Uno sguardo attraverso il Brahman - Parte 2
Markuz, 22 Aprile 2014

Premessa: Il seguente articolo è ad alto contenuto di SPOILER per chi ancora non ha letto il fumetto AC: Brahman. Access The Animus non si prende la responsabilità per occhi bruciati, urla di dolore (per gli spoiler) misto a gioia (per i contenuti) e quant’altro questo articolo possa provocare.

Se vi siete persi la prima parte, potete trovarla a questo link Uno sguardo attraverso il Brahman - Parte 1

Alla fine è arrivato il momento! Possiamo continuare e finire la nostra analisi sul fumetto Assassin's Creed: Brahman, cominciando esattamente da dove ci eravamo fermati.



La prima parte del nostro articolo terminava con Monima che dava a Jot il loro anello di fidanzamento perché stava partendo per Mumbai per una campagna pubblicitaria che la voleva single. Quando Jot e Monima arrivano all'aeroporto, trovano molti giornalisti ad aspettare Monima e questo la spinge a separarsi da Jot, che la guarda con tristezza dal taxi.

Lo vediamo al telefono, deciso a discutere una certa situazione di cui non vuole parlare perché "è successa e basta". Forse la persona che sta parlando con lui è la collega della notte prima e forse gli sta chiedendo se possono vedersi di nuovo, perché lui risponde con un secco no. Il taxi rimane bloccato nel traffico e, visto che Jot apre il finestrino, molte persone si avvicinano chiedendo la carità.

Il nostro protagonista non reagisce e in risposta sente "Chutiya! Kotei ki aulad.." che significa letteralmente "Idiota / Stronzo! Figlio di un asino!" e che il guidatore interpreta come una "maledizione" contro Jot, mentre sullo sfondo è addirittura possibile vedere un dito medio indirizzato a Jot. La scena termina con un primo piano dell'anello lasciato a Jot da Monima, che indica come il nostro protagonista ne sia ancora turbato. Tenete a mente questo anello, perché diventerà molto importante nell'ultima parte del fumetto.

Rappresentazione di Garuda
Tornando indietro nel tempo, arriviamo alla notte in cui Arbaaz e Raza entrano di nascosto nel palazzo. I due, seguendo il percorso che Raza aveva imparato seguendo Bustee Ram, il custode del tesoro del Maharaja Singh, raggiungono una stanza dove trovano due statue di divinità indiane (Garuda e forse Narasimha) ed una fontana. Mir è perplesso perché sembra un vicolo cieco, ma Raza mette dell'acqua dalla fontana nella "ciotola" tenuta dalla statua di Garuda e questo attiva un meccanismo che sposta la fontana stessa, aprendo un passaggio sotterraneo. La pagina termina con le ombre di Arbaaz e Raza che spiccano sul passaggio che hanno appena aperto.

I due percorrono svariate rampe di scale prima di raggiungere una caverna ed una grande porta. Raza si avvicina ma, come in uno dei più famosi meme di internet, è una trappola, infatti una saracinesca si abbassa velocemente. Mir trova un'altra entrata alla stanza successiva, che è piena di gioielli, statue e monete d'oro. All'interno raggiunge un piedistallo dorato "sorvegliato" da serpenti d'oro (ho già detto che tutto quello che c'è nella stanza è fatto d'oro?), su cui si trova uno scrigno. Mir lo apre e trova il diamante, o meglio un diamante falso. Mir continua ad esplorare la stanza convinto che ci sia un'altra camera fino a che non "scompare". L'attenzione si sposta su Raza che si ritrova da solo nella stanza fino a quando il braccio di Mir sbuca da un muro e lo trascina verso di sé. Anche il muro si rivela essere falso, ma questa volta Mir rivela candidamente che "era un illusione. Lasciata da Coloro Che Vennero Prima".

Questo dovrebbe farvi drizzare le orecchie. Non solo veniamo a sapere che Mir è ben informato sui CVP (il che dovrebbe essere quasi ovvio dopo la pergamena vista nella prima parte del fumetto), ma possiamo anche dedurre che Arbaaz sappia come riconoscere le loro illusioni. E sappiamo tutti in che modo i personaggi non si lascino ingannare dalle illusioni in AC, ovvero l'Occhio dell'Aquila. Questa non è solo una teoria visto che l'Enciclopedia di AC di quest'anno ci viene in aiuto ancora una volta dicendo che "si credeva che Arbaaz Mir fosse dotato dell'occhio dell'aquila. Grazie a questo sesto senso, era in grado di attraversare le illusioni create dalla Prima Civilizzazione (...)"

I due finiscono in una caverna ancora più grande e aperta, così grande che sembrano molto piccoli in confronto alle gigantesche colonne sullo sfondo. Arbaaz dice che sono sulla strada giusta e dimostra di avere ragione per via delle suddette colonne e delle enormi statue (ancora una volta sullo sfondo) e specialmente perché la caverna brilla con la stessa luce blu della pergamena che avevamo visto nella prima parte dell'articolo.

Il Palazzo d'Estate del
Maharaja Ranjit Singh
Raza e Mir si calano per raggiungere la base della caverna e continuano ad esplorarla, mentre Arbaaz spiega al ragazzo che crede che si trovino sotto il fossato del Palazzo d'Estate. Mentre il palazzo stesso era stato recentemente costruito da Fakir Azeez-ud-din (e anche da Sardar Lehna Singh e Sardar Desa Singh Majithia come menzionato in questo link), Mir afferma che le statue che stanno guardando sono molto più antiche. Mentre lo dice, possiamo vedere un primo piano di una statua a forma di elefante. Di nuovo, come nella prima parte dell'articolo, c'è un riferimento a Ganesha, ma questa volta la sua rappresentazione e più seria e "tecnologica", anche con alcuni elementi d'oro. Il tocco della Prima Civilizzazione si sente mentre Mir e Raza si inoltrano nella caverna e, mentre la statua di Ganesha è facilmente riconoscibile, è possibile vedere altre due statue che vengono osservate dall'alto.

Le due statue misteriose
E' davvero difficile riconoscere le loro forme, specialmente perché Arbaaz afferma che le statue sembrano divinità Hindu, ma la loro rappresentazione è diversa da qualsiasi altra statua vista nella sua vita (e questo ipoteticamente significa che queste statue potrebbero essere una rappresentazione più fedele di Coloro che Vennero Prima). L'unica cosa che ci rimane, quindi, è la teoria e quindi abbiamo provato a considerare tutte le varie possibilità. La nostra prima ipotesi è stata che quelle due statue potessero essere rappresentazioni stilizzate di Minerva e Tinia, visto che la statua sulla sinistra presenta una sorta di copricapo simile in alcuni dettagli a quello di Tinia. Allo stesso tempo, però, la statua sulla destra non sembra avere un copricapo simile a quello di Minerva, quindi siamo passati ad altre idee più realistiche. Se Mir afferma che le statue somiglino a divinità Hindu, allora potrebbero rappresentare nuovi membri dei CVP che erano stati poi deificati ed erano entrati a far parte del pantheon Hindu. Partendo da questo, abbiamo ipotizzato che, dopo Ganesh, le due statue potessero rappresentare due delle altre teste che erano mostrate nella pagina del "mindfuck" nella prima parte del fumetto (leggete la prima parte del nostro articolo per vedere la nostra interpretazione di quella pagina).
Una delle rappresentazioni
più comuni di Ganesh
La nostra attenzione, dunque, si è spostata su Brahma, padre di tutte gli esseri, e Hanuman, la personificazione di saggezza, pietà e giustizia. Brahma dovrebbe essere la statua sulla sinistra e sarebbe identificabile dalla barba mentre Hanuman sarebbe la statua sulla destra per via dello stesso copricapo con le punte che compariva nella pagina del "mindfuck". Un'altra idea per la statua sulla sinistra potrebbe essere Garuda, la divinità con le forme di un volatile, a cause del naso della statua che potrebbe essere interpretato come un becco.

Nel pannello seguente vediamo un'altra statua seduta che tiene un fiore di loto tra le mani, con decorazioni dorate sul petto. Nel fare alcune ricerche, abbiamo constatato che quello che si vede è la parte inferiore della statua dedicata a Ganesh, visto che è spesso rappresentato in quella posizione.

Mir è sicuro che il Maharaja Ranjit Singh sapesse di dover rimettere il diamante Koh-i-Noor nella caverna (che ora è possibile ritenere un tempio di CVP) e perciò crede anche che il Maharaja sappia della grotta. Inoltre Mir fornisce un'altra prova di ciò che sa sulla Prima Civilizzazione dicendo che rendere il diamante alle statue significa restituirlo agli esseri che un tempo lo consegnarono ai primi uomini. Basandoci su ciò che Mir ipotizza riguardo al Maharaja, possiamo teorizzare che potrebbe avere ricevuto le informazioni su questo tempio dallo stesso diamante e dalle potenziali interazioni con Coloro che Vennero Prima.

Ma tutto perde importanza quando nella vignetta seguente Raza si avvicina ad un'altra statua. Potremmo sembrare ripetitivi, ma questa è LA statua. Una statua con otto braccia, un terzo occhio e un piercing al naso che l'Enciclopedia conferma essere una rappresentazione della dea Durga.

LA statua

La statua tiene tra le mani, tra le altre cose, una Mela e un Bastone dell'Eden, il che ci porta immediatamente ad ipotizzare (ovviamente non è confermato) che tutti gli altri oggetti possano essere rappresentazioni di Frutti dell'Eden. La statua, in effetti, regge (guardando in senso orario partendo dal basso) una Mela dell'Eden, un pugnale dalla forma analoga a quella di un Kris (simile a quello di Mir), una spada, un fiore di loto, un Bastone dell'Eden (versione "The Fall", non quello di AC2), un sesto oggetto che non viene mostrato e, infine, il diamante Koh-i-Noor.
Quindi, come detto prima, è possibile ipotizzare che tutti questi oggetti siano Frutti dell'Eden (considerando che tra di essi ce ne sono sicuramente tre – la Mela, il Bastone e il diamante – quattro se vogliamo contare la spada, ma questa non ha né la forma né il colore della Spada dell'Eden), ma dobbiamo anche considerare che la Mela e il Bastone sono dipinti d'oro a differenza degli altri oggetti. L'ipotesi che tutti quegli oggetti siano Frutti dell'Eden è inoltre supportata da quello che Hamid dice nella prima parte del fumetto, vale a dire che il Koh-i-Noor aveva "il potere di legare il destino di tutti i Frutti dell'Eden come se fossero una cosa sola". In questo modo la statua potrebbe essere una rappresentazione diretta di questa espressione, col diamante alla base della statua e tutti gli altri FDE attorno. Inoltre un primo piano mostra che il diamante viene tenuto da due mani ed è immerso per metà in quella che sembra acqua, nello stesso identico modo mostrato dalla “pagina del mindfuck” presente all'inizio del fumetto. Infine l'Enciclopedia ci aiuta a riconoscere la dea a cui è dedicata la statua, affermando che "All'interno di questo strano luogo c'era una statua di Durga, che sorreggeva il vero Koh-i-Noor".

Raza si avvicina al diamante e prova ad afferrarlo ma improvvisamente una tigre "luminescente" lo attacca. Raza prova a ripararsi, ma Arbaaz prende il diamante e dimostra che non era "magia", ma solo energia che non gli avrebbe fatto alcun male. La tigre quindi era probabilmente solo un illusione e questo dimostra ancora una volta come Mir possieda l'Occhio dell'Aquila.

Il ricordo termina con Arbaaz e Raza che tornano indietro attraverso la caverna e la presenza incombente del Generale Cotton che nel frattempo ha trovato l'entrata della caverna attraverso il Palazzo d'Estate.

Ritorniamo quindi al presente, con Jot che percorre una strada di Bangalore. Mentre tutto ciò accade, il fumetto ci mostra un altro dialogo tra lui (i riquadri in blu) e Monima (i riquadri in rosso). Jot le dice che sente di non essere più se stesso e che lei gli manca, mentre lo vediamo camminare di fronte ad una pubblicità della stessa Monima e poi mentre guarda una sua intervista in TV. Monima dice a Jot che Ajay Rana, il suo capo, l'ha chiamata e lo cercava, il che la porta ad intuire che Jot non si sia presentato al lavoro negli ultimi giorni, e questo conferma lo stato di confusione che lo affligge. Gli raccomanda di chiamare Rana, ma Jot le chiede invece di incontrarla il giorno dopo a Mumbai e anche se lei pensa che non sia una buona idea, accetta dicendo che avrebbe dato il suo nome ai cancelli d'ingresso dello studio in cui sta lavorando.

Jot arriva a Mumbai ma al cancello la guardia gli dice che non può entrare, anche dopo aver controllato al telefono. Ciò rende Jot ancora più ansioso e proprio in quel momento Monima esce dallo studio ed un gruppo di fan comincia ad accalcarsi dal lato di Jot e ad urlare il nome della ragazza. Jot prova a farsi vedere tra i fan, ma senza successo e subito dopo sente una mano sulla sua spalla. Dietro di lui c'è la collega della MysoreTech, quella con cui aveva passato una notte nella prima parte del fumetto e che gli aveva fatto più di una domanda sui suoi antenati. Proprio come quella notte la ragazza indossa una felpa bianca col cappuccio e con sguardo risoluto gli dice che devono assolutamente parlare.
L'uomo con gli occhiali da sole,
artwork di Cameron Stewart
Questo potrebbe anche essere un riferimento a ciò che abbiamo visto all'inizio dell'articolo, ovvero Jot che si rifiuta di incontrare una persona perché "è successo e basta". Questa teoria trova conferma quando la ragazza dice che lui non aveva risposto alle sue chiamate. Jot prova a respingerla ma la ragazza ha dalla sua un argomento molto convincente: ha rubato il Brahman o piuttosto "Loro” l'hanno fatto. La ragazza, che è accompagnata da un uomo con gli occhiali da sole dall'aria molto "badass" appoggiato ad un furgone, non risponde alla domanda di Jot su chi siano questi “loro”, ma osservando il suo cappuccio bianco non dovrebbe essere troppo difficile da capire. Jot allora prova a resistere, minacciandola di chiamare Ajay Rana, ma lei estrae la sua lama celata confermando al lettore la sua appartenenza agli Assassini e costringendo Jot a non fare scenate. L'uomo obbedisce e la segue al camion e OVVIAMENTE questo è il momento in cui finalmente Monima lo vede mentre se ne va con un'altra donna.

Il fumetto ritorna quindi al passato, con MacNaghten (l'uomo che era con il Generale Cotton quando Mir e Raza si erano infiltrati per la prima volta nel palazzo del Maharaja) che chiama le guardie, subito dopo aver saputo da Cotton che Mir aveva rubato il Koh-I-Noor. Un'attimo prima di combattere contro le guardie, Mir mette una mano sulla fronte di Raza e sul suo turbante. Questa azione si dimostra essere importante, visto che Arbaaz viene subito sopraffatto dalle guardie ed è costretto a restituire il diamante. L'attenzione si sposta su Raza, che si tocca il turbante e trova il vero Koh-i-Noor tra le pieghe. Mentre MacNaghten e il generale Cotton discutono su come il riportare il diamante al Maharaja possa favorirli, Raza fugge e scala il palazzo, raggiungendo gli appartamenti della principessa che Arbaaz aveva sedotto nella prima parte del fumetto (il suo nome verrà poi rivelato essere Pyara Kaur). Immediatamente tenta di scappare ma la ragazza lo ferma e gli chiede se è vero che Arbaaz sia solo un ladro, scoppiando a piangere. Raza si lascia commuovere e consegna alla principessa il vero diamante.

Torniamo poi al presente e questa volta siamo nello stesso luogo e nella stessa finestra temporale mostrati all'inizio del fumetto. Jot è stato rapito dall'Assassina e dal suo collega e legato ad una sedia. I due Assassini rivelano che la loro intenzione è quella di raccogliere il maggior numero di informazioni sul diamante grazie all'antenata di Jot che era "l'erede al trono del Punjab".
La ragazza Assassina mentre seduce Jot,
artwork by Cameron Stewart
Questo dimostra che il ragionamento dietro le azioni degli Assassini era sbagliato. Quando la ragazza aveva provato a sedurre Jot la notte prima della partenza di Monima per Mumbai (nella prima parte del fumetto), aveva ritenuto che la principessa Pyara facesse parte del passato di Jot e gli aveva addirittura chiesto chi lui fosse stato nel passato. In quel momento Jot aveva mentito e le aveva detto che era un Assassino ed è quasi sicuramente per questo che la ragazza ha continuato a chiamarlo e l'ha seguito a Mumbai con il suo "sgherro". Lei e il suo collega Assassino credevano che Jot possedesse gli antenati giusti per recuperare il Koh-i-Noor ed ecco perché l'hanno rapito. La cosa interessante è che il collega della ragazza dice che quello che crede essere l'antenato di Jot ha nascosto alla sua Confraternita "un segreto molto speciale". Ciò significa che l'uomo sta parlando di Arbaaz e il fatto che avesse tenuto nascosto un segreto alla sua Confraternita è un'allusione diretta al diamante, visto che l'uomo chiede direttamente a Jot dove Arbaaz abbia nascosto il Koh-i-Noor. La nostra prima idea dopo questa domanda è che gli Assassini sapessero solo ciò che Jot aveva vissuto attraverso il Brahman fino a quel momento (il furto del diamante da parte di Mir), ma è anche possibile che Mir avesse nascosto il Koh-i-Noor o i suoi segreti dagli Assassini dopo la missione al Palazzo d'Estate. Questo creerebbe anche una sorta di interessante parallelo tra Arbaaz e Nikolai Orelov, che aveva tenuto per sé le informazioni sul Bastone dell'Eden ed il suo frammento senza condividerle con la Confraternita.

Gli Assassini spiegano a Jot che l'unico scopo del Brahman e della sua creazione da parte di Abstergo e dei Templari (che vengono descritti come "persone molto malvagie") è il diamante stesso, ed ecco perché Abstergo sta “rastrellando” l'India alla ricerca di chiunque possa essere collegato al Koh-i-Noor. Questo fatto sciocca Jot e così lui si rende conto di quello che ha fatto dicendo di essere un Assassino: è stato rapito perché considerato l'erede di Pyara, mentre il vero discendente della principessa è Monima, che ora è ancora più in pericolo di lui.

L'Assassino aggiunge inoltre un piccolo dettaglio riguardo al Koh-i-Noor: se il diamante finisse nella mani dei Templari, "sarebbe un male per la vita come la conosciamo oggi". Ovviamente questa frase può voler dire qualunque cosa, ma almeno conferma che gli Assassini sanno ciò che il diamante può fare e anche che ha il potere di “cambiare il mondo”, e questo è in linea con le parole di Hamid riguardo al diamante in grado di legare insieme il destino dei Frutti dell'Eden.

Jot non è in grado di rispondere alle domande degli Assassini sul diamante, e, al fine di ottenere risposte, lo obbligano ad usare di nuovo il Brahman...

... Ed eccoci di nuovo nel passato, con la principessa che raggiunge Arbaaz nella prigione dove è stato rinchiuso. E' molto arrabbiata con lui per averla sedotta al solo scopo di ottenere il diamante e quindi gli chiede cosa ne voglia fare. Ovviamente Arbaaz non le rivela le sue vere intenzioni, ma allude al fatto che il Maharaja morirà presto se lei non lo libereraà. Sottolinea che gli Inglesi avevano i loro interessi per visitare il Maharaja ovvero annettere il Punjab e tutta l'India. A supporto della sua tesi, Mir aggiunge che tutti gli zii di Pyara sono lontani dall'India ora e allude al fatto che si trovino all'estero perché gli Inglesi glielo hanno chiesto. In questo modo gli Inglesi sarebbero stati liberi di occuparsi del Maharaja ed è per questo motivo che Arbaaz chiede alla principessa di liberarlo, per salvare il Maharaja prima che sia troppo tardi. La principessa si lascia ingannare e libera Arbaaz, che subito dopo averla baciata, cambia idea e le dice che Ranjit Singh, il Maharaja, può difendersi da solo (se ricordate la prima parte di questo articolo, Mir odia Singh perché è stato la causa della morte della sua famiglia). Questo, dunque, era solo un modo per ottenere la libertà e Arbaaz afferma anche che il suo obiettivo è di portare il diamante il più lontano possibile dal palazzo, ma purtroppo per lui il diamante è nella mani della principessa, quindi dopo un'occhiata di rimprovero, sebbene non molto seria, a Raza, Arbaaz recupera il suo equipaggiamento e i due prendono congedo dalla principessa, costretti ora a salvare il Maharaja.

L'inganno di Mir viene rivelato

Nel frattempo, mentre Jot sta rivivendo questi ricordi, vediamo l'Assassina notare che il suo battito cardiaco sta accelerando. Pensa di tirarlo fuori dal Brahman ma il suo collega afferma che se lui è chi dice di essere, non avrà problemi. Questa frase porta con sé lo spinoso problema della resistenza dei soggetti dell'Animus (o della tecnologia simil Animus) all'Effetto Osmosi che avevamo già menzionato in "Dalla Russia con Amore". Questa volta, infatti, col "se lui è chi dice di essere" secondo noi l'Assassino allude ad Arbaaz Mir, e quindi sta anche insinuando sia che Jot è un discendente sia di Pyara che di Arbaaz sia che Jot dovrebbe avere una buona concentrazione di DNA della Prima Civilizzazione (visto che Arbaaz possedeva l'Occhio dell'Aquila). L'Assassino, quindi, sottintende anche che Jot, avendo il "sangue giusto", può resistere meglio alle sessioni del Brahman (e all'Effetto Osmosi, aggiungeremmo) ma è davvero così? Abbiamo visto che Desmond ha subito l' Effetto Osmosi (o meglio l'emorragia genetica) dopo circa un mese di sessioni prolungate nell'Animus e lo stesso è successo a Clay (anche se è stato sottoposto a molte più sessioni rispetto a Desmond), ma allo stesso tempo sappiamo grazie ad AC4 che, anche se contiene un tecnologia molto più avanzata, l'Animus Omega può causare l'Effetto Osmosi dopo sessioni di 5-6 ore. Dunque esiste forse una relazione diretta tra il DNA della Prima Civilizzazione e le sessioni nell'Animus / la resistenza all'Effetto Osmosi? E che cosa ne pensate voi fan?

In ogni caso, l'Assassina guarda i dati di Jot nel Brahman e si rende conto che Jot non è chi pensano che sia, visto che nel suo sangue non c'è nemmeno una singola indicazione della stirpe di Arbaaz o Pyara (ciò porta anche a pensare che gli Assassini potrebbero aver studiato i dati di Monima dopo aver rubato il Brahman).

Questo è anche il momento in cui il piano degli Assassini comincia ad andare in pezzi (anche qui a causa di quella notte in cui Jot affermò di avere antenati Assassini). Scoprono che Jot è potenzialmente inutile, non sanno chi sia il vero discendente di Pyara Kaur e, per giunta, sembra che la loro posizione sia stata scoperta dagli agenti Abstergo, in quanto un allarme comincia a suonare sul "bracciale" dell'Assassino che afferma che sono già sulle scale dell'edificio.

Storyboard delle prime pagine del fumetto
Anche in questa situazione critica il fumetto ci riporta nel passato e, ancora una volta, ritroviamo la scena che avevamo visto all'inizio del fumetto. Arbaaz e Raza stanno correndo sui tetti di Amritsar con il primo che ancora borbotta rimproveri in direzione del secondo, mentre provano a raggiungere l'Harmandir Sahib, il Tempio d'Oro della città.

Ciò che vediamo in questa particolare situazione, comunque, è un parallelo tra ciò che sta accadendo nel presente e nel passato della storia. Mentre Arbaaz continua a provare ad avvicinarsi al Maharaja uccidendo tutte le guardie che lo ostacolano, possiamo vedere Jot soffrire mentre usa il Brahman, con urla e rumori di spari tutt'attorno a lui. Arbaaz atterra nella stanza in cui il Maharaja sta prendendo un tè con MacNaghten e il suo generale, colpisce quest'ultimo e lancia il suo chakram verso Cotton, che si difende con la spada. Arbaaz si affretta a gettare via la tazza di tè di Singh urlando che gli inglesi vogliono ucciderlo, ma ormai è troppo tardi, come afferma Cotton.
Il Maharaja, anche se non c'è più niente da fare, si alza e accusa Cotton di essere un ingannatore, un codardo e, più di ogni altra cosa, un Templare. Si apre quindi un particolare scenario in cui il Maharaja Ranjit Singh non solo sapeva del vero Koh-i-Noor e della Prima Civilizzazione, ma anche dei Templari e quindi, potenzialmente, anche degli Assassini.

Cotton punta la sua spada verso il Maharaja, deridendolo e dicendo ironicamente che sarà un peccato assistere alla morte di un uomo tanto generoso che aveva unificato tutte le caste e i credi sotto lo stesso tetto e che non aveva nemmeno avuto il coraggio di ordinare la morte di un ladruncolo. Questa affermazione è scioccante per Arbaaz, probabilmente perché in quel momento si rende conto che l'uomo che considerava responsabile per la morte della sua famiglia non aveva ordinato la sua morte dopo che aveva rubato il diamante. Questo probabilmente lo rende ancora più determinato nel combattere contro il generale, ma Cotton usa la classica strategia dei Templari, ovvero urlare "ASSASSINO!".

La nuova tuta tecnologica,
postata su Twitter
da Brenden Fletcher
Ed eccoci di nuovo nel presente e, shock dopo shock, ci viene presentata un'altra situazione critica. Jot si sveglia di fronte all'Assassina, uccisa da un colpo in fronte, mentre l'altro Assassino sta ancora combattendo tutti gli agenti con una nuova tuta tecnologica, quella che abbiamo visto nelle anteprime prima che uscisse il fumetto. Come abbiamo detto nella nostra infografica, il vestito ha un colletto alto (che non fa solo da cappuccio come avevamo pensato, ma può anche coprire la parte inferiore del viso dell'Assassino) ed una serie di quelle che sembrano essere delle “protuberanze” luminose attorno al corpo. Queste protuberanze potrebbero essere delle protezioni e forse servire a migliorare le prestazioni dell'Assassino. Veniamo anche a sapere, grazie all'immagine in cui vediamo l'Assassino combattere contro gli agenti Templari, che quelle protuberanze potrebbero essere il motivo per cui il vestito rende l'Assassino quasi invisibile (in alcune parti è possibile vedere attraverso il vestito). Inoltre l'Assassino possiede un bracciale che, oltre ad avere la lama celata all'esterno dell'avambraccio (come si può vedere negli artwork), contiene dell'equipaggiamento tecnologico (è usato connesso ad una tavola a pressione come un congegno di rilevamento, per esempio).

L'upgrade della tecnologia degli Assassini è, tuttavia, contrastato da un parallelo upgrade dei Templari. Gli agenti Templari indossano, insieme ai loro soliti abiti eleganti, un casco tecnologicamente avanzato. Il casco ha tre parti rosse (una più grande delle altre), che potrebbero fungere da visori di diverso tipo, in quella che sembra essere una risposta all'invisibilità del vestito dell'Assassino. Inoltre il casco ha un'antenna in alto, di cui scopriremo lo scopo tra poco.

L'Assassino combatte e uccide tutti gli agenti Abstergo sia con tecniche di combattimento corpo a corpo che con le armi. Jot si affretta a nascondere il Brahman in una borsa e poi viene affrontato dall'Assassino, che gli lancia un'occhiata ma subito dopo taglia il dito dell'Assassina morta e porta Jot con sé, correndo sulle scale verso l'alto. Raggiungono il tetto dell'edificio e l'Assassino chiede a Jot come i Templari abbiano fatto a rintracciarli, convincendosi che il dispositivo “chiami casa”, ovvero che la sua posizione sia conosciuta dall'Abstergo in ogni momento, quando è acceso.

L'Assassino offre a Jot una via di fuga, vedendo che stanno arrivando altri agenti, ma Jot gli dice di aspettare e gli chiede spiegazioni. L'Assassino non vuole perdere tempo, quindi dice a Jot che è finito in questa situazione nel momento in cui ha mentito a sua sorella Siobhan sull'avere antenati Assassini. In un istante Jot (e il lettore) viene a sapere il nome dell'Assassina che era stata uccisa in precedenza e si sente quindi colpevole per aver causato la sua morte. Di fronte a tutto questo, in una frazione di secondo Jot decide di seguire il fratello di Siobhan mentre si calano dall'esterno dell'edificio. Mentre scendono l'Assassino svela il suo piano premendo un bottone sul suo bracciale che attiva quello di Siobhan e lo fa esplodere. L'esplosione fa perdere a Jot la presa sulla schiena del fratello di Siobhan, e quindi i due vengono separati mentre Jot precipita in una delle case dei bassifondi che si trovano lì sotto.

Ferito e in pessime condizioni, Jot si dirige con la sua borsa verso gli studios di Monima e sembra che questa volta la guardia l'abbia lasciato passare ed addirittura l'abbia aiutato ad entrare. Quello che Jot trova è ciò che ha scioccato noi di ATA, ovvero Monima che indossa un vestito simile a quello di una dea, che mesi fa avevamo ipotizzato potesse essere la rappresentazione di un membro di Coloro che Vennero Prima, specificatamente Durga. Questo significa che noi del team siamo stati trollati dall'artwork in anteprima pubblicato su Instagram da Cameron Stewart, ma almeno non ci sbagliavamo completamente, visto che abbiamo già visto che il fumetto mostra Durga in più di una situazione. Inoltre è possibile che Monima stia recitando nella parte di Durga per qualche sorta di film o pubblicità quando Jot entra negli studios.

Monima di Cameron Stewart
che ci ha trollati tutti

In ogni caso Monima è scioccata nel vedere Jot in quelle condizioni e corre da lui e i due finalmente si abbracciano, mentre Jot dice che pensava che non l'avrebbe mai più rivista (ovviamente questo si basa sul fatto che Jot sa che i Templari stanno cercando lei e il suo DNA).

I due raggiungono un ospedale di Mumbai, e vediamo Jot che si sente in colpa per tutto quello che ha fatto, rendendosi conto che le sue azioni hanno causato la morte di alcune persone (come Siobhan). Jot spiega a Monima che è inseguito da un sacco di “tizi" che lo credono l'erede del Maharaja Ranjit Singh e per questo non solo lui è in pericolo, ma anche Monima, che è la vera erede. Jot sembra davvero dispiaciuto visto che dice che non avrebbe mai dovuto portare a casa il Brahman. Jot quindi ammette i suoi errori e questo dimostra come questo momento della sua vita possa portare ad un punto di svolta, per lo meno con Monima, ma come presto vedremo, è già troppo tardi. Jot arriva addirittura a raccontare tutto a Monima, del vero Koh-i-Noor e anche del fatto che gli antenati della ragazza nascosero il diamante che "loro" (i Templari) stanno ora cercando per mezzo del DNA. Jot inoltre afferma che aveva provato a chiamare il suo capo Ajay Rana (l'uomo che nella prima parte del fumetto gli aveva detto di non immischiarsi in affari che non lo riguardavano) ma non aveva ricevuto risposta. Questa sembra solo una frase legata al contesto, ma tra qualche pagina vedremo che sarà importante per la storia.

Jot e Monima escono dall'ospedale e vedono avvicinarsi un furgone nero. Guardando il guidatore, Monima dice che c'è qualcosa che non va, ma nel pannello seguente vediamo Jot e Monima all'interno del camion, mentre viene inseguito da agenti Abstergo su delle moto.

E' tutto molto strano in quanto non c'è una spiegazione chiara del perché Jot e Monima entrino nel camion, ma nella vignetta seguente non sembrano molto spaventati o ansiosi, quindi possiamo supporre che siano stati convinti a salire, anche se Monima non si fidava completamente. Forse hanno detto ai nostri protagonisti di essere parte dello staff degli studios o forse addirittura della MysoreTech.

In ogni caso vediamo Jot e Monima sul camion e mentre percorrono un'autostrada nei dintorni di Mumbai, vengono circondati dagli agenti Abstergo sulle moto, con il loro casco futuristico. Tuttavia gli agenti non attaccano il camion, è come se stessero aspettando qualcosa. Non devono attendere molto comunque, in quanto è possibile vedere una figura da una strada che si sovrappone all'autostrada. La figura salta (fuori campo) sul camion e l'uomo seduto vicino a Monima e Jot comincia a dare ordini attraverso l'auricolare all' “Unità 3”. Ordina di "tracciare la parte superiore" (in cima al furgone), di "calibrare per fantasmi e sincronizzare" e di "indirizzare il punto otto e accelerare". Parole all'apparenza strane, che tra poco saranno chiare.

La vignetta seguente mostra cosa vede uno degli agenti attraverso il suo casco dopo averlo attivato (la differenza tra attivato e non attivato può essere notata nel colore delle balloon di dialogo). L'agente guarda la figura presente sopra al camion e sincronizza il suo casco, "risolvendo i segnali fantasma" (cioè, probabilmente, ricercando i segnali per vedere attraverso la mimetizzazione della figura), come aveva detto l'uomo all'interno del furgone e grazie a questo è finalmente in grado di vedere un contorno rosso dell'uomo che ha saltato sul furgone. Quello che vediamo anche dalla vignetta seguente è il nostro agente, in piedi sulla moto che punta l'antenna sul suo casco verso la figura. Questo è potenzialmente quello che l'uomo all'interno del camion ha significato con "indirizzare e accelerare".

Il nostro agente conferma l'identità della figura come Jasdip Dhami, chiamandolo "Codice A00863" e da quello che possiamo vedere dalla seguente pagina, è il nostro assassino, il fratello di Siobhan.

Questo ci dà un interessante informazione e anche l'occasione per esaminarla a fondo grazie all'Enciclopedia 3.0. In primo luogo, finalmente abbiamo un nome per gli Assassini che hanno rapito Jot, cioè Jasdip e Siobhan Dhami e, come spiega l'Enciclopedia, erano parte di una famiglia che aveva fatto parte degli Assassini per molte generazioni. L'enciclopedia cita anche come informazione aggiuntiva, che Siobhan era più un Assassina "tecnologica" che operativo, mentre Jasdip - chiamato anche "Jazz" - era più orientato all'azione di sua sorella ed un motociclista esperto (lo vediamo più volte nel fumetto ) e che lui segretamente sognava di diventare una superstar.

Tornando all'inseguimento, considerando l'attacco di Jasdip, è anche possibile comprendere meglio quello che è appena successo e cosa sta per accadere. Monima aveva ragione quando sentiva che c'era qualcosa che non andava relativamente al furgone ed agli uomini al suo interno. Sapendo che tutti sono agenti Abstergo, è ancora più strano che non sia spiegato come Jot e Monima fossero convinti a salire (sono stati rapiti con la forza?). In ogni caso, la cosa più importante è che a nostro parere tutti gli ordini da parte dell'uomo hanno come obiettivo l'individuazione di Jasdip, e questo conferma quanto sia potente in termini di mimetizzazione la sua tuta, ma allo stesso tempo come i Templari abbiano trovato la tecnologia per rilevarla (i segnali fantasma, forse attraverso l'antenna) e anche per rilevare il suo utente da un database ("Codice A00863").

Tornando all’azione, Jasdip viene identificato dagli agenti Abstergo (non è ancora chiaro come facciano a conoscere il suo nome), ma questo non significa minimamente che rappresenti un minor pericolo per loro. L’Assassino è infatti in grado di occuparsi di tutti gli agenti Abstergo mentre sfrecciano sull’autostrada e riesce addirittura ad impossessarsi di una delle loro motociclette. Questo spinge anche gli agenti nel furgone a combattere Jasdip ma il ragazzo spara alle ruote del furgone, facendogli cambiare direzione e costringendolo a sterzare improvvisamente contro il guardrail e di conseguenza a precipitare per svariati metri prima di sprofondare nelle acque di ciò che l’Enciclopedia conferma essere il Fiume Mithi che scorre nella baia di Mumbai.

Confronto tra il fumetto ed una possibile immagine
di riferimento dell'autostrada Mumbai - Pune

E 'quasi una questione di secondi. Il furgone sprofonda sempre di più nell'acqua e sembra che Monima sia svenuta a causa della collisione con l'acqua. L'acqua continua ad entrare all'interno del furgone mentre questo continua a scendere verso la profondità del fiume Mithi e Jasdip, dopo essersi tuffato, giunge in aiuto ma non c'è tempo per salvare sia Monima che Jot, così decide di salvare quest'ultimo, probabilmente perché lo vede ancora vivo e cosciente, e anche perché a questo punto ancora non sa che Monima è il vero erede di Maharaja Ranjit Singh.

Jot viene poi trascinato fuori dal furgone mentre è ancora sotto shock nel realizzare che mentre lui viene salvato, sta abbandonando Monima a morire (di nuovo, probabilmente si sente in colpa per via di ciò che accadde nella notte in cui mentì sui suoi antenati assassini). Non appena riemergono, Jot è consumato dal dolore e dalla rabbia verso Jasdip per non aver salvato Monima. Ovviamente Jasdip non può fare nulla per Jot che continua a pensare alla ragazza ma, dopo l’accaduto, l’Assassino decide che devono allontanarsi immediatamente da quel luogo e quindi, nell’ultima vignetta della pagina, vediamo i due ragazzi in sella alla “nuova” moto di Jasdip.

Concept art del Chor Bazaar
di Mumbai di Cameron Stewart
Al cambio di pagina troviamo la moto di Jasdip parcheggiata presso il Chor Bazaar di Mumbai, come indicato nell'Enciclopedia. L'assassino trascina Jot all'interno di quello che sembra essere un negozio di riparazioni di apparecchi elettronici. Da subito capiamo che il locale è solo una facciata per nascondere un rifugio per gli Assassini, nello stesso modus operandi utilizzato per i rifugi visti in The Fall, durante la Grande Purga.
Il gestore, Dinesh, appena li vede chiede se "lui" stia sanguinando. Il riferimento in questo caso non è chiaro, potrebbe riferirsi a Jot e Jasdip, che però non sono per nulla feriti, o ad una possibile emorragia genetica da Animus data la natura della missione.

Jasdip riferisce a Dinesh che non hanno nulla in mano e che Jot non è l'erede. Tutto per nulla. Nonostante questo breve "rapporto", Jasdip posa il dito della sorella sul bancone e riferisce di aver pulito al scena e di non aver lasciato tracce, nello specifico DNA, da cui l'Abstergo possa risalire a loro. Un lavoro obbligatorio, altrimenti, come ricorda Dinesh, avrebbero dovuto rimuoverlo dallo status di operativo.

Soffermandoci un attimo sulla scena del dito mozzato, abbiamo provato a cercare di comprendere tale evento, evidentemente sottolineato dai creatori del fumetto. Perchè tagliare il dito alla sorella prima di farla esplodere per ripulire, tra l'altro, la scena della sua morte? Se partiamo dal presupposto che la Confraternita è oramai l'equivalente di un organizzazione para-militare segreta, possiamo trovare particolari analogie con sette ed organizzazioni governative similari. I motivi per cui Jadsip ha ripulito la scena sono spiegati in modo piuttosto esplicativo da lui stesso. Siccome lui e sua sorella condividono lo stesso genoma, lasciare anche una minima traccia di ciò ai Templari avrebbe significato lasciare loro un parco di ricordi (di Assassini operativi) che avrebbe danneggiato i possessori dei ricordi e la Confraternita stessa. L'Abstergo avrebbe ottenuto numerose informazioni utili nella loro guerra segreta oltre che a tutti i dettagli personali relativi al proprietario dei ricordi stessi. Come avviene anche nelle organizzazioni di stampo governativo(o anche in quelle statali come la polizia), dunque, se un agente è coinvolto personalmente o compromesso, la regola è di rimuoverlo dal suo incarico per minimizzare i danni futuri. L'Enciclopedia 3.0, come abbiamo detto in precedenza, conferma che i Dhami appartengono da generazioni agli Assassini, quindi è facile immaginare le ramificazioni dei loro ricordi genetici.

Mentre quanto detto finora ha uno stampo puramente pratico, il taglio del dito può assumere più di un potenziale significato. L'Enciclopedia ci viene incontro in questa interpretazione, affermando che Jasdip ha tagliato il dito di Siobhan, "seguendo la procedura della Confraternita relativa al salvataggio / archiviazione del DNA". A sostegno di questo, Dinesh menziona una certa "biblioteca" (che sia una struttura simile alla Biblioteca di Ivan il Terribile di The Chain, o semplicemente una banca dati online?) in cui farà portare i resti di Siobhan.
Di fronte a questa spiegazione dell'Enciclopedia ci siamo chiesti, però, come mai Jasdip abbia dovuto prendere proprio un intero dito, considerando che poteva prendere un campione di sangue o una ciocca di capelli di sua sorella al fine dell'archiviazione del DNA.
Le nostre ipotesi a riguardo sono due. Il dito può, per esempio, rappresentare un lascito commemorativo al caduto, così come si incide il nome di un soldato sulle pareti ai caduti. In alternativa, il dito tagliato potrebbe nel suo piccolo anche essere una semplice prova della morte di sua sorella. Gli Assassini hanno alle spalle non pochi confratelli che li hanno traditi per la causa templare, come Daniel e Lucy, e una certa paranoia è più che giustificabile. Paranoia che può essere facilmente soddisfatta con una prova materiale della morte dell'assassino in questione. Queste sono solo ipotesi, ma certamente l'azione del taglio del dito deve avere una qualche motivazione che si spera verrà un giorno chiarita.

Tornando alla storia, dopo aver menzionato la Biblioteca, Dinesh aggiunge con molto rammarico che le cose(la missione) sarebbero dovute andare in maniera diversa, anche perchè Jasdip indossa un uniforme destinata a dargli dei vantaggi. Vantaggi che c'erano e che abbiamo già affrontato prima.

Jadsip però ci conferma che ormai anche queste tute sono obsolete, visto che l'Abstergo adesso ha messo in campo questi loro nuovi visori avanzati visti in azione durante l'inseguimento in autostrada.

Mentre i due Assassini parlano, Jot si intrufola sul retro nel negozio dove trova una stazione PC operativa e connessa al cloud Abstergo. La cosa interessante tanto quanto scioccante (ed anche difficile da notare) è che a quanto pare gli Assassini si sono connessi ai server Abstergo tramite un ID di rango agente, Rana A. :

Abstergo CLOUD Service Online
USER: Rana A.
CLEARANCE LEVEL: Agent
Ready: _


L'enigmatico Ajay Rana

Questo piccolissimo dettaglio, segnato in un angolo dello schermo principale, porta una grossa novità per quanto riguarda il direttore della Mysore Tech, Ajay Rana. Si tratta di un templare operativo, e ciò contestualizza ulteriormente gli eventi della memory di Initiates riferita a lui, di cui abbiamo parlato nella prima parte di quest'analisi. Questa informazione, però, porta con sé anche alcuni quesiti. Da quanto tempo Rana è un agente Abstergo? E sopratutto come fanno gli Assassini a possedere il suo ID ed usarlo senza essere scoperti? La nostra idea è che Rana, visto il tono ambiguo con cui parla a Jot durante la partita di squash, possa essere un assassino infiltrato, situazione non impossibile visto quello che la confraternita è riuscita a fare in precedenza. Questo spiegherebbe la libertà da parte degli Assassini di utilizzare a proprio piacimento il suo ID senza essere scoperti. In alternativa è anche possibile che Siobhan, mentre lavorava alla Mysore Tech, abbia rubato le credenziali di accesso al Cloud di Rana e le abbia passate agli Assassini, situazione altrettanto possibile ma che avrebbe reso molto più rischiose le azioni degli Assassini.

Dopo aver effettuato il login senza neanche chiedere, Jot può finalmente accedere alle sequenze genetiche di Monima, e lo fa per andare a guardarsi un campionario di ricordi piuttosto recenti con protagonista la coppia in quello che sembra una loro precedente vacanza data come blocco di memoria 2.95.

I due Assassini, notata l'assenza del ragazzo, corrono nell'altra stanza del rifugio per poi trovarlo straziato dal dolore di fronte allo schermo.

La minaccia di Jasdip,
preview pubblicata
da Brenden Fletcher
Dinesh si avvicina estremamente preccupato, temendo che Jot abbia compromesso l'ID di Rana avendoci connesso il Brahman (che dunque ha mostrato la localizzazione degli Assassini all'Abstergo) e, mentre Jasdip lo blocca minacciandolo di ucciderlo, nota però la particolarità della sequenza genetica. I due Assassini vengono così a conoscenza della linea di sangue che indica Monima come discendente di Arbaaz Mir e Pyara Kaur, nonché della possibilità di trovare il diamante.

Dinesh prontamente propone di caricare questi dati su un device portatile e cancellarli subito dal Cloud Abstergo. Non sappiamo se sia ormai troppo tardi, considerando che i dati già si trovavano sul portale da una settimana, però c'è anche da considerare come i Templari non abbiano cercato di rapire Monima fino a quando non si è trovata "per caso" con Jot a Mumbai. Dinesh, inoltre, aggiunge un'informazione importante, ovvero che se i Templari saranno in grado di trovare il diamante e di portarlo vicino a un altro Frutto dell'Eden, gli Assassini (e forse il resto del mondo) saranno "fottuti". Questo indica come il Koh-i-Noor possa mostrare una parte o il massimo delle sue capacità grazie anche ad un solo Frutto dell'Eden, e nel caso dei Templari non dovrebbe essere un'azione troppo difficile da realizzare. Dinesh chiede anche se sia possibile avere accesso alla donna e che sarebbe utile trovarla prima dell'Abstergo, ma il silenzio di Jasdip e Jot chiarisce l'impossibilità della richiesta.

Ormai il tempo stringe, gli agenti Abstergo sono già nelle vicinanze. I due Assassini, ipotizzando uno scarso margine di tempo, si affrettano a preparare i loro effetti ed a caricare su uno smarthphone i dati genetici di Monima. Nel frattempo Dinesh si scusa con Jot e, oltre a fargli le condoglianze per la sua perdita, gli spiega che probabilmente grazie a lui, ed alla sequenza genetica di Monima, è probabile che abbia salvato la Confraternita ed anche il mondo intero. Interrotto dalla brutalità di Jadsip nell'evidenziare che "tutti oggi abbiamo perso qualcuno", Dinesh ritorna alla console per cancellare i dati dal Cloud Abstergo e, andando a ritroso nelle memorie di Monima, cerca un punto sicuro da cui iniziare a cancellare tutta la sequenza genetica.

Un vignetta della pagina ci mostra però un particolare piuttosto interessante. Un'assassina. Un'assassina che sappiamo essere già apparsa in The Fall, quando Daniel va in visita in tutti i rifugi assassini tra il 1998 ed il 2000. Nelle produzioni Ubisoft un dettaglio del genere non è mai lasciato al caso. Quindi la domanda giunge doverosa... Di chi si tratta?

L'assassina misteriosa (confronto realizzato dal nostro Xander)

Non ci è dato saperlo in prima analisi.

Quello che però possiamo fare è analizzare l'immagine in sé ed il suo corrispondente nel volume di The Fall.

Se osserviamo i dettagli che caratterizzano l'ambientazione desertica, come il cammello, le palme e le strutture circostanti, possiamo collocare il luogo in qualche paese del nord Africa, possibilmente intorno alla Tunisia. A sostegno dell'ipotesi si possono notare sia le piccole finestre / feritoie nella casa che la colonna sullo sfondo (che ricorda quella della villa romana a El-Djem in Tunisia).
Esempio di casa in
stile nordafricano
In alternativa, osservando l'ambientazione desertica, abbiamo ipotizzato che l'ambientazione si possa anche collocare in qualche paese del centro Asia intorno al Kazakhstan. Un dettaglio particolare è che tutti e 3 gli assassini presenti in questa vignetta di The Fall hanno gli occhi azzurri. Un tratto fisico poco diffuso nell'Asia centrale, ma molto più comune in territori di stampo Egiziano.


A sostenere questa teoria compare di nuovo l'Enciclopedia, che riguardo alle origini di Monima afferma:

E' nata in una famiglia benestante, ed entrambi i suoi genitori erano professori universitari che accettavano posizioni (lavoro) in tutto il mondo mentre lei cresceva. Monima ha trascorso la sua infanzia sballottata in diverse parti del mondo, a causa degli impegni dei suoi genitori, prima di essere inserita in un grande collegio di Mumbai.

Questo estratto sostiene, come detto, la teoria che la madre di Monima possa essere l'Assassina di The Fall, in quanto la professione di professore universitario che viaggia per ottenere le cattedre in giro per il mondo sarebbe un'ottima copertura per l'attività di assassino. C'è, inoltre, da considerare che poco dopo l'apparizione di questa assassina in The Fall, Daniel Cross uccide il Mentore del 2000, sancendo l'inizio della
La Grande Purga,
esempio di attività templare dalle
pagine extra di AC: The Fall
Grande Purga. E' dunque possibile, seguendo questa teoria, che i genitori di Monima abbiano continuato a spostarsi nel mondo sotto la copertura dei professori universitari per fuggire dagli attacchi dei Templari, che ne conoscevano i rifugi grazie a Daniel Cross. Il discorso potrebbe applicarsi ad entrambi i genitori di Monima, ma in particolare alla "potenziale" madre, dato che vediamo da The Fall che Daniel conosce, tra gli altri, proprio il suo rifugio.

Una parentela del genere da parte di Monima comporta non poche domande senza risposta. E' possibile che gli Assassini, tanto alla ricerca della gemma, non fossero a conoscenza della discendenza di questa loro assassina? Ed è possibile che Monima non sapesse niente dei legami assassini della madre (ed eventualmente del padre)? Esistono dei collegamenti tra Arbaaz e Pyara e questa possibile madre di Monima (intendiamo di tramando di documenti o oggetti -tra cui il diamante magari - non quelli genetici)?

Dinesh alla fine sceglie il punto da cui iniziare a cancellare, ovvero torna al punto originario dei ricordi salvati sul Cloud, ovvero il momento nel 1839 in cui Arbaaz conosce Pyara.

Da qui saltiamo di nuovo nel passato (questa volta non più tramite il Brahman ma, come vedremo, visualizzando i ricordi di Monima mentre vengono cancellati), e troviamo Arbaaz intento a combattere le guardie del Maharaja ignare di chi sia il vero nemico, ovvero Cotton.

Pyara raggiunge il nonno , Ranjit Singh, e si accorge che sta soccombendo agli effetti del veleno. Il Maharaja, ormai nei suoi ultimi istanti di vita, si rammarica di aver dato fiducia agli inglesi che non la meritavano e afferma dunque che ha fallito nel suo compito di Maharaja, pagandone il prezzo con la vita e facendolo pagare anche a tutto il resto dell'India. La nipote gli risponde che può salvarlo e gli mostra il Koh-i-Noor, ma Singh, al vedere la gemma, prega la nipote di fuggire portando il gioiello con sé, perché sicuramente verrà inseguita e ricercata dagli Inglesi (e dai Templari) ed i suoi zii non hanno la forza per reggere il loro impero, sopratutto dinnanzi ad un nemico così forte. La fuga di Pyara con il diamante, al contrario, secondo il Maharaja, avrebbe protetto l'India, anche se al costo di far cadere il Punjab, tanto che le sue ultime parole saranno "Vai e non fare mai più ritorno".

Intanto per Arbaaz continua la lotta con le guardie, sebbene sia superiore a loro nel combattimento. E nel mentre, assistiamo all'invano tentativo di fuga da parte della principessa, che viene bloccata subito da Cotton, il quale si beffa di lei. Cotton è pronto a pugnalarla quando il giovane Raza subentra riuscendo a fermarlo, sfregiandolo con le mani ed attirandone l'attenzione. Cotton si libera facilmente anche di Raza, tanto da voler fare di lui la sua prima vittima, ma proprio quando sta per farlo, Pyara urla "No!" e impugna il Koh-i-Noor, attivandolo.

Un fascio di luce si sprigiona dalla gemma, avvolgendo Pyara e trasformandola in quella che sembra essere una CVP.

La "divinità", sospesa nell'aria, si pronuncia subito, parlando di fronte a tutti gli astanti, increduli:

"Noi siamo uno di tanti, ma essenziali per l'unità di tutti. Frantumati come possiamo apparire all'interno del concetto limitato del momento, noi esistiamo come uno (un'unica entità), come abbiamo sempre fatto e sempre faremo. Voi siete stati frammentati, bambini (figli), ma sappiate che anche voi siete un intero. Non permettete che il vostro concetto di tempo agisca come un velo paralizzante quando il destino di tutto ciò che vi è più caro è nelle vostre mani. Noi parliamo attraverso questo tramite a voi, questo tempo e questo mezzo (come) un'ancora in modo che possiamo comunicare. Dobbiamo esistere liberamente in tutti i punti perché la vostra razza, i nostri figli, possa esistere e rimanere libera. Fasciate (nascondete) questa lente intelligente fino a quando diventerete uniti e potrete accorgervi che questo cuore, il nostro cuore, sia quello che vi ha donato il prezioso respiro. E non dubitate mai delle distanze che potremo raggiungere per proteggere ciò che è prezioso per noi."

In preda ad un misto di stupore e paura, Cotton spara diversi colpi verso la CVP in un primo momento, senza effetto. Subito dopo, sempre più spaventato, direziona la sua mira verso il Koh-i-Noor, e questa volta ha successo, mandando poi la gemma in frantumi.

ISotto gli occhi di Arbaaz, la divinità in preda alle urla rilascia un massiccia onda di luce e di energia come se fuoriuscisse direttamente dal suo corpo, prendendo poi la forma di una tigre, come visto precedentemente. Una tigre che attacca Cotton, segnandone inesorabilmente la sorte. A questo punto la scena inizia a scomporsi in pixel a sfondo Animus, permettendoci di vedere alcuni ultimi scorci. Vediamo Arbaaz e Raza sopravvissuti gettandosi nella fontana lì vicino, la principessa in ginocchio e priva di sensi, tutti i restanti morti folgorati ed il Koh-I-Noor in frantumi. L'ultima immagine disponibile raffigura Arbaaz vicino alla principessa.

Ora, prima di continuare cerchiamo di analizzare quanto visto in queste poche pagine pregne di informazioni e di altrettante domande, soprattutto in relazione alla CVP.

Iniziamo con l'aspetto assunto da Pyara durante l'attivazione del diamante. Come affermato in precedenza, nell'articolo "La questione indiana", scritto dal nostro Hephaestus nell'estate passata, avevamo interpretato l'artwork di Monima truccata da dea come una rappresentazione della dea Durga in versione CVP. A vedere dalla rappresentazione della vera CVP di Brahman, tuttavia, pare che non ci siamo allontanati poi tanto dalla realtà.

L'aspetto che assume Pyara è estremamente vicino alla dea in questione, e quanto descritto in termini di somiglianza erroneamente relativamente al trucco di Monima nel nostro articolo dell'estate scorso può essere applicato anche in questo caso, soprattutto per quanto riguarda il confronto del copricapo. Oltretutto in questo caso è presente un ulteriore dettaglio nascosto nell'estetica della nostra CVP che va ad avallare l'ipotesi di Durga. Al centro della pettorina vi è una placca di forma ovale che pare ispirarsi alla gemma che Durga porta in tante iconografie già esistenti.

Confronto tra Monima, Durga e la CVP di Brahman,
basato sui punti evidenziati in "La questione indiana"

Sono pochi i dettagli per cui si distingue questa rappresentazione della CVP, ma sicuramente il più interessante è il numero delle braccia. Perchè la CVP in questo caso ha quattro braccia?

Fino ad ora tutti i CVP visti, e le loro rappresentazioni religiose, avevano un aspetto puramente umano, più che giusto dato che nella trama di AC gli uomini sono stati "ingegnerizzati" (o fatti evolvere forzatamente) in maniera simile e con - quasi - gli stessi sensi dei CVP. Con l'ambientazione indiana e con l'antica grotta scoperta da Arbaaz al di sotto del Palazzo Estivo, ci siamo trovati invece di fronte a rappresentazioni più "pittoresche" dei Precursori. E' la prima volta che vediamo CVP rappresentati con numeri di arti superiori ed aspetti animaleschi, ed è possibile che tali variazioni di aspetto nei CVP fossero solo dei mezzi per incutere più rispetto o timore nei confronti degli umani che li circondavano e che siano stati tramandati poi nei miti e nelle leggende, come tradizione di AC.

Su questa base la nostra ipotesi è che Durga, usando Pyara come tramite, si sia mostrata con fattezze consone al fine di esercitare un maggior effetto su chi le stava intorno e dunque potrebbe aver adattato la sua immagine al contesto socio-religioso relativo al periodo storico. L'alternativa a questo sarebbe la conferma di forme fisiche diverse rispetto a quelle già viste nei CVP, con ulteriori domande che cercherebbero risposta.
C'è inoltre da considerare che i CVP hanno sempre tramandato i loro messaggi criptici utilizzando una forma "alterata" rispetto al loro aspetto più "umano". Infatti quelli che hanno poi ispirato i Pantheon etrusco/greco/romano (Giove/Minerva/Giunone) si sono sempre mostrati come dei Giganti, mentre in realtà si vede poi in AC3 come questi non fossero tanto più alti degli umani.
In Brahman, dunque, le quattro braccia della CVP potrebbero essere l'equivalente della "forma gigante", con l'intenzione di destare più stupore ed ascolto da parte dei destinatari del messaggio.

La conferma di quanto avviene, inoltre, arriva ancora una volta dall'Enciclopedia 3.0, che afferma:

"Un essere simil-dio della Prima Civiltà ha parlato attraverso di lei (la principessa) consegnando un messaggio in cui implorava gli umani di unirsi e rimanere in comunicazione con i Precursori."

Un altro esempio di un monologo di
una CVP pieno di significati
La parte dedicata ai CVP, come da tradizione in ogni uscita di AC, si rivela essere densa di significati, e, come al solito, la maggior parte delle informazioni si ritrova nel dialogo del CVP, in questo caso nel monologo. Un monologo che trova vari significati sia di stampo pratico che di stampo filosofico, dal nostro punto di vista. Per semplificare analizzeremo i vari estratti del monologo, dove necessario, seguendo entrambe le possibilità.

"Noi siamo uno di tanti, ma essenziali per l'unità di tutti. Frantumati come possiamo apparire all'interno del concetto limitato del momento, noi esistiamo come uno (un'unica entità), come abbiamo sempre fatto e sempre faremo."

L’inizio del monologo sembra fare riferimento ad un gruppo specifico, ovvero i CVP, visto chi sta parlando. C'è anche la possibilità, però, che nella condivisione dello stesso corpo, le parole vengano pronunciate all'unisono sia dalla dea che dalla principessa.

La CVP sembra alludere all'idea di come ogni individuo, sebbene a se stante, fosse essenziale per quanto riguardava l'economia del gruppo/società della Prima Civilizzazione, un’idea che come vedremo è applicabile sia ai CVP che agli umani.

In alternativa, l'idea potrebbe benissimo essere applicabile anche ai Frutti dell'Eden, o, meglio ancora, al collegamento tra il Koh-I-Noor e gli altri FE. Tale concetto, menzionato già da Hamid mentre mostrava la pergamena ad Arbaaz, faceva riferimento a come i FE siano tutti connessi tra di loro (concetto già visto anche nei giochi - ricordiamo la frase di Clay nei glifi "I pezzi / Frutti un tempo facevano parte di un intero") facenti parte di un unico.

In entrambi i casi, dunque, il messaggio indica che, sebbene all'apparenza sembrino singoli individui / Frutti dell'Eden, questi sono “nati” come un unità, un unico ente/gruppo/società e sempre sarà così.

((A favore di speculazioni facili si può anche notare come il discorso si concentri sul concetto di Unità. Unity. Che ci sia una piccola allusione al prossimo gioco e dunque un piccolo collegamento con la trama del prossimo AC e con il suo sottotitolo?)

"Voi siete stati frammentati, bambini(figli), ma sappiate che anche voi siete un intero. Non permettete che il vostro concetto di tempo agisca come un velo paralizzante quando il destino di tutto ciò che vi è più caro è nelle vostre mani."

Qui Durga (faremo riferimento alla CVP con questo nome per semplicità, anche se non c’è una conferma definitiva) si riferisce esplicitamente agli umani, confrontandoli con i CVP. Fa capire che oramai gli uomini sono frammentati, separati tra di loro, in continuo contrasto come se non ci fossero altre possibilità. Le continue guerre degli umani, sono la dimostrazione più evidente di quanto pronuncia la “dea”.

Durga implora gli umani di non farsi paralizzare dalla limitata concezione/durata del loro tempo, sopratutto considerando che il loro destino risiede nelle loro mani. Qui la dea è ambigua, sembra suggerire agli umani di non demordere e di non cadere schiavi delle loro limitazioni dato che in loro/nelle loro mani hanno il potere di controllare il loro destino. Un concetto filosofico che però può anche trovare praticità nel caso si trattasse di un altro riferimento ai Frutti dell'Eden, oggetti per gli umani di tali capacità da sovvertire il loro destino (tanto che nella trama di AC i FE hanno già dettato gli esiti di tanti momenti importanti della storia dell’umanità).

Il discorso di Minerva in AC3
Inoltre, Durga sta parafrasando un discorso già affrontato da Minerva in Assassin's Creed 3:

“Avevo sperato che avresti trovato questo posto - e finito il nostro lavoro. Ma è troppo tardi. Voi ed i Templari avete litigato per i nostri rifiuti. Avete sprecato secoli. E così avete perso la vostra occasione. Non puoi sperare di fermare la fine ormai, Desmond. Solo di sopravvivere.”

In questo discorso Minerva accusava gli umani di essersi distratti nel farsi la guerra tra di loro quando, tutti insieme e con il lascito dei CVP (i Frutti dell’Eden) avrebbero potuto controllare il loro destino e sopravvivere al prossimo cataclisma. Anzi c'è la possibilità che anche Durga si riferisca al cataclisma del 2012.

"Noi parliamo attraverso questo tramite a voi, questo tempo e questo mezzo (come) un'ancora in modo che possiamo comunicare.”

Durga parla attraverso Pyara che fa da contenitore / tramite (il termine usato nella versione originale è vessel, capita che lo si traduca erroneamente in vessillo data la somiglianza fonetica ma quest’ultimo ha il significato principale di bandiera, stendardo). La dea sostiene che questo periodo e questo medium, ovvero il mezzo attraverso cui parla (Pyara o anche il diamante) fungono da ancora affinché lei e gli umani possano comunicare. Durga usa nella versione originale il verbo commune e non "talk" o "communicate" perchè commune è un verbo che indica non solo l’atto del comunicare ma anche l’azione più profonda dell’entrare in contatto spirituale. L’importanza di questo termine deriva dal fatto che questa non è la prima volta in cui compare in AC. Il verbo “commune”, infatti, viene usato sia da Minerva che da Giunone nei precedenti AC. Per quanto riguarda Minerva, questa lo usa in Assassin's creed 2:

You've played your part. You anchor him, but please be silent! That we may commune.

Ovvero

La tua parte l'hai fatta. Tu sei il suo tramite ma, ti prego, taci! Lasciaci comunicare.

"Your DNA communes with the Apple"
In questo caso Minerva usa lo stesso termine per la stessa funzione, ovvero “comunicare” con una o più persone (Desmond ed il suo team) attraverso un tramite.
Giunone, invece, usa il termine “commune” in Assassin's Creed Brotherhood:

Your DNA communes with the Apple. You have activated it.

Ovvero

Il tuo DNA si è unito alla Mela. Tu l'hai attivata.

Giunone in questo caso usa il termine "commune" per spiegare a Desmond la connessione che si genera tra lui e la Mela quando la sua impronta genetica l'attiva, entrando in stretto contatto con essa.

"Dobbiamo esistere liberamente in tutti i punti perché la vostra razza, i nostri figli, possa esistere e rimanere libera."

Anche in questo caso la frase pronunciata da Durga presenta un doppio significato. Se interpretiamo la frase riferita ai FE, allora questa intende che devono esistere in qualsiasi punto e momento affinché gli uomini rimangano liberi, ma a questo punto bisognerebbe cercare di capire come i FE, esistendo, possano rendere libero l'uomo. Se invece la CVP si riferisce a sé ed ad altri CVP, allora sta dicendo che loro devono continuare a vivere liberamente (e dunque in qualsiasi forma?) affinché gli uomini siano liberi. Quindi forse sta dicendo che sono i CVP che stanno mantenendo gli uomini liberi? E’ possibile, dunque, che in qualche modo degli altri CVP sopravvissuti stiano in qualche modo contrastando i piani di Giunone?

Esempio di lettera di Thom Kavanagh,
ricreato dal nostro Xander
Queste parole di Durga potrebbero essere anche interpretate, visti i passi precedenti, con un triplice significato, che si può rapportare ai CVP, ai Frutti dell'Eden ed agli umani. Il messaggio potrebbe indicare che l'esistenza debba fondarsi sulla libertà totale. Una libertà data su tutti i punti dell'esistenza (fisici, spaziali, mentali ecc) e priva di impedimenti e contrasti. Un’esistenza in cui gli uomini possano liberamente usufruire dei Frutti dell'Eden, lasciati loro in dono dai CVP - e non si tratterebbe neanche dell’unico dono, considerando i propositi di Tinia e Minerva presenti nelle lettere di Thom Kavanagh di AC4 relativi al trasferimento delle informazioni di generazione in generazione tramite i ricordi genetici.

"Shroud this intelligent lens until you become united and can realize this heart, our heart, to be the one that endowed you precious breath. And never doubt the lenghts to which we will go to protect what is precious to us."

Custodite quest' intelligente prospettiva/lente fino a quando diventerete uniti e potrete accorgervi che questo cuore, il nostro cuore, sia quello che vi ha donato il prezioso respiro. E non dubitate mai delle distanze che potremo raggiungere per proteggere ciò che è prezioso per noi.

In questo caso abbiamo dovuto riportare anche la stesura inglese perché il monologo prende un struttura grammaticale piuttosto avversa. Sopratutto quando si tratta di rapportare un inglese di stampo ermetico all'italiano. Alcuni termini come "shroud" e "lens" sono estremamente particolari, ed a seconda del contesto possono assumere diversi significati. Shroud può significare velare, nascondere, ricoprire. Fino ad arrivare a circondare, laddove la struttura della frase lo permetta. Mentre lens può significare tanto lente, obiettivo quanto prospettiva a livello figurativo, sempre nella giusta contestualizzazione. Nel nostro piccolo, dunque, abbiamo cercato di dare il senso che ci sembrava più appropriato alla frase.

A voler semplificare, sembra che Durga stia suggerendo di custodire il Koo-I-Noor, finchè gli uomini non saranno uniti e capiranno che questo strumento, o per estensione anche gli altri FE, sono stati ciò che ha donato loro la vita. Durga inoltre aggiungerebbe che gli uomini non dovrebbero avere dubbi su quello a cui i CVP si possano spingere per proteggere quello che è caro per loro, ovvero gli uomini stessi, chiamati in precedenza “children” ovvero bambini / figli.

Il discorso di Durga, però, forse non gira intorno alla gemma bensì al concetto di libertà, espresso nell’ultima interpretazione del passo precedente. E’ qui che abbiamo incominciato a viaggiare con la mente per cercare di entrare nella caratterizzazione dei CVP al fine di proporvi un'altra chiave di lettura di questa porzione del monologo, che potrebbe assumere dei tratti profondi e filosofici e raggruppare gran parte del pensiero CVP visto ed espresso in tanti capitoli.

Ripartendo dal triplice concetto sulla libertà illustrato nel passo precedente, le parole di Durga potrebbero essere reinterpretate nel seguente modo. Gli umani dovrebbero custodire (shroud) la prospettiva (lens) della libertà totale sopracitata fino a quando i loro popoli diventeranno uniti, senza divergenze e separazioni. Solo in quel caso potranno accorgersi che questo "cuore", la visione della libertà totale, è anche il "cuore", il sentimento, dei CVP. Questa prospettiva, dunque, sarebbe il motivo per cui gli uomini stanno vivendo (quello che ha loro donato il respiro), un lascito da parte dei CVP che, afferma Durga, spingerebbero a qualsiasi azione pur di proteggere gli uomini stessi.

Ora, non abbiamo l'arroganza di affermare che questo sia il reale senso da attribuire al discorso di Durga, ma pensiamo che la filosofia dei CVP (o almeno di alcuni di loro), il loro modo di ragionare ed intendere l'esistenza sia estremamente profondo. Questo stesso discorso potrebbe essere così profondo da toccare e convergere in quest'unico parallelismo tra libertà, sopravvivenza, monito di vita e manufatti dell'Eden che possono permettere, aiutare e condizionare questa libertà di cui si parla.

Si tratterebbe di Un monologo sulla vita e sulla speranza nella vita, che darebbe un alto valore a tutto quello che i CVP (che stanno dalla parte degli uomini) hanno fatto per l'uomo ed a tutti i discorsi fatti da Tinia e colleghi ed ai loro tentativi di preservare l'esistenza dell'uomo di fronte ad un cataclisma distante millenni da loro. Non a caso, dunque, gli uomini nella saga di AC continuano ad essere protagonisti dei tentativi dei CVP di proteggerli, manifestazioni ed interazioni dei Precursori che si ripropongono in modo apparentemente casuale eppure sempre decisive in quel momento.

Dopo questa enorme spiegazione filosofica forse è meglio tornare con i piedi per terra e dunque continuiamo con l'analisi degli avvenimenti nel presente. Assistiamo dunque alla cancellazione dei ricordi di Monima ed all'incursione nel rifugio da parte degli agenti Abstergo.

Jadsip è preoccupato perchè ignora il numero di agenti con cui deve scontrarsi, ma Dinesh lo rassicura affermando di essere riuscito a scaricare le memorie su uno smartphone e che sul Cloud Abstergo il tutto sembrerà un vicolo cieco. Jasdip risponde dicendo a Dinesh di portare il cellulare al rifugio di Badlapur (una città a circa 50 km da Mumbai), probabilmente tenendo conto ormai che il rifugio di Mumbai è compromesso.

I due Assassini sono pronti a fuggire con i ricordi, malgrado le rimostranze di Jot, ma proprio in quel momento un raggio laser trapassa il cranio di Dinesh mentre Jadsip ne scansa per un pelo un altro, utilizzato per creare un'apertura sulla porta blindata.

Il tentativo disperato
di Jasdip, preview
pubblicata da
Brenden Fletcher
Subito dopo inizia un'intensa sparatoria tra l'assassino e gli agenti, mentre Jot recupera lo smartphone e fugge attraverso la botola che dovevano usare i due Assassini, lasciando Jadsip al suo destino. I due si scambiano uno sguardo, prima di separarsi definitivamente.

Il leader dell'incursione,
preview pubblicata
da Brenden Fletcher
Uscito dall'altra estremità del tunnel, in un altro negozio, Jot si avvolge un turbante intorno al viso e si perde nella folla indiana, sotto gli occhi ignari degli agenti templari che continuano ad assaltare il rifugio, che rivediamo subito dopo, ormai a sparatoria conclusa. I templari hanno occupato il locale e non c'è traccia di Jadsip, che presumibilmente è morto per coprire la fuga di Jot (anche se non viene mostrato il corpo).

Il capo della squadra di incursione sta analizzando i ricordi salvati nel Cloud e, cadendo nell'inganno di Dinesh, ritiene che le memorie siano inutili dato che si chiudono con l'esplosione del Koh-I-Noor. A quel punto, l'uomo contatta un suo referente di nome Kohler per informarlo, presentandosi col nome di Berg. Otso Berg.

Finalmente viene rivelata la guest star di cui abbiamo parlato alla fine della prima parte di questo articolo. Si tratta di un personaggio che sarà già familiare a chi ha giocato ad AC4, e che per tutta l'utenza di AC: Initiates è ben conosciuto. Altrimenti, per coloro che non lo conoscessero, Juhani Otso Berg è uno dei più importanti membri dell'Ordine dei Templari nel presente, al punto da far parte dell'Inner Sanctum.

Concept art di Otso Berg, realizzato dal nostro Xander


Nato a Mikkeli, in Finlandia, il 17 giugno 1985, prima di unirsi ai Templari faceva parte del Reggimento Utti Jaeger, le forze speciali finlandesi. Sappiamo grazie ad AC: Initiates che ha partecipato alla seconda fase del Programma di Allenamento Animi, il che significa che aveva preso parte anche alla prima fase, la quale aveva avuto luogo tra la seconda metà di settembre e la seconda metà di ottobre 2012 (dunque questo potrebbe essere il momento in cui si è unito ai ranghi Abstergo). Ha completato la seconda fase il 6 dicembre 2012, ma in questo periodo non ha semplicemente preso parte al programma.

Otso Berg con sua figlia di tre anni
Sappiamo per esempio che già l'8 novembre era sotto esame ed era considerato un potenziale futuro membro dell'Inner Sanctum anche se aveva una figlia di tre anni che era considerata un peso nel suo rapporto di valutazione come agente. Le sue abilità e la sua dedizione alla causa Templare ne hanno fatto una risorsa perfetta per Laetitia England, che lo mandò a New York il 16 novembre ad investigare un violazione alla sicurezza (probabilmente causata da Shaun Hastings il quale cercava di localizzare le fonti energetiche per il Grande Tempio). Per coloro che hanno giocato AC3 questo sarà interessante, perché come ricorderete, Desmond si è trovato di fronte Daniel Cross e non Berg, e se ne è sbarazzato velocemente. Quello che potrebbe non essere noto a tutti è che Cross si trovava a New York di sua iniziativa e non per ordine di Vidic e che è poi stato trovato da Berg che, al contrario, era sul posto per ordine della England. Cross era in cattive condizioni, disorientato, e stava parlando in russo (a causa dell'Effetto Osmosi) e quando ha visto Berg lo ha attaccato, anche se senza successo, visto che è stato neutralizzato e portato di nuovo all'Abstergo. Questa missione è stata quindi un successo personale per Berg e l'inizio dell'approccio negativo di Daniel nei suoi confronti, ma questo fu solo l'inizio.

Alla fine di novembre 2012 l'Assassino fiorentino Harlan T. Cunningham si infiltrò nel campus italiano dell'Abstergo, uccidendo quattro hacker e alcune guardie e distruggendo i server così che i Templari non potessero localizzare la posizione del team di William a Turin. Berg pedinò Cunningham ed ebbe perfino l'audacia di contraddire gli ordini dei suoi superiori per seguire Cunningham fino alla base invece che ucciderlo direttamente. I capi di Berg accettarono il suo suggerimento e gli diedero la leadership di un'intera squadra, il Team Sigma. Il Team Sigma attaccò la base degli Assassini a Firenze e li uccise quasi tutti fino a che il loro leader, Adriano Maestranzi fece esplodere l'intero posto con lui stesso al suo interno. Questa azione sterminò l'intero Team Sigma eccetto Berg, che si bruciò parte del lato sinistro del viso, ma alla fine completò la missione.

William tenuto ostaggio da Vidic
Questo avvenimento portò i capi di Berg a prenderlo sempre più in considerazione, fino a quando, il 6 dicembre, come detto prima, finì la seconda fase del Programma di Allenamento Animi e fu immediatamente nominato Maestro Templare ed introdotto all'Inner Sanctum. Berg fu anche decisivo quando Abstergo localizzò William Miles al Museo Egizio de Il Cairo. Fu, infatti, designato come leader di un nuovo Team Sigma e rapì con successo William consegnandolo nelle mani di Vidic per attirare Desmond a Roma.

Una carriera in continua ascesa, quindi, che ha portato Berg a diventare il miglior operativo dell'Abstergo (molto più "stabile" di Daniel Cross) ed anche un membro dell'Inner Sanctum, ma questo non gli impedisce di continuare a lavorare sul campo e la sua missione in India è più che sufficiente a dimostrarlo. Possiamo anche ipotizzare che, considerando la sua posizione, Berg possa essere il leader dell'intera operazione per il recupero del Brahman e "tecnicamente" ha avuto successo anche questa volta. In effetti ha ucciso gli Assassini (non abbiamo certezze per quel che riguarda Jasdip), assaltando il loro nascondiglio ed assicurandosi che la Confraternita non abbia informazioni precise sulla posizione del Koh-i-Noor – o per lo meno questo è ciò che crede.

L'attacco al covo degli Assassini, quindi, finisce con Berg che comunica a questo "Kohler", probabilmente il suo contatto alla base Abstergo, che i dati di cui gli Assassini erano in possesso portano ad un vicolo cieco (grazie a Dinesh) e che "l'unità è cotta". Quest'ultima frase è una possibile allusione a quello che viene mostrato poco dopo, ovvero il Brahman che è andato distrutto nell'attacco.

L'azione è finita per quel che riguarda il fumetto, ma c'è ancora spazio per un finale adeguato per Jot. Il nostro protagonista, infatti, il giorno seguente torna al luogo in cui Monima era morta proprio mentre il furgone nero viene recuperato dalle profondità del fiume Mithi. Il fumetto ci mostra non solo che ora Jot porta l'anello di fidanzamento di Monima appeso al collo (ricordate? Monima gli aveva dato l'anello prima di volare a Mumbai), ma anche che il diamante sull'anello è *molto brillante*. E' esattamente lo stesso brillio di luce blu che aveva il vero Koh-i-Noor, e viene mostrato intenzionalmente nelle ultime pagine, ovviamente portando il lettore a pensare che ora Jot sia in possesso di un pezzettino dell'originale Frutto dell'Eden (il diamante sull'anello è molto più piccolo dell'originale).

Jot osserva il camion piangendo e quindi usa il suo smartphone, dove sono stati caricati tutti i ricordi di Monima. Sceglie di vedere i ricordi della stessa Monima di quando lui le aveva dato l'anello di fidanzamento, probabilmente perché dopo quello che è successo, quello è uno dei ricordi più belli che ha di lei.

Attraverso lo smartphone vediamo Jot e Monima mentre prendono un drink su una spiaggia assolata. Jot le propone di non lasciare mai quel posto e con queste parole comincia a farle la proposta di matrimonio e anche qui, quando Jot apre la scatola contenente l'anello, il diamante brilla di luce blu, mentre dietro al pannello c'è un enorme immagine del diamante Koh-i-Noor.

L'ultima pagina del fumetto ci riporta al passato, precisamente dopo che Cotton aveva mandato in frantumi il Koh-i-Noor originale. Negli attimi seguenti vediamo che tutti i piccoli frammenti del diamante si attraggono l'un l'altro fino al punto che il diamante si ricompone (il fatto è confermato anche dall'Enciclopedia), in stile Terminator 2.

Queste ultime pagine danno vita a tutta una serie di conferme e domande. Sicuramente ora abbiamo la conferma che anche se il diamante era stato ridotto in frantumi, Arbaaz e Pyara sono stati in grado di nasconderlo da qualche parte, seguendo il consiglio che il Maharaja aveva dato loro in punto di morte. Questo significa anche che quando Jasdip ha che lo avevano nascosto agli Assassini, stava dicendo la verità, quindi è molto probabile che lo abbiano nascosto in un posto che conoscevano solo loro (Pyara, Arbaaz e forse Raza) e i loro discendenti.

Quindi la nostra domanda è: come ha fatto il diamante a cambiare forma e come ha fatto Jot ad ottenerlo?
Quello che sappiamo per certo è che il diamante si è ricomposto ma, per avere l'aspetto che aveva nell'anello di Jot, o ha cambiato forma o si tratta di un frammento del diamante originale.
Sul come Jot l'abbia ricevuto, l'ipotesi più probabile è che l'abbia avuto attraverso il suo antenato Raza. Considerando che Arbaaz, Pyara e probabilmente Raza avevano nascosto il diamante, possiamo ipotizzare che la Confraternita avrebbe dato la caccia ad Arbaaz esattamente come a Nikolai Orelov, mentre Pyara era la figlia del defunto Maharaja, quindi sarebbe stata anch'essa un bersaglio vivente. Raza sarebbe stato quindi il candidato ideale per nascondere e proteggere il diamante ed è in questo modo che avrebbe potuto arrivare a Jot, duecento anni dopo.

L'unità Brahman nelle
mani degli Assassini
Questo potrebbe quindi portare ad un seguito di AC: Brahman? Vedremo cosa Arbaaz, Pyara e Raza hanno fatto del Koh-i-Noor e come questo sia arrivato fino a Jot? Vedremo e capiremo il reale potenziale del Koh-i-Noor? E cosa ne farà Jot ne farà e come userà i ricordi genetici di Monima?

Inoltre, cosa succederà al Progetto Brahman? Sappiamo per certo grazie ad AC: Initiates che nel 20 dicembre 2013 gli Assassini di Osaka erano in possesso di una unità di Brahman VR, come indicato nella memory "A New Kind of War", perché l'avevano rubato da un edificio Abstergo nelle vicinanze. Dalla memory veniamo a sapere che il Mentore degli Assassini di Osaka, Osoroshii Baba, ha dato a Gavin l'unità Brahman VR, che per ora dovrebbe essere ancora nelle sue mani, a bordo della Altair II.

Tenendo conto che è stato detto più di una volta che Brahman ci avrebbe fornito indizi sul futuro del franchise di AC, se tutto va bene avremo le risposte a tutte queste domande.
Fino ad allora, restate con noi!





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AC: Brahman (Prepubblicazione)