Due nuovi Isu dalle sabbie d’Egitto?
Scritto da Hephaestus, 27 dicembre 2017


Dopo aver scritto in passato, tra i tanti articoli qui su ATA, due articoli di teorie sull'identità di due Isu (Durga per Brahman e Diana per The Fall) torno alla scrittura con un nuovo articolo con una teoria sull'identità di ben due Isu. Certe cose non cambiano mai.

Piccola nota prima di iniziare: L’articolo contiene ovviamente spoiler molto pesanti su Origins.

Senza indugiare ulteriormente, cominciamo!


Teoria Isu numero 1: “Il Caos che deve arrivare”.

Durante l'esplorazione dell'Egitto Tolemaico uno dei luoghi più interessanti e misteriosi da visitare sono sicuramente le sei strutture Isu contenenti messaggi per Layla Hassan, la protagonista del presente di Origins. La struttura che contiene l’ultimo di questi messaggi è legata ai Cerchi di pietre e si trova nel passaggio segreto sotto la Grande Sfinge.

Tutto parte da IMDb, il famoso sito dove vengono raccolte tutte le informazioni su una produzione cinematografica, televisiva o videoludica. Scorrendo tra lo sconfinato cast di voci presenti nel gioco, una è balzata agli occhi e potrebbe rivelarsi particolarmente interessante.


L'attore Jaa Smith-Johnson ha prestato la voce a svariati personaggi, tra i quali un certo Sutekh e il "Narratore della Sfinge", che è la voce dell'Isu che sentiamo nella struttura accessibile dopo aver completato i 12 cerchi di pietre sparsi per l'Egitto.

La mia teoria si basa sulla seguente domanda: E se Sutekh e il Narratore della Sfinge fossero lo stesso personaggio? A prima vista una affermazione fin troppo azzardata e completamente campata in aria, ma vedrete che sotto c'è molto di più.

Sutekh potrebbe non essere un nome del tutto casuale. E' niente meno che il nome del Dio Ittita che in Egitto verrà assimilato al famosissimo Dio delle tempeste, del deserto, del disordine, della violenza, degli stranieri e del Caos Set (aveva un campo d'azione davvero molto ampio).

Il nome Set si pensa infatti venga dal termine pronunciato come *suti? ['suw.tix?], sulla base della pronuncia del nome del Dio nei geroglifici "sth" e "swth" (i Geroglifici, come molte lingue antiche non possedevano vocali “scritte”, tranne pochissime eccezioni). A partire dalla traduzione Copta di questo termine abbiamo la base per la traduzione moderna di Set (o Seth, a volte).

Un pilastro molto importante di questa teoria sarà proprio il concetto di caos, che si ripeterà più volte nell'articolo, per cui tenetelo a mente.

Sutekh, in quanto Dio Ittita è apparso in un documento che lo collegava all'Egitto probabilmente per la prima volta dopo i trattati diplomatici tra i Re Ittiti e Ramsete II dopo la leggendaria battaglia di Qadesh del 1274 A.C., nel quale Sutekh veniva citato anche come Dio della guerra.

Sebbene Set venga considerato quasi unanimemente un Dio maligno, nell'antico Egitto molti miti lo raffigurano come una figura positiva, un guerriero pronto a difendere Ra dal male rappresentato dal serpente Apep (o nella sua versione ellenicizzata Apopi o Apophis).

Figlio di Ra e protettore dei Re Egizi, Set è infatti il Dio che nel Libro dei Morti, sulla barca del Sole di Ra, sconfigge Apep con una lancia molto similmente a come Bayek, nella famosa sequenza onirica che prima dell'uscita del gioco ha fatto scoppiare tante critiche, sconfigge Apep su una barca (chiaro riferimento alla Barca di Ra) con arco e frecce fatte di luce, richiamando proprio questa scena. L'unica differenza sta nell'arma utilizzata.



E' interessante notare come in alcune rappresentazioni del Periodo tardo (dal 672 a.C. al 332 a.C), come quella nel tempio di Amon a
Hibis nell'oasi di Kharga (in foto a lato), Set viene rappresentato nella stessa scena con la testa di falco, assumendo le sembianze di Horus. La stessa foto ma a colori, è visibile qui.

Tenendo conto del fatto che nella scena onirica di Bayek viene aiutato da un rapace di luce che poi si trasforma in arco e frecce, è possibile che sia stato proprio Set ad aiutare Bayek nella lotta contro Apep invece che un più iconico Horus?

Ad un certo punto nella storia dell'Antico Egitto però la figura di Set non divenne più positiva.
Durante il Secondo periodo intermedio (dal 1650 a.C. al 1550 a.C.) le popolazioni straniere note come Hyksos (storpiatura greca di "heka khasut", che significa "Capo di paese straniero") invasero l'Egitto e tutta la zona del delta del Nilo. Essi scelsero come propria divinità proprio Set, sia perché era simile alle loro divinità e sia perché era il Dio delle popolazioni straniere.

Il Papiro Sallier I recita in merito:

"[…] Poi il re Apophis (Apepi) elesse a suo dio Sutekh, e non servì altre divinità sulla terra se non Sutekh. Costruì un tempio di bella e durevole fattura di fianco al palazzo, e si alzava ogni giorno per fare il sacrificio quotidiano a Sutekh, e i ministri di Sua Maestà portavano ghirlande di fiori precisamente come si fa nel tempio di Ra-Horakhty."

A questo punto dato che un Dio dell'enorme pantheon Egizio venne così tanto associato a degli invasori dell'Egitto, Sutekh/Set cominciava ad apparire come una divinità malvagia.
La situazione poi non migliorò nel periodo che va dal Terzo periodo intermedio al Periodo tardo (dal 1069 a.C. al 332 a.C), prima dell’arrivo di Alessandro Magno. In questo periodo infatti, sotto l'influenza delle invasioni Assire e Persiane, Sutekh/Set venne ulteriormente demonizzato e tutti i suoi aspetti negativi enfatizzati (come ad esempio il fatto che fosse l'uccisore di Osiride e l'usurpatore al trono d'Egitto superava il fatto che avesse aiutato Ra a sconfiggere il Male incarnato, Apep).
I greci addirittura paragonarono Set al titano Tifone, poiché entrambi erano figli di entità che rappresentavano la terra (Gaia e Geb) e entrambi avevano attaccato altre divinità (Osiride per Set, Zeus per Tifone).

Proprio per questo motivo, ricollegandoci alla voce su IMDb, è alquanto improbabile che una persona nell’Egitto Tolemaico venisse chiamata col nome di una divinità considerata malvagia. Infatti nella quest “La matriarca” il personaggio di Meritmaat dice:



La sua frase ci lascia intendere che Set era considerata una divinità malvagia.
Ciononostante, in alcune remote regioni dell'Egitto, Set continuava ad essere considerata la figura eroica del mito presente nel Libro dei morti.

Durante questo periodo è stato inoltre considerato una divinità "imbrogliona" (trickster), perché in quanto Dio del disordine e della disobbedienza, sfruttava l'inganno e l'imbroglio per arrivare ai suoi scopi.

Ed è a proprio grazie al concetto di trickster che entra in gioco Febe, l'Oracolo di Apollo, che si trova non molto lontano da Cirene. Febe, oltre a dare una missione secondaria a Bayek, rivela una serie di frasi estremamente interessanti, che riguardano il passato e il futuro sia di Bayek sia del mondo allora conosciuto e si ipotizza anche il setting del prossimo gioco.

Analizzando le frasi dell'Oracolo si nota immediatamente la sua connessione con gli Isu, in quanto dice:

"Segui il cammino all'ombra di Noi che venimmo prima."


Quel “Noi” rende immediatamente un personaggio come l’Oracolo molto più interessante nel Lore di AC di quanto già non fosse. Che possa davvero essere un tramite per una qualche entità Isu (Apollo?) esattamente come Dorothy Osborne (o Giovanni Borgia prima di lei) era forse un Oracolo di Consus nel fumetto AC: Trial by Fire? Per ora resta un mistero.

Dorothy Osborne, Oracolo di Consus?


L’unica differenza con Dorothy Osborne è che quest’ultima entrava in contatto con Consus tramite uno stato naturale di trance, mentre
mentre Febe entrava in contatto con il dio della luce tramite degli elisir che consumava al Tempio. Quest’ultima informazione la otteniamo da un estratto della descrizione della missione che dà a Bayek sull’Aura della Cacciatrice, riportata di seguito:

“Sulle montagne della Cirenaica, l’Oracolo di Apollo consuma l’elisir che le permette di comunicare con il dio della luce.”

Tornando alle frasi che dice a Bayek, quella che ci interessa maggiormente è la seguente:

"Credi all'imbroglione. Il suo volto non mente."

L’identità di questo fantomatico imbroglione viene lasciata alla sola immaginazione del giocatore poiché non vi sarà alcun riferimento diretto ad un imbroglione nel corso della storia di Bayek.
A questo punto, seguendo questa teoria, possiamo aspettarci che Febe si stia riferendo a Sutekh, in quanto divinità trickster? E se sì, perché Bayek (o forse Layla?) dovrebbe fidarsi di lui?


Similitudini nel Segmento 6 con la figura di Sutekh/Set

A questo punto non resta che chiederci se il dialogo che il nostro fantomatico Sutekh recita sotto la Sfinge presenta dei collegamenti logici o dei riferimenti più o meno espliciti al Sutekh mitologico.

Sutekh/Set nella mitologia egizia era colui che, inneggiando al caos, si contrapponeva all’ordine, simboleggiato dalla dea Ma’at (il cui nome significa proprio “ordine”). Questo primo particolare non è da sottovalutare perché come vedremo di seguito il messaggio (chiamato anche “Segmento”) è incentrato proprio su ordine e caos e sul come assoggettarsi all’ordine naturale delle cose fu la principale rovina della razza Isu.

La parte che ci interessa principalmente del segmento, registrato 109 giorni dopo la Catastrofe di Toba, recita:

“A metà strada della clessidra in questo oceano di sabbia.”
[…] In quest’assenza di tempo, tu e io siamo un ponte. Entrambi da ere differenti, trovatisi a metà strada della clessidra in questo oceano di sabbia.
[…] Trovammo conforto nell'Ordine, credevamo che ci avrebbe aiutato a governare il mondo.
Ci sbagliavamo. L'Ordine non era con noi. Ci ha rinchiusi nel codice, dentro i nostri limiti. Siamo stati portati a credere di essere i prescelti capaci di dettare le regole, ma ci stavano solo trascinando verso la fine.
Tu devi trasgredire. Tu, più di tutti, conosci il valore della disobbedienza.
Scegli una strada nuova, lontana dal percorso che è già stato stabilito per te.
L'Animus è stato il primo tentativo inconscio di spiegare ciò che non poteva essere visto. Di capire i ricordi genetici, di osservare la storia.
Ma l'Animus ha un difetto mortale. Segue le regole di chi ha abbracciato l'Ordine come noi. Puoi essere testimone, ma non intervenire.
Il tuo Animus è diverso. Come la mente che l'ha creato. Potrebbe sfuggire al codice. Potrebbe fare il balzo, rendere possibile una decisione che sfidi l'ordine costituito delle cose.
[…] Diventa il caos che deve arrivare. Gli dèi sono come me e te.
Ricorda. Nulla è reale. Tutto è lecito.


Si notano immediatamente un bel po’ di riferimenti ai concetti di caos e ordine, e sull’incitare Layla alla disobbedienza. Anzi, per essere più precisi l’intero segmento ruota intorno a questi concetti!

Il narratore della Sfinge si ritrova ad essere chiaramente schierato contro l’Ordine, proprio come il Sutekh/Set nella mitologia egizia è schierato contro Ma’at, l’ordine.

L’Ordine (stranamente scritto in maiuscolo ma non riguarda una organizzazione) che intende il Messaggero dei Coloro che Vennero Prima è collegato al Codice, il termine Isu per indicare quello che parrebbe essere l’insieme di teorie che definiscono il tempo stesso. Una scienza ed una conoscenza del tempo e delle sue leggi in un modo apparentemente incomprensibile agli esseri umani. L’unica via per sfuggire al codice potrebbe celarsi nell’Animus HR-8 modificato da Layla, che viene esortata dal nostro Sutekh sia a disobbedire sia a diventare “il caos che deve arrivare”. Implicazioni molto importanti per la Saga di AC, che meritano il giusto spazio in un articolo dedicato in futuro.

Un primo particolare estremamente interessante è insito nel criptico nome della struttura Isu, ossia Eesfet Oon-m'Aa Poo. Studiando un po’ di termini dell’egizio antico (che mi sono stati tanto d’aiuto per decifrare i geroglifici nel banner dell’E3), il termine Eesfet è estremamente simile foneticamente a Isfet, il termine egizio usato nella filosofia e presente nella relativa mitologia, la cui traduzione è, sia Caos (guarda caso) sia disobbedienza, concetti attorno a cui ruota il segmento.

Inoltre è presente anche il termine m'Aa che potrebbe essere simile al nome della dea Ma’at che significa Ordine, il che chiuderebbe letteralmente il cerchio sugli argomenti affrontati nel Segmento, che si troverebbero dunque anche nel nome della struttura.

Piccola parentesi: Non è la prima volta che la "lingua Isu" mostra somiglianze con l'Egizio Antico, infatti il termine stesso Isu che identifica la razza della Prima Civilizzazione deriva dall'Egizio "Jsw" che significa "Antico". Gli Isu erano letteralmente "Gli Antichi".

L’immagine a lato mostra proprio la traduzione di “jsw” e viene da una applicazione che abbiamo usato a giugno per decifrare il banner dell’E3, quindi si è dimostrata molto affidabile.

Tornando all'Isfet, a differenza del modo di immaginare il caos nelle altre mitologie, dove spesso proveniva da un qualche caos "ancestrale" o da qualche Dio, l'Isfet egizio si credeva nascesse come prodotto del libero arbitrio individuale. Una caratteristica che rende l'Isfet quasi l'obiettivo di una filosofia filo-assassina.

Si credeva inoltre che la manifestazione fisica dell'Isfet fosse anche attraverso il Dio Set. Proprio lo stesso "Dio” che termina il suo messaggio per Layla proprio con un invito a diventare “il caos che deve arrivare" (Be the chaos that comes to be) e citando il Credo degli Assassini.

Una piccola particolarità che non si può notare nella traduzione italiana del gioco è che il Messaggero usa una versione leggermente diversa del Credo degli Assassini. Egli infatti non recita il classico “Nothing is true. Everything is permitted” ma “Nothing is real. Everything is permitted”, che lo ricollega alla teoria della realtà come simulazione in quanto dipendente dalla percezione dell’osservatore, quindi non “oggettivamente reale”, alla base di tutti i segmenti.

La prima teoria finisce qui, e tirando le somme, anche se si rivelasse completamente o parzialmente campata in aria, ci sono parecchi riferimenti che collegano il narratore della sfinge al dio Sutekh, il cui nome sarebbe quindi presente nella descrizione dei ruoli del suo doppiatore su IMDb, che quindi non rappresenta un altro personaggio.

Ovviamente, in quanto questa semplicemente una teoria, c'è la possibilità che essa possa essere invalidata.
Due elementi a sfavore della teoria sono ad esempio:

  1. Non sono presenti collegamenti tra la mia teoria su Sutekh/Set e la tomba di Seth-Anat nel deserto del Desheret e con l'enorme struttura Isu Qeneb.too Kah'Aiye..

  2. Al momento della scrittura dell'articolo ho completato praticamente tutte le quest nel gioco base e in nessuna di queste ho trovato un personaggio chiamato Sutekh. Se però mi fosse sfuggito parte della teoria potrebbe crollare.


Finita la prima teoria, passiamo alla seconda!


Teoria Isu numero 2: “Un sogno dentro un sogno, dove anche la verità è a volte una menzogna”.

La seconda teoria è molto più diretta, ma ci permette comunque di mettere tutte le carte in tavola per capire l’identità di questo secondo Isu. Altro luogo connesso ad una struttura Isu presente nel mondo di Origins è la Tomba Dorata nel Deserto Isolato.

Appena entrati in questa tomba un documento recita:



I Guardiani di Thot (dall’inglese “Watchers of Thoth”) decidono di seguire volontariamente il principe Ahmose-Ankh nel Duat. Questa apparentemente inutile informazione ci dice invece che questa tomba risale alla fondazione della diciottesima dinastia, ed Ahmose-Ankh non è un personaggio inventato, ma il figlio del faraone Ahmose I (in foto a lato), che regnò per 25 anni dal 1549 al 1524 A.C.

Ahmose-Ankh era, come dice anche il documento, l’erede al trono d’Egitto, ma morì tra il diciassettesimo e il ventiduesimo anno di regno del padre.

La diciottesima dinastia ha qualcosa di parecchio interessante nel Lore di AC. Ahmose I è infatti antenato di faraoni come Akhenaton e Tutankhamon, ma anche di Smenkhare, il faraone ossessionato dalla tecnologia e dalle cripte Isu che fondò durante il suo regno (1335 – 1334 A.C.) l’Ordine degli Antichi. Smenkhare costruì infatti la sua tomba sopra la struttura Isu “Eeyoo Sekedoo Aat”.

A questo punto diventa più interessante del solito il fatto che ben due faraoni della diciottesima dinastia, uno dei quali è il capostipite, abbiano costruito tombe sopra strutture Isu.

Ma perché proprio i guardiani di Thot tra i tanti sacerdoti associati ad una divinità? Perché proprio Thot?

Thot era il dio egizio della sapienza, della scrittura, del tempo, della matematica, della geometria e anticamente un dio lunare, associato alla luna. La luna che non solo donava agli uomini la luce durante la notte, ma permetteva anche la misurazione del tempo in assenza del Sole e scandiva tramite le fasi gli eventi civili e religiosi della società egizia.

Come il concetto di caos era importante per la precedente teoria su Sutekh/Set, in questo caso un concetto chiave è la luna.

Thot infatti veniva probabilmente rappresentato con la testa di un Ibis proprio perché gli egizi vedevano nel becco curvo dell’Ibis un riferimento alla luna crescente.

Thot venne inoltre paragonato a Ermete Trismegisto, che nel Lore di AC è un Isu apparso in Project Legacy, che apparve nel deserto a Pitagora e diede a quest’ultimo il Bastone dell’Eden che portava in mano.

Tornando a noi, come ricolleghiamo i Guardiani di Thot al faraone Ahmose e al figlio?

Continuando ad esplorare la Tomba dorata troviamo un altro papiro che recita:

“Figlio della luna, noi ti onoriamo. Figlio della luna, noi ti piangiamo. Figlio della luna, noi ti seguiamo e ci incamminiamo volontariamente nella Duat.”

Il figlio della luna altri non è che il principe Ahmose-Ankh. Il nome Ahmose deriva infatti da “Iah-moses” che significa proprio “figlio della luna”!
Questo ci fa capire il collegamento tra i Guardiani di Thot e il faraone. Da una parte abbiamo i guardiani del dio della luna e dall’altra un faraone il cui nome significa figlio della luna.

I Guardiani di Thot hanno pure mantenuto fermamente la parola, probabilmente uccidendosi per seguire il principe ereditario al trono d’Egitto nella Duat. Una usanza tipica tra la servitù dei faraoni dell’epoca.



E’ possibile infatti trovare le loro mummie nel luogo dove è presente il papiro.

A questo punto abbiamo trovato il collegamento tra i Guardiani di Thot e il faraone Ahmose, ma chi o cosa collega entrambi alla struttura Isu “Oun-mAa Niye Rassoot”?

Andando avanti nella tomba arriviamo dinanzi a due sarcofagi, uno dei quali è di Ahmose-Ankh e l’altra di un certo nomarca di nome Maherpa (forse ispirato al Maherpa amico di infanzia di Amenhotep II, sempre della diciottesima dinastia, ma la cui tomba è però a Tebe) e proseguendo ci troviamo dinanzi alla struttura Isu in tutto il suo splendore.



Interagendo con il meccanismo antico ci troviamo dinanzi a questa immagine:



Un Isu dalla testa di Ibis all’interno di un rettangolo aureo che a partire dai concetti della geometria (i poliedri in figura) dona agli uomini tramite la sua tecnologia conoscenze come la successione e la spirale di Fibonacci fino anche alla versione stilizzata del famoso quadro surrealista di Magritte “La Trahison des images” per giungere ad un tempio Isu..

Basta anche solo la correlazione tra l’Isu con la testa di Ibis con i poliedri e la geometria per comprendere che si tratti proprio di Thot, in quando dio della geometria e della matematica.

Chi ci assicura però che il messaggero che parla nel Segmento sia Thot? Il Segmento 3 mostra la Triade Capitolina, ma ovviamente chi parla non è nessuno di loro.

E’ proprio la pipa (o meglio, la non-pipa) di Magritte che potrebbe darci una mano.

Il dipinto surrealista di Magritte mostra in maniera schietta la differenza tra un oggetto e la sua rappresentazione secondo i nostri sensi o secondo la nostra percezione della realtà.
Viene immediato pensare che quella nel quadro sia una pipa, mentre in realtà altro non è che una rappresentazione di essa. Magritte inoltre affermava che l’oggetto e la l’immagine di esso avevano funzioni completamente differenti.

Allo stesso modo, generalizzando, si può dire lo stesso per la realtà, in quando quella che percepiamo è una rappresentazione di essa tramite i nostri sensi, simulata magistralmente dai nostri sensi. Questo collega perfettamente l’opera surrealista di Magritte al Segmento 1, atto a mostrare a Layla quanto di oggettivamente reale ci sia nella nostra percezione della realtà.
Un dettaglio particolare, che mostra come la lingua Isu sia stata creata da Ubisoft a partire dall’Egizio antico, si nasconde in una delle parti più interessanti del segmento, ossia quella che riguarda il concetto di sogno.

“2000 anni fa, Zuanghzi si addormentò. Sognò di essere una farfalla e si svegliò senza sapere se da uomo aveva sognato di diventare farfalla, o da farfalla sognasse la vita umana.
[…]
Poi c'è Platone, che incatenava i suoi prigionieri e li obbligava a fissare le ombre sul muro. Riacquistavano la libertà solo quando accettavano la realtà dell'intangibile.
E tu. Tu cosa sceglieresti, se potessi? Davvero vorresti conoscere la verità? Un sogno nel sogno, in cui anche una verità a volte può farsi menzogna?”


Il concetto di sogno, oltre ad essere il concetto ripetuto più volte in tutto il segmento, è forse anche nascosto nel nome della struttura Isu, come è stato per “Isfet” nella teoria su Sutekh/Set.

Il termine “Rassoot” infatti somiglia molto foneticamente all’egizio “Re-sut” che sigifica proprio sogno!

Non sappiamo comunque fino a dove in Ubisoft si siano spinti con l’idea dell’Egizio antico come lingua derivata da quella lingua Isu, ma possiamo aspettarci altri parallelismi con questa lingua ora e, forse, in futuro.
Per quanto concerne la traduzione comunque ho sfruttato, oltre all’applicazione citata nella teoria precedente usata per tradurre il banner dell’E3, il dizionario Egizio Antico-Inglese più facilmente reperibile tra quelli più autorevoli su Internet, ossia quello di Sir Wallis Budge. Vi sono tuttavia parecchie personalità interessanti a cui non piace il Budge come dizionario Egizio Antico-Inglese. Tipo questo egittologo qui:

"Bene, la traduzione della prima frase è sbagliata. Devono aver usato il Budge.
Mi chiedo perché stampino ancora il suo libro."
"M-mi scusi. Co-cosa sta facendo? Abbiamo utilizzato ogni tecnica conosciuta."


Tornando a noi, anche questa teoria è finita e ovviamente ha anche dei punti deboli che potrebbero farla crollare.
Ad esempio i nomi di tre dei sei narratori dei luoghi Isu portano il nome di coppie di divinità duali, come ad esempio il nostro Thot è il narratore di “Amon Amonet”, la narratrice nella tomba di Smenkhare è la narratrice di “Khnum Heqet” e la narratrice nella tomba di Seth-Anat è (giustamente) la narratrice di Seth Anat. E’ interessante notare che tranne nell’ultimo caso non vi sono collegamenti tra le coppie di divinità e i messaggi che effettivamente trasportano, quindi è possibile anche che questi nomi siano rimasti anche dopo essere stati eventualmente scartati in fase di sviluppo.

In generale comunque non vi è correlazione tra le figure di Amon o Amonet e il messaggio detto dal nostro Thot.

E con questa abbiamo concluso. Cosa ne pensate? Pensate che Suketh e Thot possano essere davvero le due Entità Isu delle cripte sotto la sfinge e sotto la tomba dorata rispettivamente? Avete pareri a favore o contro queste teorie? Fatecelo sapere nei commenti!



Fonti:

http://www.imdb.com/title/tt7025920/fullcredits/?ref_=m_tt_cl_sc
https://en.wikipedia.org/wiki/Set_(deity)
https://en.wikipedia.org/wiki/Battle_of_Kadesh
http://www.joanlansberry.com/setfind/stabapep.html
https://en.wikipedia.org/wiki/Isfet_(Egyptian_mythology)
https://en.wikipedia.org/wiki/Thoth
https://en.wikipedia.org/wiki/Eighteenth_Dynasty_of_Egypt
https://en.wikipedia.org/wiki/Ahmose_I
https://en.wikipedia.org/wiki/Ahmose-ankh
https://en.wikipedia.org/wiki/Eighteenth_Dynasty_of_Egypt_family_tree
https://en.wikipedia.org/wiki/The_Treachery_of_Images







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