FESTIVITA'
Capitolo 2: DATA-DUMP S00.S02






Primo gruppo di ricordi – POLZUCHAYA TVAR


Protagonista: Nikolai Andreievich Orelov
Ambientazione: Impero Russo
Periodo storico:1917 d.C.


Non mi ritengo più io un crociato per il cambiamento, ma devo trovare la scheggia del manufatto. Prima, però, ho bisogno di saperne di più.


Ricordo 1 – INVERNO SIBERIANO
La strada per Krasnoyarsk è solitaria. Il cielo è scuro, senza luna . La neve scricchiola sotto gli zoccoli del mio cavallo. Ho i brividi, ma non a causa del freddo.

Sono già stato qui , o qui vicino, non molto tempo fa. Non c'è dubbio che la gente di Krasnoyarsk abbia sentito le scosse dell'esplosione.

Ero giovane allora, zelante, ma arrogante, arrabbiato. Eppure ho seguito i piani del Mentore alla lettera , convinto che la vittoria della Confraternita fosse tutto ciò che contava.

Krasnoyarsk è tranquilla. Il mio arrivo, nel bel mezzo della notte, rimarrà inosservato. La mia attività qui sarà presto finita - purché io trovi quello che cerco.

Passo di fianco alla cattedrale Svyato-Troitsky di Krasnoyarsk, ma non posso fare a meno di pensare a quella fatidica notte, quando il Bastone Reale è andato in frantumi. Ho bisogno di concentrarmi.

Sono arrivato finalmente! Le mura che racchiudono il manicomio sono facili da scalare. Le guardie sono poche; la maggior parte di loro è ubriaca. Mi intrufolo all'interno e, in silenzio, raggiungo il mio obiettivo.

Lei è seduta da sola nella sua cella. Il suo volto, orribilmente sfigurato, ha un foro dove dovrebbe esserci un naso. Il "mostro" che cercavo - più ripugnante di Baba Yaga!

Ricordo 2 – IL MANICOMIO
Fa correre le dita screpolate sulla sua testa calva, mentre mi fissa. I suoi occhi, gentili nonostante un volto apparentemente inumano , sono ipnotizzanti. Non riesco a distogliere lo sguardo.

"Khioniya Kuzminichna Guseva," dico, un po' duramente. "Hai tentato di uccidere il monaco Grigori Rasputin." Lei annuisce; un gesto appena percettibile.

La presa in giro piuttosto pietosa di una serratura non offre alcuna sfida. Apro la porta e Guseva fa diversi passi indietro. "Io non sono qui per giudicare. Cerco solo risposte."

"Io non so niente!" La voce di Guseva è forte, sicura di sé, ma in qualche modo priva di emozioni. Tre anni in questa gabbia di matti, eppure sembra abbastanza sana di mente.

"Potresti sapere più di quanto pensi." Spero davvero che lo sappia. "Ti offro la libertà. Tutto quello che chiedo in cambio è che tu risponda ad alcune domande."

"Solo attraverso la morte si può essere veramente liberi." La voce di Guseva è come la lama di un coltello. Lei sorride - una smorfia terribile. "Tu mi tirerai fuori da questa sofferenza!"

Ordino a Guseva di seguirmi. Esita, quindi prendo la sua mano - la mano che teneva il coltello che ha sventrato il Monaco Folle - e la porto fuori.

Ricordo 3 – IL DIAVOLO SANTO
Una manciata di copechi è più che sufficiente per corrompere il prete. Ci sediamo in un angolo buio della cattedrale Svyato-Troitsky. Qui, possiamo parlare in privato.

Una sciarpa nera nasconde il volto mostruoso di Guseva, ma i suoi occhi brillano alla luce delle candele. "Dimmi cosa è successo" sussurro.

"Ero una discepola di padre Grigori, il Diavolo Santo". Questa non è la voce di una pazza. "Avevamo viaggiato verso Pokrovskoe, la sua città natale."

"Eravamo in piena estate". Guseva abbassa la sciarpa, rivelando il suo volto devastato. "Un giorno, forse due, dopo la festa della Natività di San Giovanni il Precursore."

"Stavo aspettando padre Grigori al di fuori della chiesa, come lui aveva ordinato. Quando l'ho visto, io... io l'ho attaccato, l'ho pugnalato profondamente, nella pancia."

"Ho sollevato il coltello fino al suo ombelico, per assicurarmi che sarebbe morto!" La voce di Guseva trema. "Le sue interiora ... sono ... sono uscite! Lui... Le ha afferrate... e mi ha sorriso!"

"Ho gridato, 'Ho ucciso l'Anticristo!', ma mi sbagliavo. Quale uomo può sopravvivere a una cosa del genere?" Uno che porta una scheggia del Bastone Reale, senza dubbio.

Ricordo 4 – PRESAGIO INFAUSTO
Nella penombra , Guseva rimane in silenzio , come se aspettasse il mio giudizio. Non mi muovo . Non parlo. Prende la mia mano, la stringe.

"Devi capire!" Guseva dice alla fine. "Il Diavolo Santo aveva un POTERE sulle persone... su di me! I suoi occhi erano azzurri . Occhi peccaminosi! "

" Le cicatrici!" Guseva accarezza il suo viso rovinato. "Il mio naso!" Indica il foro in cui dovrebbe trovarsi il suo naso. "Me l'ha fatto fare lui! Il Diavolo Santo me l'ha fatto fare!"

"Tu hai fatto questo a te stessa?" La mia voce è rotta. Improvvisamente, le lacrime scorrono lungo il volto sfregiato di Guseva. Naturalmente, Rasputin aveva i mezzi per controllarla.

"Lui soleva dire 'La morte mi è vicina. Sta strisciando verso di me come una puttana.' Si aspettava che quel giorno io cercassi di ucciderlo. E che non ci riuscissi."

"Rasputin ha profetizzato l'attentato alla sua vita" affermo. " Sapeva che non sarebbe morto". La scheggia del Bastone! Può essere così potente?

Guseva prende la mia mano nella sua. "Termina le mie sofferenze! Adesso!" Lei non emette suoni quando la mia lama celata le attraversa il cuore. Sorride soltanto.





Secondo gruppo di ricordi – INCEPPAMENTO


Protagonista: Thomas Sean Morgan
Ambientazione: Pasadena, California
Periodo storico:17 giugno 1952


L'FBI sospetta che Jack Parsons abbia venduto segreti di Stato ai Comunisti, ma so che non ha commesso tradimento. Quell'uomo è molto più pericoloso di così.

Ricordo 5 – UN UOMO PERICOLOSO
In qualsiasi altro giorno , apprezzerei guidare la mia Studebaker del '51 per le strade di Pasadena . Non oggi, però. Oggi, il Dr. von Kármán non sarà contento.

Tiro fuori il mio Omega e controllo l’ora. E' presto , ma il Dottore sta già sorseggiando tè alla Terrace, in attesa della mia relazione su Parsons.

Giro a sinistra su Hillcrest, tiro fuori il mio fazzoletto e mi asciugo il sudore dal viso. Parcheggio poi la Studebaker di fronte al Langham Hotel.

Afferro i fascicoli e le foto che ho studiato in precedenza e li metto nella valigetta aperta sul sedile del lato passeggero. In cima alla pila c’è una fotografia di Parsons.

Lo sguardo dell'uomo è così intenso, così diabolico, che chiudo subito la valigetta - per evitare di guardare la sua foto . Mi asciugo la fronte ed esco dalla macchina.

Il parcheggiatore mi guarda mentre gli consegno le chiavi. Normalmente, lo avrei preso a schiaffi, ma oggi è il suo giorno fortunato. Ho affari urgenti di cui occuparmi.

"Stai attento!" Avverto il parcheggiatore mentre mi aggiusto la cravatta. Il ragazzo è troppo ottuso per sentirsi minacciato; pensa che io mi preoccupi per la macchina.

Ricordo 6 – GENIO IN DECLINO
Mi siedo di fronte al Dr. von Kármán alla Terrace. Nonostante la sua età , è tutto in tiro nel suo vestito gessato. "Signor Morgan. Che cosa ha scoperto?"

"Il signor Parsons sembra aver reciso tutti i legami con il mondo esterno." Mi schiarisco la gola e mando giù un sorso d'acqua. Preferirei della birra, o qualcosa di più forte.

“Non ha visto nessuno di importante da quando ha perso il suo accesso di sicurezza alla Caltech, a gennaio." Metto la valigetta sul tavolo. Dov'è quel cameriere?

Il Dr. von Kármán alza una mano ed appare un cameriere. "Scotch per il mio amico. Fatelo doppio". Io so che non sono suo amico, ma sono orgoglioso di lavorare per quest’uomo.

Aspetto che il cameriere se ne vada. “L'indagine dell’FBI non sta portando ad alcun risultato, ma...” Apro la valigetta, frugo al suo interno, e tirare fuori un paio di fascicoli.

"Il signor Parsons si è organizzato per viaggiare in Messico." Porgo le fotografie più recenti a von Kármán. "Partirà tra pochi giorni. Il 25".

"Cosa?" von Kármán balza in piedi, lasciando cadere le fotografie. Avevo la sensazione che sarebbe rimasto sconvolto. "E' peggio di quanto temessi! Molto, molto peggio!"

Ricordo 7 – UOMO RAZZO
Sapevo che von Kármán non sarebbe stato stato contento di sapere che Parsons aveva intenzione di lasciare il paese, ma non pensavo che avrebbe reagito in maniera così forte.

Il cameriere arriva finalmente con il mio drink. Il Dr. von Kármán lo agguanta e lo manda giù. "Glenfiddich," mormora. Roba buona. "Adesso ci lasci!"

Il cameriere esita un attimo, poi fila via. Una parte di me si rammarica di non avere il coraggio di ordinare un altro bicchiere. Dio solo sa quanto ne abbia bisogno!

"E' certo che Jack parta il 25?" Sono sorpreso di sentire von Kármán usare il nome di battesimo di Parsons, ma non sono così ingenuo da chiederglielo.

"Positivo". Gli porgo una copia dei documenti che la moglie di Parsons ha fatto con la compagnia aerea . Il Dottore analizza le carte, borbottando in ungherese .

"Ha scoperto come far funzionare la FORMULA di Crowley!" grida von Kármán. "La mostrerà a loro... e nel giorno di San Giovanni, tra tutti i giorni! I risultati potrebbero essere peggiori di Philadelphia nel '43!"

Nella hall il Dr. von Kármán cerca di raggiungere Parsons al telefono. "Occupato!" Si gira verso di me. "Deve fermarlo! Vada al suo laboratorio! Dica a Jack che deve fermarsi! ADESSO!"

Ricordo 8 – LA STRADA DEL MILIONARIO
Non ho mai guidato così veloce in vita mia! Le mie mani sono intorpidite e le mie nocche sono bianche. Allento la presa sul volante e faccio riposare l'acceleratore.

Giro su South Orange Grove, contento di essere tutto intero. Due Ford del '49 nere bloccano la strada, quattro uomini in abiti altrettanto neri dietro di loro. Uomini del governo!

Il peso familiare della Walther nella mia tasca improvvisamente è molto confortante. Spengo il motore e controllo l'ora: 5:06. Scendo dalla macchina, pronto a fare a botte.

Una dama con le gambe che le arrivavano fino al collo scende da una delle Ford, con un testa pelata grosso il doppio di me dietro di lei. Indossa un abito elegante, e posso dire dal modo in cui si muove che lei non è una stupida.

"Prego, venga con noi, signor Morgan." Lei conosce il mio nome! Testa pelata mette una mano sulla mia spalla. Il mio gomito sta per fare una visita al suo stomaco, ma mi blocco!

La dama indossa una piccola spilla sul suo abito: Tre rettangoli piegati che formano un triangolo! Mi sento venir meno. Ora conosco il significato della parola PAURA!

Vengo accecato da un bagliore innaturale - una luminosità più forte del sole! Sento appena l'esplosione, ma ne sento la scossa. Il laboratorio di Parsons! Cosa hanno fatto?





Terzo gruppo di ricordi – COMME À LA GUERRE


Protagonista: Edmund Bailey O'Callaghan
Ambientazione: Montreal
Periodo storico:24 giugno 1834


Questa sera, la gente accenderà dei falò e celebrerà la nascita di Saint Jean Baptiste, le Précurseur, ignari che la storia stia per essere fatta.

Ricordo 9 – RÉFORMISTES
Il ding dong dell'orologio a pendolo di mio padre mi fa allontanare dalle mie fantasticherie. Emette dieci rintocchi. Il giorno è ancora giovane, ma abbiamo molto da aspettarci da questa sera.

Cammino avanti e indietro per il salotto, controllando costantemente l'orologio. E' già passato mezzogiorno. Bussano alla porta! Finalmente! Improvvisamente mi rendo conto di quanto la mia mascella sia tesa.

"Venga, venga dentro!" L'uomo più fidato di Duvernay si toglie il cappello di feltro ed entra. "Bienvenue chez moi. Monsieur Larose."

"Mi scuso per il ritardo, Dottore." Il suo inglese è impeccabile. "Tutto è pronto per stasera. L'adunata avrà luogo, come previsto."

La nostra storica assemblea si terrà il giorno di San Giovanni - una data a cui gli Oppressori danno così tanto valore! Che ironia. "Il signor Duvernay può contare su di lei?"

"Mio caro signor Larose, non vorrei perdere questo incontro per tutto l'oro del mondo." Il sorriso sbilenco sull'uomo di Duvernay la dice lunga.

Sono onorato di essere incluso nella celebrazione, di essere parte della rivoluzione inevitabile. Le generazioni future si ricorderanno questo giorno - 24 Giugno 1834

Ricordo 10 – PATRIOTES
Il mio "calèche", pian piano si fa strada tra le vie cupe di Montreal. Sono ansioso di arrivare, ma ho incaricato il conducente di fare con calma, come si conviene.

Tutto è tranquillo in rue Saint-Antoine, salvo per poche persone in piedi di fronte alla casa del signor McDonnell. "Docteur O'Callaghan," uno sconosciuto mi saluta.

"Io lavoro per il signor McDonnell." Il suo accento è forte. "Venga con me, s'il vous plaît." Esco del calèche e lo seguo.

La casa dell'avvocato è impressionante, ma l'uomo mi porta dritto al giardino, che è pieno di fiori di ogni genere.

Dei tavoli coperti da tovaglie sono stati preparati all'aperto. I musicisti siedono sotto il portico, preparandosi per la serata, mentre i valletti offrono vino agli ospiti d'onore.

Le luci pendono da ogni albero, avvolgendo il giardino in un bagliore dorato, cosa che fa sembrare il posto surreale, come quello che stiamo per fare.

Il raduno è ancora più impressionante di quanto avessi immaginato. Saremo circa 60! Ognuno un riformisti, ognuno un patriota.

Ricordo 11 – SANTÉS
Ci riuniamo attorno ai tavoli e l'orchestra inizia a suonare. Le melodie dei violini sono tormentose all'inizio, come a ricordarci il significato della serata.

La maggior parte delle persone qui sono Canadesi - e membri dell' Aide-toi et le ciel t'aidera- , ma ci sono molti americani ed anche amici irlandesi.

Il signor Duvernay, che ha orchestrato questo incontro, si schiarisce la gola. "Messieurs," si rivolge verso il sindaco di Montreal, "le Président!"

Il Sindaco alza il bicchiere. "Per il popolo, fonte primitiva di ogni autorità legittima!" Dopo molti applausi e molti altri brindisi, la cena è servita.

Alzo il mio bicchiere. "Per il nostro padrone di casa, il signor McDonnell! E al signor Duvernay che ha organizzato questa soirée!" Quando gli applausi si riducono, il signor Duvernay si alza.

"Mes amis!" pronuncia Duvernay. "Compagni patrioti! Gli Oppressori hanno rivendicato il giorno di San Giovanni! Mentre parliamo, festeggiano la creazione della loro associazione segreta."

"Questo giorno benedetto non sarà più loro!" Tutti si rallegrano. "Noi formeremo la nostra società! Daremo questa giornata al popolo!"

Ricordo 12 – MON PAYS, MES AMOURS
Dopo cena, i patti sono conclusi e le promesse sono fatte. Siamo così tanti, uniti contro gli Oppressori! Così tanti, pronti a cambiare il mondo!

La musica si ferma. Un uomo comincia a cantare, "Comme le dit un vieil adage..." Manca uno dei violinisti. "Rien n'est si beau que mon pays..."

Il canto prosegue, ma vedo un uomo intrufolarsi in casa. Larose? Lo seguo . Apro la porta mentre la canzone si conclude. "Ô Canada! Mon pays! Mes amours!"

Non vedo nessuno all'interno della residenza di McDonnell. Sto per annunciare la mia presenza, ma sento un tonfo. Al piano superiore! Cosa sta tramando Larose? Corro su per le scale.

Uno dei servitori di McDonnell giace in una pozza di sangue! Il violinista svenuto è accanto a lui. "La prego di mantenere la calma. Dottore." Mi volto per fronteggiare Larose.

"Il musicista ha ucciso il poveretto," spiega Larose . "Non so ancora cosa cercasse, ma lui lavorando per LORO. Ho dovuto neutralizzarlo".

Gli Oppressori ci stavano spiando! "Tutto è legittimo," dico , "quando le libertà fondamentali sono in pericolo."





Quarto gruppo di ricordi – NOTTE DI MEZZA ESTATE


Protagonista: Elizabeth Jane Weston
Ambientazione: Praga
Periodo storico:1604


E' passato un anno e un giorno da quando abbiamo ricevuto il nostro regalo di nozze dallo Zio John. Oggi, Johannes mi sorprende con un'altra lettera indirizzata a Lady Beth.

Ricordo 13 – LA LETTERA
Le mie mani tremano mentre rompo il sigillo della lettera dello Zio John. Non è stupido che una persona che abbia una tale familiarità con le lettere debba trovarsi così emozionata a riceverne una?

"Lady Beth" dice la lettera. "Ti prego di accettare le mie scuse per il prolungato silenzio. I miei doveri di Sovrintendente a Manchester mi stanno mantenendo piuttosto occupato."

"Ciò nonostante, sono riuscito a sapere, tra due dibattiti inesorabili, dell'imminente arrivo a Praga di una commedia del Bardo di Avon".

Il Bardo di Avon? Zio John si riferirà al drammaturgo inglese William Shakespeare. Ho sentito così tante cose sul suo conto.

"L'anno scorso," leggo, "Ho avuto il piacere di vedere la commedia messa in scena al Globe Theatre di Londra. E' stata un'esperienza piuttosto 'illuminante' esperienza."

"Credo, mia cara Lady Beth, che troverete il contenuto di questa commedia di tuo estremo gradimento." Appoggio la testa sul retro della sedia, sorridendo.

E' prevista la prima di "Sogno di una notte di mezza estate", piuttosto appropriatamente, il 21 giugno. Johannes ed io saremo presenti.

Ricordo 14 – LA COMMEDIA
Non sono sorpresa di trovare Vladislav Hall gremita di spettatori. Dopo tutto, questa sarà l'unica rappresentazione della commedia del Bardo al Castello di Praga.

La prima parte della commedia è deludente. Tratta di questioni banali, come una figlia che rifiuta di sposare l'uomo che suo padre ha scelto per lei.

Vedo Johannes ridere un paio di volte, il che mi fa sorridere. La commedia è davvero molto divertente, ma mi aspettavo di più dopo la lettera dello Zio John.

Nel secondo atto, Oberon, re delle Fate, e la sua regina, Titania, entrano in scena. La commedia diventa più intrigante. Comincio a prestare maggiore attenzione.

La trama si infittisce con Puck, un personaggio enigmatico e un po' dispettoso, che crea confusione non riuscendo a seguire gli ordini di Oberon.

Puck sta abusando intenzionalmente della viola del pensiero? Egli serve lealmente il re delle Fate, o sta seguendo un suo piano segreto?

Dopo molta confusione causata dalle Fate, ai mortali nella commedia viene fatto credere che quello che hanno vissuto nella foresta non era altro che un sogno .

Ricordo 15 – L'IMBROGLIONE
Tutti gli attori lasciano la scena, ad eccezione di quello che interpreta Puck. "Se noi, ombre, vi abbiamo scontentato", dice Puck. Sì, le Fate sono ombre...

"Puck continua: 'Pensate allora - e tutto è accomodato - che avete qui soltanto sonnecchiato mentre queste visioni sono apparse.'

"Ed il tema, ozioso e vano, che non più d'un sogno è stato." Perché implicare che il tema non ha alcun valore? Perché suggerire che la commedia è un'illusione?

"Signori, vi prego, non venga biasimato. Se clementi voi sarete, migliori poi ci troverete. E - da onesto folletto...". Faccio un sorrisetto. Puck può essere molte cose, ma non è onesto!

"Se per fortuna siam sfuggiti" Infatti è davvero così." alle lingue di serpente, noi faremo presto ammende..." Sì , Puck è il Serpente! L'Imbroglione! Il tentatore!

"...O chiamatemi bugiardo! Dunque a tutti buonanotte, e batteteci le mani, se ora siamo buoni amici.
Ed in cambio, Robertino metterà tutto a puntino."

Vengo colta di sorpresa dall'improvvisa ondata di applausi. Gli attori ritornano in scena e prendere per fare un inchino. Quali segreti, mi chiedo, si nascondono dietro questa commedia?

Ricordo 16 – L'ENIGMA
La gente comincia a lasciare la sala, ma Johannes e io indugiamo. "E' stata una bella commedia, non è vero?" Il sorriso di Johannes sembra congelato sul suo volto.

A me di solito piace discutere di poesia, letteratura e teatro con mio marito, ma ora la mia mente è da un'altra parte. Devo far luce sul significato di questa commedia!

"I personaggi sono invenzioni fantastiche!" Annuisco, ascoltando Johannes solo a metà. In qualche modo, so che ha torto. Questi personaggi mi sembravano REALI.

Cos'è che aveva detto Puck? "Signore, quanto sono sciocchi questi mortali!" Nelle mitologie antiche, gli dèi sicuramente la pensavano così. Giocherellavano coi mortali a loro piacimento.

In sottofondo, Johannes continua ad analizzare la commedia del Bardo. E se Oberon e Titania, le Fate immortali, fossero dèi antichi ? E se...

Titania indossava un diadema, esattamente come Hera nel dipinto che lo Zio John mi ha dato. Una semplice coincidenza, certo, ma... E se Titania e Oberon fossero in realtà Hera e Zeus?

Chi sarebbe Puck , il Serpente? Puck sfidò la pazienza di Oberon, come Prometeo sfidò l'onnipotenza di Zeus. Devo scrivere a zio John!








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