. Come abbiamo visto il metodo fa soffrire Aita e preoccupare Giunone mentre Giove invece ha la risposta che cerca ed essendo questa negativa, se ne va lasciando Giunone e Aita al loro destino, fino alla morte di quest'ultimo.
Questo comportamento molto "freddo" di Giove dimostra due cose. La prima, come prevedibile, è che Giove è il probabile leader del progetto di ricerca dei metodi per la salvezza, dedicato (se l'interpretazione è corretta e Giove non è stato messo solo come figurante) al raggiungimento del risultato prima ancora che all'incolumità dei suoi sottoposti, un po' come William Miles. La seconda è direttamente discendente dalla prima ovvero che tutti i CVP incontrati da Desmond non sono proprio degli stinchi di santo tra questo comportamento di Giove, la soluzione di Minerva nel finale di AC3 di lasciar arrostire tutto il mondo e le vite in esso contenute e, ovviamente, Giunone con i suoi intenti e le sue azioni mostrati sempre nel finale dell'ultimo capitolo di AC. Niente di nuovo, questo è certo, ma comunque avere una riconferma anche con il comportamento di Giove sostiene l'idea, sebbene confusa, che la fanbase si è fatta di questi esseri. Forse questo indica anche un senso di giustizia diverso da quello etico comune, più improntato al necessario e al pratico che al sentimento.

Vorrei chiudere questa parte con due parole sul marito di Giunone. Aita non è un'invenzione della trama di AC, bensì è un altro dei pochi esempi del collegamento di AC3 con la letteratura e l'arte del "mondo reale". Nella mitologia etrusca, infatti, Aita o Eita è l'equivalente etrusco di Ade nella mitologia greca ovvero la divinità principale dell'oltretomba, sposo di Phersipnei, l'equivalente di Persefone.

Aita e i Phersipnei rappresentati nella Tomba dell'Orco a Tarquinia, II secolo a.C

Come nota di colore va fatto notare come Aita venga rappresentato il più delle volte con una pelle di lupo che gli fa da mantello e da cappuccio. Curiosamente questa rappresentazione ricorda molto il Ratonhnhaké:ton del DLC "La Tirannia del Re Washington" ma al momento il tutto resta solamente una coincidenza, non essendoci elementi concreti che colleghino le due figure.

Sesto metodo - La trascendenza     (da 15:28 a 16:46)
Versione Inglese     (da 15:19 a 16:36)

Siamo giunti alla fine ed è il momento delle cannonate pesanti. Questo è il metodo finale definito da Coloro che Vennero Prima, l'ultimo baluardo prima della loro fine ed il più importante per comprendere il finale di AC3.
La catastrofe si sta avvicinando sempre di più ed è possibile immaginarli andare progressivamente nel panico dato al vedere i loro sforzi sistematicamente fallire mentre la catastrofe si avvicina. E' probabilmente per questo che i metodi dal quarto in avanti diventano sempre più al di là dell'etica comune. L'unico obiettivo è la salvezza, a qualsiasi costo. Da questo nasce il sesto metodo.

"Cos'è la coscienza se non una serie di impulsi elettrici?"

Giunone inizia così la descrizione del metodo, dopo che Desmond si avvicina ad una parete del Tempio che risplende, cosparsa dei simboli che abbiamo imparato a conoscere sull'architettura CVP nelle varie altre cripte che abbiamo incontrato.

"Ed il corpo un contenitore adatto a contenere queste scintille?"

Giunone ancora una volta sottolinea come il corpo sia debole e col tempo vada via via decadendo fino a tornare ad essere polvere. La frase e l'idea ricordano esattamente le stesse premesse del quinto metodo e rappresentano molto bene la paura dei CVP di non sopravvivere, di essere poco resistenti nei confronti del tempo.
Mentre Desmond cammina tra pareti che continuano a risplendere, anch'esse cosparse di simboli CVP, Giunone racconta la successione dei pensieri dei CVP che hanno progettato il metodo, tra cui lei stessa, visto che parla in prima persona plurale. Di fronte al problema della breve durata del corpo i CVP si chiesero se fosse possibile rimpiazzare il corpo con qualcosa di più forte, di più resistente, migliore di quanto in loro possesso.
Forgiarono dunque un nuovo contenitore, dotato della caratteristica che più ricercavano, ovvero quella di poter durare nel tempo. Anche in questo caso è importante guardare cosa avviene a schermo mentre Giunone racconta e infatti quando parla del "nuovo contenitore" la dea indica le pareti luccicanti e piene di simboli.

"Il nuovo contenitore"

Giunone in questo caso sta proprio mostrando a Desmond il nuovo contenitore costruito dai CVP per contenere l'insieme degli impulsi elettrici di cui parlava prima. L'intento dei CVP, dunque, era tramite la loro avanzata tecnologia di spostare la loro coscienza dal loro corpo a dei nuovi contenitori per poter in qualche modo continuare a vivere (da qui la "trascendenza") e, da quello che mostra Giunone, questi contenitori dovevano essere enormi e magari i simboli disegnatici sopra hanno un significato in relazione con il fatto che possono contenere la coscienza dei CVP.

"Si rivelò molto facile entrare. Ma uscirne... Per uscire era necessario qualcosa di più... Qualcosa di sbagliato..."
Secondo Giunone era facile entrare, ovvero trasferire la coscienza nel nuovo macchinario-contenitore-hard disk, e da come ne parla, era anche una cosa gradita, non dolorosa né dannosa. Quando però parla dell'uscire dal contenitore il suo tono diventa serio, come se parlasse di qualcosa di grave. Per uscire, infatti, era necessario un metodo più complicato o "costoso" rispetto a quello richiesto per entrare ("era necessario qualcosa di più") e questo metodo implicava qualcosa di sbagliato, contro l'etica o contro natura, che con il senno di poi sappiamo essere essere la morte di un non meglio identificato essere vivente (uomo o CVP, col DNA "giusto" oppure no, ci sarà spazio per discuterne nel pezzo dedicato al finale), come anche ipotizzato nella guida. Oltre al fatto che questa ultima parte di frase è molto creepy, vorrei anche far notare che non è pronunciata dall'ologramma di Giunone.
Desmond, infatti, non vedendo l'ologramma di Giunone si guarda intorno, cercandola, e quando questa dice "Ma uscirne.." solleva lo sguardo al monolito metallico - il contenitore - e ci cammina intorno, per capire dove sia l'ologramma, ma non lo trova. Questo starebbe a significare che forse la voce proveniva direttamente dal contenitore, un indizio potenzialmente molto utile per il finale di AC3 insieme a tutto il metodo.
Mentre Desmond è ancora intento a girare intorno al contenitore, l'ologramma si ricrea alle sue spalle e gli pone un dubbio.

"E quindi abbandonarono anche questo. Mi chiedevo però... Avevano ragione ad allontanarsene?"

Questa frase funge da chiave di volta per relazionare Giunone a questa soluzione. La dea racconta che gli altri CVP abbandonarono anche questo metodo. Gli altri. Questa volta Giunone non parla più in prima persona plurale e anzi crea una netta separazione tra gli altri CVP e se stessa, a indicare che lei non ha abbandonato il metodo, un po' come ha fatto Minerva con il quarto. Collegando tutto questo con Desmond che non vede l'ologramma di Giunone e "sente parlare" il contenitore si può anche dedurre quello che la guida di AC3 sbandiera più volte, ovvero che in quel macchinario è ancora presente la coscienza di Giunone, 75.000 anni dopo la catastrofe di Toba. Alla faccia della resistenza nel tempo.

In conclusione vorrei sottolineare come questo metodo, come anche il terzo, non sia una novità di AC3, e anzi ci siano stati degli elementi nel passato della saga che hanno fatto riferimento ad esso o ad una sua versione analoga. E' il caso delle allusioni comparse nell'universo allargato di AC che fanno riferimento ai CVP che si trasferiscono di corpo in corpo, allusioni presenti prevalentemente in Project Legacy.

Il Dio Erudito
La prima riguarda ancora una volta Giovanni Borgia, il quale insieme a sua moglie Maria Amiel si avventura nel tempio di Pitagora, visitato anche in-game nel DLC "La scomparsa di Da Vinci" in Brotherhood. Maria racconta che quando Giovanni entra nella stanza finale le pareti prendono vita illuminandosi, e la luce crea disegni angoscianti, numeri e glifi, riprendendo le pareti luccicanti e i simboli che si vedono durante la spiegazione di Giunone. Improvvisamente Giovanni crolla a terra privo di sensi e subito dopo il suo sguardo (e secondo Maria anche i suoi lineamenti facciali o più probabilmente l'espressione) cambia per pronunciare la famosa frase "Io sono Consus, il Dio Erudito".
Abiti da pastore, portamento di un re
La seconda "allusione" fa riferimento a Pitagora, co-protagonista dei ricordi di Kyros di Zarax e suo maestro. Dopo anni di viaggi sulle più alte montagne e lungo le più lontane coste, superati l'Egitto e Babilonia, Kyros e il suo maestro arrivano "ai confini del mondo". Qui incontrano un "uomo" dagli abiti da pastore ma col portamento da re che si presenta come Ermete Trismegisto e dice a Pitagora di averlo trovato. Ermete, come nelle sue vari rappresentazioni, possiede un bastone (probabilmente uno dei Bastoni dell'Eden), il famoso caduceo, con due serpenti attorcigliati, i quali in seguito ad un particolare movimento del bastone si animano, volgono la testa verso Pitagora e all'unisono pronunciano la frase "Tu sei un successore degno". Subito dopo il bastone / Bastone inizia ad emanare una "forza invisibile ed indefinibile" tanto da far muovere la sabbia e da far svenire Kyros subito dopo aver sentito delle voci, probabilmente le stesse dei serpenti, dire "Noi possediamo la chiave per i misteri della vita". Quando Kyros si risveglia Ermete è sparito ed il Bastone è nelle mani di Pitagora, il quale ha una coscia d'oro, solida come il metallo ma duttile come un muscolo, ed il suo volto (e quindi il corpo) è anche tornato quello di quando era giovane. In conclusione, prima di dire addio al suo discepolo, Pitagora afferma "Questa reliquia / manufatto è stato tramandato dall'alba dei tempi".
Il funerale di Woodman
La terza e ultima illusione è ambientata in tempi più recenti, negli ultimi anni del diciannovesimo secolo. Il protagonista è William Robert Woodman, uno dei fondatori dell'Ordine Ermetico dell'Alba Dorata, chiamato nei documenti Abstergo con il nome Frater V.O.V. (che sta probabilmente per "Vincit Omnia Veritas", la verità vince su tutto / conquista tutto, da uno dei titoli dei suoi ricordi). Il ricordo di Woodman è unico nel suo genere in Project Legacy perchè, benchè sia raccontato in prima persona, è il solo in cui il protagonista è conscio di quello che sta per raccontare (invece di viverlo in diretta), ed è anche addirittura conscio dei ricordi dei personaggi dei capitoli precedenti di Project Legacy, che niente hanno a che fare con Woodman. Da qui già l'idea che il protagonista non sia davvero Woodman. Dopo il secondo ricordo, poi, Woodman viene assassinato ma la narrazione prosegue, sempre in prima persona, per altri diciassette ricordi, per cui la probabilità di protagonista CVP è molto alta. In particolare il CVP senza nome (che però mostra di conoscere Giovanni Borgia e Maria Amiel e quindi è assimilabile a Consus) dopo aver parlato in prima persona nei panni di Woodman, afferma di essere presente al suo (di Woodman) funerale, senza essere visto da nessuno tranne che da Samuel Liddell Mathers, cofondatore dell'Ordine, e da sua moglie Moina, sposi che definisce essere "molto dotati" ed in possesso di un "dono". Il protagonista afferma di essere stato intrappolato in un guscio rotto (in quanto vecchio) quando parla di quando era nei panni di Woodman, ma anche dopo che il suo "guscio" muore è in grado di muoversi in mezzo alla gente e addirittura di giocare a scacchi con Mathers. Nella parte finale del ricordo, inoltre, si scopre anche che i Templari erano alla ricerca del protagonista del ricordo e che questi era ben più importante di un FE come il Libro, che era proprio in possesso di Mathers prima di scomparire nel nulla.

Queste situazioni presentano similarità e differenze col metodo presentato da Giunone, con la particolarità dell'utilizzo da parte di un CVP del corpo di un essere umano come contenitore invece di un macchinario. Nel caso di Giovanni Borgia ci troviamo in un'ambientazione simile a quella di Turin: un tempio di architettura CVP, i simboli che si illuminano, il DNA giusto per quanto riguarda Giovanni (che nei ricordi precedenti si dimostra essere un ibrido perchè in possesso dell'Occhio dell'Aquila). La principale differenza col metodo descritto da Giunone sta nel fatto che, tramite un altro ricordo di Project Legacy si viene a sapere che Giovanni è sopravvissuto all'uscita di Consus dal suo corpo (a meno che le due coscienze non possano convivere, tanto per aggiungere altro mindfuck) e lo stesso vale per Maria. In questo caso, dunque, non c'è stato un prezzo alto da pagare, forse perchè il contenitore era di un essere umano?
Trascendenza?
Per quanto riguarda Pitagora, la descrizione di Ermete Trismegisto e dei suoi abiti da pastore con il portamento di un re dà già idea del fatto che si tratti di un'entità particolare. In questo caso, infatti, Pitagora e Kyros si trovano probabilmente davanti già a un uomo che fa da contenitore a Ermes / Ermete. In questo caso non c'è un tempio ma la tecnologia CVP è comunque presente tramite il Bastone che Ermete Trismegisto porta con sè e dunque alcuni presupposti per la trascendenza sono già presenti. I due serpenti, poi, affermano che Pitagora è "degno", definizione che finora ho sempre interpretato come "compatibile", ovvero con il DNA necessario per effettuare il trasferimento della coscienza. La frase che Kyros sente prima di svenire è indicativa, inoltre, per far capire che ci troviamo di fronte ad una versione alternativa del metodo della trascendenza. Con "la chiave per i misteri della vita", infatti, ipotizzo che Ermes e gli altri CVP si riferiscano al fatto che tramite questo metodo è possibile mantenere la propria coscienza intatta e quindi, in un certo senso, continuare a vivere. Tra l'altro, l'ultima frase di Pitagora sembra rinforzare questa idea, indicando forse che il Bastone è stato tramandato da moltissimo tempo proprio per sostenere o catalizzare lo spostamento della coscienza di volta in volta nei vari corpi dei successori degni. Come nota a a margine aggiungo che non si sa che fine faccia il corpo in cui si trova Ermete prima della trascendenza, per cui anche in questo caso non si capisce bene se il metodo sia allineato in toto con quello descritto da Giunone o meno.
I Cavalieri Templari alla ricerca del CVP perduto
Il ricordo di Woodman è il più intriso di mindfuck proprio a causa della sua unicità e del comportamento del CVP narrante. In questo caso sappiamo da subito che il CVP esce dal corpo contenitore di Woodman alla sua morte (non si sa niente di come ci sia entrato, purtroppo), ma quello che appare più strano è che subito dopo il CVP possa girare liberamente per il mondo in quella che sembra la sua forma di ologramma, visto che i Mathers riescono a vederlo (grazie al "dono" dell'Occhio dell'Aquila) e addirittura a giocarci a scacchi (lasciandolo interagire con le pedine?). Il tutto si potrebbe giustificare con la presenza del Libro, ma è anche vero che il CVP si mostra anche quando il Libro scompare / viene rubato per cui questa parte della trama rimane ancora in parte avvolta nel mistero. La cosa interessante, in questo caso, è il fatto che già a inizio Novecento i Templari sapessero di questo CVP (e forse anche del fatto che saltava da contenitore a contenitore) e lo stessero cercando. Questo tipo di conoscenza renderebbe i Templari molto più informati sulla natura dei CVP e sulle loro azioni degli Assassini e, in ogni caso, se non ne erano a conoscenza a inizio Novecento, lo sanno nel 2012 quando ottengono l'informazione tramite Project Legacy.

In definitiva il sesto metodo è il più importante per capire come termina AC3, ma mi sa che sto ripetendo questa frase a mo' di disco rotto per cui ancora una volta rimando al prossimo pezzo che finalmente attaccherà il tema finale e, si spera, collegherà tutti gli indizi lasciati nelle descrizioni dei metodi, alcuni elementi del passato della saga e altre parti completamente nuove e inaspettate.






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